Il Palazzo di Città di Cagliari accoglie, fino al 19 maggio, l’esposizione di oltre cento lavori di Liliana Cano (1924-2021), un’artista originaria di Gorizia che ha fatto della Sardegna la sua casa. La mostra, intitolata “Il racconto di una vita”, esplora la profondità creativa di Cano, evidenziando gli anni dedicati alla pittura, durante i quali ha vissuto viaggiando intensamente, per poi stabilirsi definitivamente in Sardegna, luogo che ha eletto a sua dimora.
Liliana Cano si è distinta per la sua straordinaria abilità nel captare e reinterpretare gli stili espressivi di ogni cultura con cui è entrata in contatto. Ha saputo fondere questi linguaggi in modo tale che, a volte, le sue opere sembrano racchiudere l’essenza delle avanguardie storiche del primo Novecento, tra cui Gauguin, Picasso e Cezanne, pur mantenendo un realismo intriso dell’atmosfera sarda che ha tanto amato. A partire dagli anni ’60, Cano si è avvicinata al mondo agro-pastorale dell’isola, con una particolare attenzione per giochi popolari come la morra e le feste di paese, inserendosi nel filone del realismo sociale, con una forte inclinazione verso l’espressionismo.
La sua arte non si è limitata alla mera rappresentazione di questo universo, ma ha cercato un’immersione diretta, frequentando ovili e località rurali del centro Sardegna. Cano si è impegnata attivamente in proteste e rivendicazioni sociali, esprimendosi anche attraverso il muralismo, come dimostra il potente murale di Ozieri del 1971, che ritrae il dolore e la fatica dei veterani di guerra.
Il Palazzo di Città espone anche fotografie che documentano alcuni dei numerosi interventi pubblici realizzati da Cano, offrendo uno sguardo sulla sua gioventù e sul suo impegno artistico. Questa fase della sua opera rappresenta un’occasione per esplorare le dimensioni antropologiche dell’esistenza umana, oltre i ritmi imposti dalla natura. Dopo essersi stancata dell’ambiente isolano, Cano si trasferì in Francia alla fine degli anni ’70, dove rimase fino al 1996, per poi ritornare in Sardegna. Il periodo francese segnò l’inizio di una fase artistica più intima e delicata, con accenni alla società contemporanea degli anni ’80.
Nel corso della sua vita, Cano ha prodotto un’opera vasta e ricca di sperimentazioni, segnata da una continua ricerca e da una costante evoluzione del suo stile, che dagli anni ’70 in poi si caratterizza per la sintesi delle forme, l’essenzialità del tratto e l’uso di colori vivaci, talvolta acidi, come evidenziato dalla suggestiva stanza rossa esposta al Palazzo di città. L’ultima sezione dell’esposizione è dedicata ai disegni di Cano, che con mano delicata e sguardo maturo, ha immortalato gli angoli più suggestivi del quartiere di Castello, nel cuore della città vecchia di Cagliari.
La carriera artistica di Liliana Cano è narrata in cinque capitoli all’interno del Palazzo, ognuno dei quali corrisponde a un diverso periodo della sua vita e alle influenze culturali che hanno arricchito il suo lungo cammino di ricerca formale e stilistica. Il contributo diretto dell’artista è stato cruciale per la ricostruzione storica e artistica del suo percorso, che si è concluso nel 2017, anno della sua scomparsa a Sassari, lasciando un’impronta indelebile nel panorama artistico sardo e italiano.