Dal 30 ottobre al 30 novembre 2025, il Museo Archeologico Nazionale di Venezia, parte dei Musei Archeologici Nazionali di Venezia e della Laguna, ospita ArcheoMateria, la nuova mostra dell’artista e designer Michela Cattai, a cura di Francesca Giubilei, con un intervento critico della storica del vetro Rosa Barovier Mentasti. L’esposizione, che sarà presentata in anteprima alla stampa il 29 ottobre alle ore 11.30, propone un dialogo poetico tra l’arte del vetro contemporaneo e le testimonianze dell’antichità classica, trasformando le sale del museo in uno spazio di confronto tra memoria e futuro.
Con oltre venti opere esposte, ArcheoMateria esplora la relazione tra la materia vitrea e la statuaria classica, restituendo al vetro quella valenza simbolica e spirituale che ha attraversato i secoli. L’incontro tra la collezione permanente del Museo — legata alla Venezia collezionista e al suo rapporto con l’antico — e la ricerca contemporanea di Cattai genera un dialogo inedito tra vetro e marmo, due materiali che la città ha storicamente consacrato all’eccellenza artistica. Fin dal XV secolo, infatti, la tradizione muranese ha reso Venezia un centro d’avanguardia nel trattamento del vetro, mentre le collezioni di scultura antica testimoniavano il desiderio di legittimare la città come capitale culturale e politica del Mediterraneo.
Le opere di Michela Cattai si inseriscono in questa eredità con una forza gentile e riflessiva: il suo vetro diventa un‘eco contemporanea della scultura classica, attraverso pieghe, scanalature, chiaroscuri che richiamano le superfici del marmo e la plasticità delle forme greco-romane. La materia si fa veicolo di memoria, ma anche di metamorfosi: ogni lavoro sembra emergere da una stratificazione temporale che confonde passato e presente.
Il cuore della mostra è segnato da due nuove serie: “ArcheoMateria” e “Colonne d’Aria”. Nella prima, il concetto di “reperto” viene reinterpretato come oggetto di contemplazione estetica. I manufatti vitrei, intaccati da filamenti metallici e da irregolarità superficiali, sembrano provenire da un tempo remoto, resti di civiltà dimenticate o fossili del futuro. Le forme, pur evocando l’archeologia, conservano una vitalità fluida, come se la materia stessa respirasse luce e memoria.
La seconda serie, Colonne d’Aria, richiama i fusti scanalati delle colonne antiche, trasformando il vetro in elemento architettonico sospeso tra pesantezza e leggerezza. Le superfici, scandite da pieni e vuoti, si muovono con il variare della luce, creando vibrazioni cromatiche e riflessi che rimandano alla plasticità del marmo scolpito. In entrambe le serie, la ricerca di Cattai è dominata da un equilibrio tra rigore formale e libertà poetica: la materia diventa un linguaggio vivo, attraversato da energia e trasformazione.
Le sculture, con superfici satinate e dettagli metallici lucidati, giocano sulla dialettica tra opacità e trasparenza, morbidezza e tensione. Il vetro, per sua natura fragile, si rivela in realtà come materiale di resistenza, capace di trattenere e riflettere la luce come una forma di tempo solidificato.
Il Museo Archeologico Nazionale di Venezia si presenta come il luogo ideale per accogliere questa riflessione. Nato grazie alle donazioni del patriziato veneziano alla Serenissima — a partire da quella di Domenico Grimani e, successivamente, del nipote Giovanni nel XVI secolo — il museo rappresenta una delle prime raccolte pubbliche di arte antica in Italia. Le sue sale raccontano la volontà di una città di costruire, attraverso l’arte, una legittimazione storica e simbolica. Negli anni, il museo ha ospitato numerosi interventi di arte contemporanea, consolidando un dialogo attivo tra epoche, materiali e linguaggi.
ArcheoMateria si inserisce in questo percorso di rinnovata valorizzazione del museo, che nel 2025 ha riaperto al pubblico anche il Cortile dell’Agrippa, oggi uno degli ingressi principali insieme a quello del Museo Correr. Questo intervento segna l’avvio di un nuovo allestimento museale, che restituisce al pubblico la sequenza originaria ideata da Carlo Anti tra il 1924 e il 1926, guidando il visitatore in un percorso cronologico attraverso l’arte greca e romana dal V secolo a.C. fino alla tarda età imperiale.
L’allestimento della mostra, ideato da Michela Cattai e realizzato in collaborazione con CIMENTO, azienda italiana di design e architettura, combina funzionalità e sostenibilità con un’elevata ricerca materica e cromatica. L’uso di texture profonde e tonalità sofisticate amplifica il dialogo tra le opere e gli spazi museali, creando una continuità sensoriale tra l’antico e il contemporaneo.
Sponsor dell’evento inaugurale è Terre D’Aenòr, realtà che condivide con l’artista la passione per la qualità, la materia e la tradizione.
Con ArcheoMateria, Michela Cattai restituisce al vetro la sua dimensione simbolica e spirituale, facendone un ponte tra storia e presente. Le sue opere non si limitano a evocare l’antico, ma lo reinterpretano con sensibilità contemporanea, ricordandoci che la materia — come la memoria — è sempre in trasformazione. In un museo che racconta secoli di civiltà, la luce che attraversa il vetro di Cattai diventa metafora del tempo stesso: fragile, mutevole, eterno.


