Lets IT Art, un progetto tra arte e cucina

Lets IT Art, un progetto di Federica Rink. Al Quadri Bistrot va in scena “Impiattare l’arte”, con lo chef Riccardo Quadri e l’artista di Federica Ravasio.

Lets IT Art di Federica Rink, “Impiattare l’arte”, Quadri Bistrot, Federica Ravasio, courtesy Lets IT Art photo Sofia Carrara
Lets IT Art di Federica Rink Impiattare larte Quadri Bistrot Federica Ravasio courtesy Lets IT Art photo Sofia Carrara<br><br>

Impiattare l’arte è il titolo dell’evento realizzato da Lets IT Art un progetto di Federica Rink, che si è svolto al Quadri Bistrot di Riccardo Quadri, nella centralissima Via Solferino di Milano. I piatti dallo chef si incontrano in un dialogo visivo con i lavori dell’artista ospitata Federica Ravasio.

COME NASCE IL PROGETTO LETS IT ART

Federica Rink racconta che l’idea nasce dalla volontà di creare una liaison tra due dimensioni settoriali (e sensoriali), che hanno molte affinità, offrendo la possibilità di un’esperienza (una cena) e di un acquisto (le opere sono in vendita), a un pubblico sempre più eterogeneo.

La formula prevede la collaborazione tra chef e artisti, attraverso uno scambio creativo, in cui l’uno interpreta il lavoro dell’altro, utilizzando gli strumenti della propria pratica. Un esperimento iniziato poco tempo fa, “in divenire”, aggiunge, ma con già alcune collaborazioni importanti alle spalle: l’ultimo con lo chef Fabio Silva, Hotel della Ville di Monza, Sotheby’s e Rotaract Club del Rotary International.

Riccardo Quadri, Francesca Ravasio, Francesca Rink. Lets IT Art di Federica Rink, “Impiattare l’arte”, Quadri Bistrot, Federica Ravasio, courtesy Lets IT Art
Riccardo Quadri Francesca Ravasio Francesca Rink Lets IT Art di Federica Rink Impiattare larte Quadri Bistrot Federica Ravasio courtesy Lets IT Art<br>

Il cibo è da sempre stato oggetto privilegiato di dibattito e di relazioni con l’arte (e non solo), dalle sperimentazioni futuriste, alle sue iconografie riproduzioni (i pelati di Andy Warhol, le cozze di Marcel Broodthaers). Dalle composizioni insolite (Scultura che mangia di Giovanni Anselmo), ai tableau-piege (Daniel Spoerri) o vivant (Le Dernier Restaurant di Vanessa Beecroft); alle esperienze immersive (The kitchen Show di Hans Ulrich Obrist). 

Se un piatto e il pensiero di Massimo Bottura hanno analogie con l’arte visiva; il dripping di pesce di Gualtiero Marchesi è di ispirazione dichiaratamente pollockiana; così come il quadro di alici o l’uovo di seppia di Pino Cuttaia, si impongono nella riflessione intorno alla mimesi (il primo non è un quadro e il secondo non è un uovo); mentre le “icone alimentari” disegnate da Enrico Crippa lasciano il posto all’eleganza del vegetale.

LO CHEF E L’ARTISTA

Riccardo Quadri (1994) con un curriculum impegnativo nonostante l’età anagrafica, sceglie l’indipendenza creativa con l’apertura recente del Quadri Bistrot. Un ambiente raffinato, moderato nella sua architettonica presenza, in cui l’arte del pittore e scultore svizzero Klaus Prior è la nota di colore nella tavolozza di toni neutri e caldi. Al piano superiore un cocktail bar, a quello inferiore un’offerta gastronomica ricercata ma sobria.

Riso in dripping dello chef Riccardo Quadri
<strong>Riso in Dripping<strong>C<strong>courtesy Lets IT Art<strong> <strong>photo Sofia Carrara<strong><br>

Per l’occasione lo chef interpreta 90’ dell’artista Federica Ravasio (1988), nel Riso in Dripping (omaggio a maestro Marchesi, di cui è stato allievo). Se l’opera (d’archivio) è frutto di un processo creativo libero, attraverso un’astrazione di matrice processuale (palloncini riempiti di colore e mani), che genera un impasto deciso e impetuoso nella scelta cromatica; il piatto di Quadri è un sofisticato nucleo nero in cui esplodono i verdi (prezzemolo), il rosso (pomodoro), il bianco (mozzarella) e il giallo (zafferano).

In mostra anche un’opera nuova dell’artista Nebulosa Rossa (in vendita, come ’90), questa volta ispirata al piatto iconico dello chef (tonno crudo dell’adriatico, salsa, lenticchie, lime). Completano il menù un delizioso antipasto Black and Yellow (uovo morbido, crema di mais, nero di seppia), una nuvola avvolgente dalla consistenza corposa e da un cuore morbido (sfera di latte alla vaniglia con gel ai lamponi), e due amuse-bouche (salato e dolce, prima dell’antipasto e dopo il caffè).  
Nell’impetuoso tourbillon espressivo di Ravasio in cui si manifestano memorie pop, la proposta di Quadri rivela tutta la raffinatezza della materia prima e della ricerca estetica. Tra estetica del gusto (che si tratti di un fatto organico o teorico) e ritualità della consumazione, il cibo e l’arte sono prima di tutto campi che attivano il desiderio.

Qual è il vostro prossimo desiderio?

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