È uscita “MARK ROTHKO Il miracolo della pittura”, biografia a fumetti del grande artista americano.
Immaginatevi in età adulta mentre dialogate con voi stessi da bambini, per un bilancio esistenziale o una litigata con il fanciullo che eravate e che è ancora dentro di voi. A qualcuno non dispiacerebbe. Ed è quello che succede al pittore Markus Yakovlevich Rothkowitzv, meglio conosciuto dal 1940 come Mark Rothko, nell’ultima uscita della bellissima collana delle graphic biography di Centauria.
MARK ROTHKO Il miracolo della pittura
Come scrisse Einstein per la morte di un suo amico “la distinzione fra passato, presente e futuro non è altro che una persistente cocciuta illusione”. E infatti fenomeni del genere si possono leggere soltanto nei libri di fisica teorica e si possono vedere fortunatamente nei fumetti. Con le illustrazioni di Giovanni Scarduelli e i testi di Francesco Matteuzzi ci si può immergere, in meno di 60 pagine, nell’intensa vita dell’artista conosciuto per i suoi iconici dipinti della maturità. L’intero percorso artistico e la ricerca del proprio posto nel mondo e nella storia dell’Arte viene raccontato in prima persona da un Rothko anziano in perenne conflitto con Rothko bambino. Tutta l’esistenza è immaginata in tre tempi: la forma e lo spazio, la figura e l’essenza, l’arte e la vita.
MARK ROTHKO Il miracolo della pittura
Una vita segnata dalla migrazione verso gli Stati Uniti, dalla morte prematura del padre, da due matrimoni, dagli inizi fatti di stenti, dal gruppo The Ten. Una serie di eventi che col senno di poi sembrano un prendere la rincorsa verso successi e riconoscimenti: la commissione per il Seagram Building a New York (poi rifiutata), la Rothko Room per Duncan Phillips, gli Harvard Murals fino ad arrivare a quella esperienza in grado di insegnargli a spingersi fino ad oltre le proprie capacità. Sto accennando alla Rothko Chapel, dedicata a nessuna e a tutte le religioni.
MARK ROTHKO Il miracolo della pittura
La biografia a fumetti non è completa, ammette uno degli autori, perché non racconta la morte di Rothko o forse la racconta in maniera onirica. “Narrare con le immagini significa poter raccontare senza dire, emozionare senza spiegare. Per certi versi esattamente quello che faceva Rothko” scrive infatti l’autore Francesco Matteuzzi. Fortunatamente quello che non manca nel fumetto è il riferimento all’esperienza dell’insegnamento che per oltre 20 anni vide Rothko rapportarsi con bambini e ragazzi. Questo periodo influenzerà molto la visione dell’arte di Rothko. Nei suoi scritti appuntò: “questi bambini hanno idee spesso acute, che esprimono con vivacità e stupore, riuscendo a trasmetterci quello che provano”. Quello che molti riconoscono all’arte di Rothko, e che lui riconosceva nei suoi studenti, è proprio la capacità di stupire, di aprire nuove visioni, di dipingere con le emozioni quelle che lui definisce le emozioni fondamentali come la tragedia, l’estasi, l’estinzione. “Io penso che il colore, aiutato dalla luce, entri in relazione con l’anima e comporti conseguenze emotive inattese” appunterà nei suoi scritti sull’arte, e per riuscire in questa sua missione, Rothko si confronterà con le tele di grande formato. Per far sentire l’osservatore come se facesse parte dell’opera, come se fosse stato risucchiato nel quadro. Trasformare la tela in un’esperienza totalizzante. Forse è proprio questo il prodigio cui fa riferimento il titolo del fumetto: il miracolo della pittura. Cui Rothko ha dedicato l’intera esistenza.