Alla Ricerca del Dipinto più Prezioso Mai Rubato nel Mondo

Nell’infinito universo dell’arte, spesso accade che opere di inestimabile valore e significato storico siano perdute nel tempo. Molti di questi tesori – simboli di un’epoca, di una cultura, di un popolo – scomparendo, alimentano leggende divenendo oggetto di fascino e curiosità. Tra questi, è degno di nota il travagliato destino di un singolare dipinto, definitevamente scomparso in seguito a uno dei più audaci furti d’arte nella storia: parliamo de “Il Concerto” di Johannes Vermeer.

Realizzato circa nel 1665, il quadro raffigura tre personaggi di estrazione borghese: una donna seduta ad un clavicembalo, un uomo di spalle alle prese con un liuto e una seconda figura femminile ritratta mentre canta. Intorno a loro, dettagli preziosi come due pitture appese sulla parete – una delle quali è una copia de “La procaccia” di Dirck van Baburen, posseduta dalla suocera di Vermeer – e un paesaggio raffigurato sul coperchio del clavicembalo.

Ma la storia de “Il Concerto” inizia veramente a emergere solo nel 1780, quando appare per la prima volta nei documenti storici. Un secolo dopo, nel 1892, ad aggiudicarsi l’opera durante un’asta parigina è la filantropa e collezionista Isabella Stewart Gardner, per la cifra di 5.000 dollari. Il dipinto, primo acquisto di rilievo per la giovane collezionista, viene successivamente esposto nel museo di Boston a lei dedicato.

Passano gli anni e arriva il fatidico 18 marzo 1990: il quadro varrebbe oggi circa 500 milioni di dollari. In piena nottata, dopo che la città ha festeggiato San Patrizio, due individui penetrano nel museo spacciandosi per agenti di polizia. Recuperano “Il Concerto” tra le tredici opere d’arte rubate quella notte, durante quello che è ancora considerato il più grande furto d’arte al mondo.

Le indagini sulla sparizione dell’opera condurranno gli agenti della polizia di Boston a James “Whitey” Bulger, noto boss mafioso già nella lista dei più ricercati dell’FBI. Nonostante la sua arrestazione nel 2011, dopo 16 anni di caccia all’uomo, Bulger non ha mai confessato il suo coinvolgimento nel furto, rimanendo ignota la certezza dei colpevoli.

Alla sparizione de “Il Concerto” rimane legato un alone di mistero. Ne rimangono solo la cornice vuota nel museo di Boston, che conserva il ricordo di quella notte tragica, e il rammarico per un’opera d’arte che, seppur invisibile agli occhi del grande pubblico, continuerà a vivere nelle fantasie e nelle speranze dei cultori dell’arte e della bellezza.

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