L’immagine non si limita a rappresentare la realtà: la interpreta e ne rivela le fratture. Ogni inquadratura diventa una forma di linguaggio, un dispositivo critico capace di restituire al reale la sua ambiguità. È in questa prospettiva che si muove Yeast Photo Festival, che per il quarto anno consecutivo ribalta la geografia dei luoghi e fa del Salento un territorio espositivo diffuso, aperto al dialogo internazionale.
In questo orizzonte si inserisce lo sguardo di Martin Parr, lontano dall’estetica del reportage, costruito tra sottrazione ed eccesso. Le sue fotografie compongono un racconto visivo che decostruisce i miti della quotidianità occidentale e, dietro la superficie lucida del consumo, lascia emergere il paradosso del vivere contemporaneo. Da ciò si snoda la sua grande personale visitabile fino al 9 novembre, al Yeast Photo Festival, l’oramai atteso evento culturale che conferma così la propria vocazione internazionale, scegliendo anche Parr per analizzare il tema “Never Enough”.

Oltre alle sedi storiche di Matino, Lecce, Castrignano de’ Greci e Le Stanzíe, quest’anno il festival si estende fino a Gallipoli e Galatina, in continuo dialogo con i grandi festival europei, ovvero il tedesco Fotofestival >>horizonte zingst e lo svizzero Fotofestival Lenzburg.
La mostra personale di Martin Parr, “Snack It!”, allestita a Palazzo dei Marchesi del Tufo a Matino, è un banchetto visivo sul nostro rapporto con il cibo, i desideri e le piccole manie quotidiane. Coni di gelato che colano, torte arcobaleno, hamburger sbilenchi e pacchetti di patatine che diventano quasi reliquie pop: oltre sessanta fotografie costruiscono un atlante dei nostri appetiti, un racconto visivo dell’iperconsumo che ci definisce.
“Snack It!” è stata anticipata da un’anteprima a Gallipoli, facendo dell’iconica spiaggia della Purità, luogo simbolo della città, una galleria che guarda al mare come a un archivio e a una superficie riflettente, dove ogni onda restituisce l’immagine mutevole di ciò che siamo: ironici, fragili, perennemente in posa davanti al mondo. Parr guarda il cibo come un antropologo dell’Occidente decifrandone la grammatica invisibile, restituendo attraverso la luce e il colore la teatralità dell’assurdo quotidiano. In ogni immagine, dietro la superficie lucida del consumo, affiorano ironia e una forma di tenerezza per l’umanità che continua a inseguire il proprio appetito di senso.

A Lecce, invece, Palazzo Scarciglia ospita la sua mostra “WOW!”, esposizione curata da Jan von Holleben ed Edda Fahrenhorst per KidsLovePhotography e co-prodotta con Creation in collaborazione con ArtWork. Tratta dal libro omonimo pubblicato da OTM Company, la mostra è un percorso pensato per bambini e famiglie: immagini buffe, surreali, fuori contesto che insegnano a guardare con curiosità e spirito critico. “Wow!” diventa così un piccolo laboratorio visivo sulla meraviglia, un invito a porsi domande semplici e universali che aprono, però, mondi complessi.
Da oltre quarant’anni, il fotografo britannico trasforma la quotidianità in una lente deformante, restituendo un’immagine del presente che oscilla tra fascino e disincanto. Nato nel 1952, membro di Magnum Photos dal 1994 e fondatore della Martin Parr Foundation, Parr ha pubblicato oltre centoventi libri e curato retrospettive nei più importanti musei internazionali. È stato, per la fotografia documentaria, ciò che Pop Art e ironia sono stati per l’arte contemporanea: un cortocircuito di estetica e critica, un invito a guardare la realtà con occhi nuovi.
Ed è così che Martin Parr costruisce nel Salento un doppio racconto: da una parte la società adulta, sazia e distratta, dall’altra lo sguardo infantile, ancora capace di stupirsi, dove il cibo, il colore, il consumo e il gioco diventano ciò che la fotografia è sempre stata: uno specchio deformante che ci costringe a riconoscerci, anche quando non ci piace ciò che vediamo. Prospettive che Yeast Photo Festival tiene insieme nel suo programma diffuso e sempre più internazionale.


