In un momento in cui il mondo dell’arte internazionale si interroga sulle nuove geografie della creatività, anonymous art project, innovativa piattaforma filantropica nata in Giappone nel 2023, sceglie Venezia per il suo debutto europeo. E lo fa con due interventi espositivi di grande rilievo che aprono un dialogo affascinante tra contemporaneo giapponese e storia architettonica veneziana, in coincidenza con la 19. Esposizione Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia 2025.
Dal 6 maggio al 28 settembre, il Museo Archeologico Nazionale di Venezia ospita LINES by Kengo Kito, mentre dall’11 maggio al 21 luglio Palazzo Bollani accoglie INTERSTICE, mostra immersiva firmata da Mika Ninagawa in collaborazione con il collettivo EiM, a cura di Eriko Kimura. Due mostre autonome, promosse nell’ambito del sostegno al Padiglione Giappone (In-Between), che non si limitano a essere “eventi collaterali”, ma si impongono come statement progettuali a pieno titolo.
anonymous art project, fondato dall’imprenditore Hiroyuki Maki, nasce da un principio tanto semplice quanto radicale: restituire alla società attraverso l’arte, sottraendola alla logica del profitto. Donazioni, sponsorizzazioni, investimenti pubblici e privati: l’obiettivo è sostenere artisti giapponesi in patria e all’estero, favorendo un ambiente libero e inclusivo dove l’arte possa fiorire come esperienza reale, politica e trasformativa.
Il Cortile dell’Agrippa del Museo Archeologico diventa la scena di un intervento site-specific di Kengo Kito, artista nato a Nagoya nel 1977, il cui lavoro ruota attorno alla relazione tra colore, materia e architettura. L’installazione, curata da Masahiko Haito, s’inserisce nel cuore di una delle architetture più stratificate di Venezia, quella scamozziana del XVI secolo che qui dialoga con i riverberi bizantini della vicina Basilica di San Marco. Kito, che utilizza materiali ready-made per generare ambienti pittorici e installativi di grande forza plastica, attiva un cortocircuito tra verticalità rinascimentale e decorativismo orientale, offrendo una nuova lettura dello spazio museale come organismo dinamico.
Ma l’intervento non è solo estetico: anonymous art project ha sostenuto anche un’attività temporanea di manutenzione conservativa sulla parete dietro la scultura di Agrippa, minata da tempo e umidità. Un gesto di cura che si intreccia con il significato più profondo del progetto: non solo mostrare, ma preservare e rilanciare, nel rispetto della memoria e del contesto. In parallelo, il Museo Archeologico riapre ufficialmente l’ingresso storico al civico 17 di Piazzetta San Marco, riattivando il Cortile dell’Agrippa come nuovo punto d’accesso e simbolo di una rinnovata apertura verso il pubblico.
Allo stesso tempo, Palazzo Bollani ospita INTERSTICE, primo progetto espositivo europeo di Mika Ninagawa, regista e fotografa celebre per il suo uso esuberante del colore e per una poetica sospesa tra pop, simbolismo naturale e cultura visuale giapponese. In collaborazione con EiM (Eternity in a Moment), collettivo che fonde scienza dei dati, cinematografia e design esperienziale, Ninagawa costruisce una installazione multisensoriale che indaga i concetti di soglia, passaggio, metamorfosi.
Il risultato è una narrazione visiva e sonora che trascina il visitatore dentro un flusso percettivo continuo, dove la realtà si sovrappone alla finzione, e l’immagine diventa materia espansa. I collaboratori di EiM – dal data scientist Hiroaki Miyata al lighting designer Koshiro Ueno, passando per il creativo Isao Kuwana – contribuiscono a generare un paesaggio immersivo in cui la fotografia di Ninagawa si trasforma in ambiente, in esperienza abitabile.
A suggellare l’apertura delle mostre, sabato 10 maggio 2025, anonymous art project promuove un evento speciale dedicato alla cultura gastronomica giapponese, con protagonista l’oden, piatto tradizionale invernale, accompagnato da una performance del collettivo artistico L PACK. Un momento performativo che rompe la frontalità dell’arte espositiva, proponendo un incontro conviviale e culturale che completa l’idea di arte come esperienza integrata, quotidiana, viva.
Con queste due mostre, anonymous art project dimostra che la filantropia può diventare motore di innovazione culturale, e che il dialogo tra radici e futuro non è solo possibile, ma necessario. Venezia, crocevia simbolico tra Oriente e Occidente, offre il luogo perfetto per dare corpo a questo racconto: un’arte che non cerca di stupire, ma di connettere, curare e trasformare.