Dal 18 al 20 aprile, con preview riservate nei giorni precedenti, il Madinat Jumeirah di Dubai apre nuovamente le porte ad Art Dubai, l’evento fieristico più rilevante del panorama artistico del Medio Oriente. Giunta alla sua diciannovesima edizione, la manifestazione si riconferma crocevia internazionale per il collezionismo, la ricerca curatoriale e le pratiche artistiche emergenti, con oltre 120 gallerie provenienti da più di 40 Paesi e un programma che unisce sperimentazione, memoria storica e riflessione sulle nuove tecnologie.
Fondata nel 2007, Art Dubai è più di una semplice fiera commerciale: è una piattaforma istituzionale che alimenta l’ecosistema culturale degli Emirati Arabi Uniti. Attraverso progetti di formazione, programmi pubblici e commissioni artistiche, contribuisce in modo significativo alla crescita di un’infrastruttura culturale regionale sempre più dinamica. Lo sottolinea anche Pablo del Val, direttore artistico della fiera: «Art Dubai svolge un doppio ruolo: è la principale piattaforma commerciale della regione e, al contempo, un’istituzione culturale radicata nel territorio».

Le sezioni della fiera: un mosaico geografico e curatoriale
La struttura di Art Dubai 2025 si articola in quattro sezioni principali:
- Contemporary: con 70 gallerie da cinque continenti, la sezione ospita importanti new entries come Bortolami (New York), Mizuma Art Gallery (Tokyo) e Richard Saltoun (Londra/Roma/New York), confermando il ruolo di Dubai come hub globale per l’arte contemporanea.
- Modern: curata da Magalí Arriola e Nada Shabout, presenta maestri del XX secolo con un focus sulle storie artistiche del Sud globale. Tra i protagonisti, Darío Pérez Flores (Venezuela), Bertina Lopes (Mozambico) e Mehdi Moutashar (Iraq), in un dialogo tra eredità postcoloniale e modernismo regionale.
- Bawwaba: la sezione “porta d’accesso”, curata da Mirjam Varadinis, accoglie presentazioni monografiche recenti. Al centro, il tema della coesistenza e della dislocazione, con artisti come Tomás Saraceno e Gulnur Mukazhanova che indagano nuove modalità di abitare il mondo.
- Digital: giunta alla quarta edizione e curata da Gonzalo Herrero Delicado, questa sezione indaga il rapporto tra arte e tecnologia. Il tema 2025, After the Technological Sublime, espande la nozione di sublime al campo digitale, mettendo in scena installazioni che interrogano il ruolo dell’intelligenza artificiale, della robotica e dei dati ambientali. Progetti speciali sono presentati da artisti come Matteo Mandelli e Luca Baldocchi con l’installazione “Fioriture Sintetiche”, Andrea Crespi con quattro nuove tele raffiguranti umanoidi parte della nuova serie “Beyond Time: from memory to machine” e ancora il collettivo artistico THEM presentato da HolyClub che porta l’inedita serie “Archetypes” per esplorare la fragilità umana e le sue contraddizioni attraverso figure mitologiche.

Progetti speciali: arte come pratica trasformativa
La fiera si distingue anche per l’ampio programma di commissioni site-specific. L’artista messicano Héctor Zamora presenta una serie di performance con oggetti in terracotta, esplorando il simbolismo della materia e le dinamiche collettive dei rituali. L’artista emiratino Mohammed Kazem, in collaborazione con Julius Baer, realizza Directions (Merging), un’installazione digitale in cui le coordinate di Dubai diventano centro simbolico di una città-mondo interconnessa.
Tra le installazioni digitali, spiccano MotherEarth dello studio Ouchhh, basata su dati climatici, Carbon Wake di Breakfast Studio, che traduce in arte cinetica i flussi energetici globali e Retreat di Jacopo Di Cera, installazione di 40 schermi che rende tangibile l’urgenza della crisi ambientale con il supporto della piattaforma CIFRA.
Dibattiti e visioni: il pensiero artistico come bene comune
Di particolare rilevanza è il Global Art Forum, il più ampio summit artistico della regione MEA, quest’anno intitolato The New New Normal e curato da Shumon Basar insieme al duo Y7. Al centro, i cambiamenti rapidi che ridefiniscono l’umano e il tecnologico, con contributi di figure come l’architetto Rem Koolhaas e l’artista Lawrence Abu Hamdan.
Altrettanto significative le Collector Talks e le Modern Talks, che offrono uno spazio di riflessione sul ruolo del collezionista contemporaneo e sulla valorizzazione delle narrazioni artistiche marginalizzate. L’intera offerta dialogica è concepita come strumento per democratizzare l’accesso alla conoscenza artistica e promuovere il dibattito critico.

