A Parigi “Géographie Émotionnelle/Emotional Geography” a cura di Stefania Carrozzini

MyMicroGallery ha ospitato presso l’Espace Sylvia Rielle la mostra “Géographie Émotionnelle/Emotional Geography,” curata da Stefania Carrozzini. L’esposizione ha accolto le opere di undici artisti internazionali: Lauren Banuvar, Stefania Carrozzini, Roni Doppelt, Alexandra Kauka, Inés Mantel, Daria Martinoni, Midori McCabe, Anya Pesce, Jaqueline Real, Paul Zawadzki e Susan Weber-Lehrfeld.

Anya Pesce Gold Wall Fold1

L’arte rappresenta il desiderio di condividere il proprio mondo interiore con gli altri, svelando segreti spesso sconosciuti anche a noi stessi. Nel contesto di questa mostra, la geografia viene intesa come una mappa di energie calme o turbolente, territori tangibili di spazi vissuti o immaginari. Il viaggio emozionale che si dispiega in questa esposizione permette di entrare nella mente e nel cuore degli artisti, rivelando una topografia reale, una geografia intima in fieri.

Daria Martinoni Catwalk of urban life power 2018 cm 40×60

Forme, colori, spazi di memoria, oggetti nello spazio e paesaggi urbani si intrecciano come una storia in cui gli oggetti cambiano e assumono nuovi significati a seconda di chi osserva. Ogni opera è generalmente diversa da quella accanto, e il montaggio accentua sia le differenze che le somiglianze visive, creando una sequenza che assomiglia a un film in corso d’opera proiettato sulla parete.

Modori McCabe

Queste mappe emozionali possono rivelare come certi luoghi suscitino specifiche sensazioni, come gioia, nostalgia, paura e tristezza. Le emozioni viaggiano su due binari: la mente e il cuore, sono un fenomeno complesso e rappresentano un campo difficile da indagare. Grazie a questa esposizione il lavoro pare essere più semplice e immediato: partecipare, empatizzare con le emozioni degli artisti diventa facile, quasi indispensabile.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Abbattere i confini tra umano e digitale. Ruby Rhizome e il progetto GENESIS

In questa intervista, Ruby ci guida attraverso il suo percorso artistico, dagli inizi legati alla scoperta della propria corporeità fino alle sue ricerche attuali, incentrate sull’abbattimento dei confini tra umano e digitale.

“I am blood di Jan Fabre è una mostra sulle ferite fisiche e mentali”. Parola alla curatrice Katerina Koskina

In questa intervista, Koskina ci racconta come è nata l’idea di portare un artista di fama internazionale come Jan Fabre in uno spazio così particolare, e il significato profondo dietro al dialogo tra le sue opere del 2005 e del 2023.

Artuu Newsletter

Scelti per te