Alessandro Russo al MARCA: trentacinque anni di pittura tra tradizione e modernità

Il MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro rafforza il suo impegno nella valorizzazione della pittura italiana contemporanea con la mostra “Alessandro Russo. Opere 1990–2025”, a cura di Marco Meneguzzo, con inaugurazione prevista per il 3 maggio 2025. L’esposizione presenta una selezione di circa ottanta lavori, offrendo un ampio sguardo su oltre tre decenni di attività di uno degli artisti più riconoscibili del panorama nazionale. Attraverso cicli pittorici differenti ma fortemente coerenti, la mostra documenta l’evoluzione di un autore capace di coniugare memoria e contemporaneità in un linguaggio pittorico autonomo e rigoroso.

Il percorso espositivo si concentra principalmente su opere recenti o recentissime, permettendo di osservare come Alessandro Russo abbia saputo mantenere una continuità stilistica pur rinnovando costantemente i propri temi. Dai celebri “comizi”, narrazioni collettive e simboliche della condizione umana, ai “paesaggi industriali”, dalle opere di “recovery art” fino ai più recenti “paesaggi urbani” e “porti”, il suo lavoro esplora in profondità i luoghi del vivere contemporaneo, filtrandoli attraverso un linguaggio sintetico ed essenziale.

La mostra si configura come una vera antologica di metà carriera, che rinnova l’attenzione della città di Catanzaro nei confronti dell’artista, a quattordici anni dalla grande retrospettiva “Umanità. Maschere. Luoghi” del 2011. Alessandro Russo emerge come un pittore che ha saputo mantenere saldo il legame con la grande tradizione figurativa italiana, rinnovandone i codici attraverso una sensibilità autenticamente contemporanea.

Nei suoi lavori si avverte il gusto per la narrazione visiva e per la costruzione scenica, elementi che richiamano i capricci settecenteschi e la pittura urbana di fine Ottocento. Tuttavia, Russo rielabora questi riferimenti storici con un linguaggio che privilegia la sintesi formale e la chiarezza compositiva. I suoi skyline cittadini, come quello del Duomo di Milano, si trasformano in composizioni geometriche, dove gli elementi architettonici vengono ridotti a forme essenziali, spesso semplici rettangoli cromatici. Questa stilizzazione richiama la linearità di Mondrian e la visione delle avanguardie storiche, pur rimanendo saldamente ancorata alla realtà urbana.

Dietro questa apparente astrazione, permane una profonda fedeltà al reale: Russo non tradisce l’identità dei luoghi che rappresenta, ma li restituisce nella loro essenza più immediata e universale. La sua capacità di ricondurre il reale a una forma essenziale e poetica lo rende un interprete lucido delle trasformazioni sociali e culturali contemporanee.

A completare la mostra, la pubblicazione di un catalogo monografico edito da Dario Cimorelli Editore, che raccoglie un ampio saggio critico di Marco Meneguzzo, testi di approfondimento sui diversi cicli pittorici e un accurato apparato scientifico e biografico a cura di Emanuela Russo. Stampato in edizione bilingue italiano-inglese, il volume costituisce il primo vero mid-career book dedicato all’artista.

Con questa esposizione, Alessandro Russo riafferma la forza di una pittura che, radicata nella tradizione, si dimostra capace di esplorare e raccontare la complessità del presente, utilizzando un linguaggio espressivo che rimane, ancora oggi, uno strumento privilegiato per leggere le trasformazioni del nostro tempo.

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