Una nuova direzione per il futuro
La fiera del 2025 segna anche un importante passaggio istituzionale. L’arrivo di Dunja Gottweis – ex Art Basel – alla direzione della fiera e di Alexie Glass-Kantor nel ruolo di Executive Director, Curatorial, testimonia l’ambizione di Art Dubai di consolidare il proprio posizionamento internazionale e di ampliare il raggio delle collaborazioni globali.
In un contesto geopolitico in continua trasformazione, Art Dubai si conferma come osservatorio privilegiato per comprendere le traiettorie dell’arte contemporanea nei paesi del Golfo e oltre. L’arte, qui, non è solo merce né solo esperienza estetica: è strumento di relazione, di pedagogia e di immaginazione. La fiera di Dubai, con il suo spirito pionieristico e la sua infrastruttura solida, si propone come uno dei nodi centrali di un nuovo atlante dell’arte globale, in cui il Medio Oriente non è più periferia, ma cuore pulsante di una nuova geografia culturale.
ENGLISH VERSION
Art Dubai 2025: the fair redefining the role of contemporary art in the Middle East
From April 18 to 20, with preview days held prior to the public opening, Madinat Jumeirah in Dubai will once again host Art Dubai, the most significant art fair in the Middle Eastern cultural landscape. Now in its nineteenth edition, the fair reaffirms its status as an international crossroads for collectors, curators, and emerging artistic practices. Featuring over 120 galleries from more than 40 countries, the event offers a programme that merges experimentation, historical memory, and reflection on new technologies.
A Multifaceted Identity: fair and institution
Founded in 2007, Art Dubai is more than a commercial art fair: it is an institutional platform that nurtures the cultural ecosystem of the United Arab Emirates. Through educational initiatives, public programmes, and artist commissions, it contributes significantly to the development of an increasingly dynamic regional cultural infrastructure. As Pablo del Val, the fair’s Artistic Director, states: “Art Dubai plays a dual role: it is the region’s leading commercial platform and, at the same time, a cultural institution deeply rooted in its local context.”
Fair Sections: a geographic and curatorial mosaic
Art Dubai 2025 is structured into four main sections:
- Contemporary: Featuring 70 galleries across five continents, this section welcomes major new participants such as Bortolami (New York), Mizuma Art Gallery (Tokyo), and Richard Saltoun (London/Rome/New York), confirming Dubai’s role as a global hub for contemporary art.
- Modern: Curated by Magalí Arriola and Nada Shabout, this section showcases 20th-century masters with a focus on the art histories of the Global South. Key figures include Darío Pérez Flores (Venezuela), Bertina Lopes (Mozambique), and Mehdi Moutashar (Iraq), engaging in a dialogue between postcolonial heritage and regional modernism.
- Bawwaba: Meaning “gateway” in Arabic, this section is curated by Mirjam Varadinis and features recent solo presentations. Central to its theme are coexistence and displacement, with artists such as Tomás Saraceno and Gulnur Mukazhanova exploring new models of inhabiting the world.
- Digital: Now in its fourth edition and curated by Gonzalo Herrero Delicado, this section explores the relationship between art and technology. The 2025 theme, After the Technological Sublime, expands the notion of the sublime into the digital realm, showcasing installations that question the role of artificial intelligence, robotics, and environmental data. Special projects are presented by artists such as Matteo Mandelli and Luca Baldocchi with the installation Fioriture Sintetiche; Andrea Crespi, who unveils four new canvases depicting humanoids from his new series Beyond Time: from memory to machine; and the artist collective THEM, presented by HolyClub, which introduces the previously unseen series Archetypes, exploring human fragility and its contradictions through mythological figures.
Special Projects: art as transformative practice
The fair distinguishes itself through an extensive programme of site-specific commissions. Mexican artist Héctor Zamora presents a series of performances involving terracotta objects, exploring the symbolism of material and the collective dynamics of ritual. Emirati artist Mohammed Kazem, in collaboration with Julius Baer, unveils Directions (Merging), a digital installation where the coordinates of Dubai become the symbolic centre of an interconnected global city.
Among the digital installations, MotherEarth by Ouchhh Studio stands out, based on climate data; Carbon Wake by Breakfast Studio translates global energy flows into kinetic art; and Retreat by Jacopo Di Cera, comprising 40 screens, renders the urgency of the environmental crisis into a tangible form with the support of CIFRA digital platform.
Dialogues and Visions: artistic thought as a common good
Particularly notable is the Global Art Forum, the largest cultural summit in the MEA region. Entitled The New New Normal and curated by Shumon Basar with the duo Y7, this year’s edition focuses on rapid transformations reshaping the human and technological condition, with contributions from figures such as architect Rem Koolhaas and artist Lawrence Abu Hamdan.
Equally significant are the Collector Talks and Modern Talks, which provide space for reflection on the role of the contemporary collector and the importance of amplifying marginalised artistic narratives. The entire dialogue programme is designed as a tool to democratise access to artistic knowledge and foster critical discourse.
A new direction for the future
The 2025 edition also marks a significant institutional shift. The arrival of Dunja Gottweis—formerly of Art Basel—as Fair Director, and Alexie Glass-Kantor as Executive Director, Curatorial, highlights Art Dubai‘s ambition to strengthen its international positioning and broaden the scope of global collaborations.
The Middle East at the heart of the global scene
In a constantly shifting geopolitical context, Art Dubai confirms itself as a privileged observatory for understanding the trajectories of contemporary art in the Gulf region and beyond. Here, art is not merely a commodity or an aesthetic experience: it is a tool for connection, pedagogy, and imagination. With its pioneering spirit and robust infrastructure, Dubai’s fair positions itself as one of the central nodes in a new global art map—where the Middle East is no longer a periphery, but the beating heart of a new cultural geography.