A Milano arriva “Falsi Paradisi”

Il 26 giugno alle ore 15 negli spazi di The Flat di Massimo Carasi a Milano, si svolgerà l’inaugurazione della mostra collettiva “Falsi Paradisi” a cura di Daniela Barbieri. Il progetto includerà opere di Hiva Alizadeh, Stefano Caimi, Paolo Cavinato, Cristiano De Gaetano, Greta Frau, Wendell Glandstone e Antonio Riello e sarà visibile fino al 13 settembre.

Nel panorama artistico contemporaneo, l’esplorazione di “Falsi Paradisi” emerge come un filone critico rivolto a scrutare gli angoli più reconditi delle aspirazioni e delle disillusioni umane. Questa tematica, evocativa e ricca di sfumature psicologiche, si palesa attraverso la destrutturazione di narrazioni ancestrali e aspirazioni utopiche che da sempre caratterizzano il tessuto culturale dell’umanità.

Con opere che spaziano dalla pittura alla scultura, passando per installazioni e performance, gli artisti mettono in discussione la veridicità delle nostre percezioni e la validità dei cosiddetti paradisi che tanto desideriamo.

Un esempio significativo di questo confronto artistico è il progetto “Ashes to Ashes” di Antonio Riello. Bruciando classici della letteratura come un atto di omaggio e critica al contempo, Riello invita a riflettere sulla mortalità delle idee e sulla necessità di reinventare continuamente le nostre superstizioni. Le sue opere, costituite di ceneri racchiuse in ampolle di vetro soffiato, simboleggiano la fragile persistenza degli ideali umani, posti ora sotto la lente critica della contemporaneità.

Altrettanto intrigante è l’approccio di Paolo Cavinato, il cui lavoro si concentra su un’estetica del distacco e della pura riflessione geometrica. Cavinato , usando installazioni immersive, trasporta lo spettatore in ambienti dove la presenza umana è solo implicita, essendo le sue opere costellate di strutture e filamenti che si intrecciano in una complessità quasi celestiale. L’artista sfida la percezione dello spazio e invita a un dialogo interiore sulla posizione dell’uomo nell’universo.

La narrazione continua con Greta Frau a un’età dell’innocenza permanente e irreale, interpretata grazie ad un’estetica che richiama le atmosfere Arcadiche. Frau, con il suo approccio leggermente ironico e critico, esplora le dinamiche della gioventù eterna promossa dalle culture contemporanee, evidenziando la dissonanza tra il desiderio di un paradiso perenne e la realtà ineluttabile del tempo che scorre.

Infine, non si può ignorare l’impatto della tecnologia, come esplorato da Stefano Caimi. Il suo lavoro si addentra nelle promesse e nei paradossi delle nuove tecnologie, proponendo una riflessione sulla realtà aumentata come un nuovo tipo di falsa utopia. Le sue opere suggeriscono che, mentre ci avventuriamo in queste nuove realtà artificiali, potremmo inavvertitamente allontanarci sempre più dalla verità della nostra condizione umana e ambientale.

“Falsi Paradisi”, quindi, solleva questioni profonde sul nostro essere nel mondo e sulle proiezioni del futuro che costruiamo e immaginiamo.

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