Alfredo Camisa e la fotografia del secondo dopoguerra

Il 21 giugno inaugura, presso Palazzo Bisaccioni di Jesi (AN), sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, “Alfredo Camisa:un decennio da ‘amatore impegnato’ nella fotografia italiana” Questa esposizione, curata da Marta Camisa, direttrice dell’Archivio Fotografico Alfredo Camisa, offre l’opportunità  di conoscere a fondo Alfredo Camisa, una figura chiave nella fotografia del dopoguerra in Italia.

In collaborazione con il Comune di Senigallia e l’Archivio Fotografico Alfredo Camisa, la mostra  presenta trentasei fotografie, selezionate dalla collezione del Museo Comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia, che offrono una panoramica significativa sullo stile distintivo e l’impegno sociale del fotografo.

Alfredo Camisa, originario di Bologna, è diventato noto nelle Marche grazie alla sua collaborazione con il Gruppo Misa e la sua crescente amicizia con fotografi come Piergiorgio Branzi, Mario Giacomelli e Ferruccio Ferroni. Con il suo lavoro, Camisa ha esplorato la natura umana con uno sguardo empatico e critico, distaccandosi dalle rappresentazioni stereotipate per indagare i sentimenti e le condizioni umane in maniera ironica e riflessiva.

Il percorso espositivo inizia con la serie “Bancarelle di Milano”, per poi passare alle “Impressioni del Sud” e soffermarsi sui “Ritratti”. Prosegue con uno sguardo dietro le quinte del Piccolo Teatro e si conclude con “Scatti oltre confine”, una sezione dedicata ai viaggi di Camisa in U.S.A. e Libia.

Dopo un decennio di intensa attività, Camisa, ha deciso di ritirarsi dal mondo della fotografia professionale nel 1961, disilluso dalle restrizioni imposte dal domino commerciale. La mostra quindi ci riporta a quel breve ma intenso periodo della carriera fotografica di Camisa e ricrea perfettamente l’ambiente italiano del dopoguerra.

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