Il design è, da sempre, un tentativo di domare il caos. Ogni forma che si plasma sotto la mano di un designer è una risposta, a volte silenziosa, altre volte fragorosa, al disordine che ci circonda. Non si tratta soltanto di dare funzione agli oggetti, ma di dare un senso a ciò che spesso appare informe. Il design ha questa capacità straordinaria di essere un ponte tra l’invisibile e il tangibile, tra il concetto e l’uso. E in ogni segno, in ogni linea tracciata, c’è un significato che va oltre l’estetica o la funzione.
È su questo piano che si muove l’evento “La forma e il segno – Focus sul design croato”, una due giorni di incontri e proiezioni che si terrà il 16 e 17 ottobre 2024 all’Auditorium “Marco Sofianopulo” del Museo Revoltella di Trieste. Organizzato dalla Comunità Croata di Trieste e dalla casa di produzione cinematografica Castor Multimedia di Zagabria, l’evento non vuole semplicemente raccontare la storia del design croato, ma svelare come, in certi momenti della storia, le idee siano diventate forma, e come quella forma abbia segnato un’epoca. Il design croato è una testimonianza di come l’arte applicata possa riflettere non solo le evoluzioni tecnologiche, ma anche i grandi cambiamenti sociali e politici che attraversano una nazione.
Immaginate la Croazia degli anni ’50. Un Paese ferito dalla guerra, desideroso di rinascita, proteso verso un futuro che appare incerto. È in questo contesto che un gruppo di creativi decide di dare un nuovo volto alla Jugoslavia. E lo fa attraverso il design. Non si parla solo di oggetti d’uso quotidiano, ma di una vera e propria estetica della ricostruzione. Vjenceslav Richter, Bernardo Bernardi, Bruno Planinšek e molti altri iniziano a immaginare il design non come decorazione, ma come un atto politico. Il loro lavoro si innesta in un panorama internazionale, in dialogo con il design scandinavo, tedesco, italiano. Ma c’è di più: i loro oggetti non sono solo funzionali, non sono solo belli. Sono manifesti silenziosi di un’idea di società, di un futuro possibile in cui la forma non è mai fine a se stessa, ma espressione di un ordine nuovo.
Nel corso dell’evento, il pubblico potrà vedere proiettati due documentari realizzati da Dubravko Merlić, giornalista e produttore croato, che ripercorrono la storia del design croato dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Il primo, dedicato agli anni ’50, racconterà il fermento creativo di un Paese che si rialza dalle ceneri e cerca di costruire un futuro nuovo attraverso l’arte e il design. Il secondo documentario, proiettato nella giornata del 17 ottobre, si concentrerà sul periodo contemporaneo, mostrando come il design croato abbia attraversato un momento di stallo negli anni ’90, per poi rinascere grazie a giovani creativi che hanno saputo portare la loro visione nel mondo industriale, con successo anche sui mercati internazionali.
Al termine di ogni proiezione, si terranno tavole rotonde con esperti italiani e croati, tra cui architetti, designer e critici di arti applicate, che approfondiranno i temi trattati dai documentari. La partecipazione è libera, e gli interventi di figure come Lucia Krasovec-Lucas e Lea Aviani offriranno un’analisi critica dei legami tra il design croato e le tendenze internazionali, tracciando un filo tra passato, presente e futuro.
Dopo la crisi degli anni ’90, infatti, una nuova generazione di designer ha saputo riprendere il testimone lasciato da Richter e Bernardi, plasmando un design contemporaneo capace di competere a livello globale. Questo processo di rinascita, che ha portato aziende come Prostoria a diventare un punto di riferimento nel design internazionale, è la testimonianza che il design croato non è mai stato solo una questione di estetica, ma di identità.
In questo intreccio di storia e innovazione, “La forma e il segno – Focus sul design croato” è un’occasione unica per comprendere come gli oggetti quotidiani possano essere veicoli di trasformazione culturale e sociale. Ogni tazza, ogni sedia, ogni lampada progettata porta con sé la traccia di un pensiero più grande, di una visione che va oltre il semplice oggetto e si radica nel cuore di una nazione. E forse è proprio questo che rende il design croato così affascinante: la sua capacità di dar forma a un caos che, in fin dei conti, è anche il nostro.