Alla sua quarta edizione, Art Dubai Digital si conferma una delle sezioni più innovative della fiera, distinguendosi a livello internazionale per la capacità di indagare in modo critico il rapporto tra arte e nuove tecnologie. Curata quest’anno da Gonzalo Herrero Delicado, curatore indipendente di base a Londra e docente presso Central Saint Martins e il Royal College of Art, la sezione propone una riflessione profonda e articolata sul ruolo della tecnologia nella cultura contemporanea.
Un nuovo concetto di sublime
Il tema scelto per l’edizione 2025, After the Technological Sublime, rilegge la nozione classica di sublime – legata alla potenza incontrollabile della natura – traslandola nel contesto delle creazioni tecnologiche umane. Dall’intelligenza artificiale al calcolo quantistico, le tecnologie odierne generano sensazioni di meraviglia e inquietudine, interrogando il nostro bisogno di controllo e distogliendo l’attenzione da questioni urgenti come la crisi climatica, le disuguaglianze sociali e i conflitti geopolitici.
L’obiettivo curatoriale per Herrero Delicado è quello di riportare al centro l’arte come strumento critico: «Art Dubai Digital 2025 cerca di spostare il focus dalla tecnologia in sé alle domande che gli artisti pongono su di essa. Che ruolo ha la tecnologia nella nostra vita quotidiana, e come l’arte può aiutarci a comprenderne gli impatti invisibili?».

Lanciata nel 2022, Art Dubai Digital rappresenta un caso unico nel circuito internazionale delle fiere d’arte: è una sezione interamente dedicata agli sviluppi del linguaggio digitale in ambito artistico. Ogni anno accoglie circa 30 progetti tra gallerie, collettivi e piattaforme, provenienti da contesti geografici diversificati. L’edizione 2025 vede la partecipazione di realtà come GAZELL.iO (Londra/Baku), TAEX (Londra), DANAE (Parigi) Holy Club (Milano) e Immaterika (Milano/Roma), oltre a numerose presenze da Dubai – come Mondoir Art Gallery, Monada Art Gallery, Inloco Gallery e Koshta.collective – che sottolineano il ruolo crescente della città come hub per la sperimentazione digitale.
Tra le opere più significative della sezione, spicca MotherEarth dello studio Ouchhh, una scultura dati su larga scala che traduce informazioni ambientali – come emissioni di CO₂, qualità dell’aria e umidità – in un’esperienza sensoriale immersiva alimentata da intelligenza artificiale.

L’artista newyorkese BREAKFAST presenta Carbon Wake, un’installazione cinetica che utilizza dati in tempo reale sull’energia globale. Piastrelle dorate e specchiate si muovono in base alle analisi dell’intelligenza artificiale: si alzano con l’aumento delle emissioni, si abbassano con l’impiego di energie rinnovabili.
Il collettivo locale Hybrid Xperience propone un grande caleidoscopio interattivo in cui il pubblico è invitato a visualizzare i propri sogni attraverso l’intelligenza artificiale.
Trova spazio anche RETREAT dell’artista italiano Jacopo Di Cera, un’installazione sostenuta da CIFRA, composta da 32 monitor realizzati con materiali sostenibili, che restituisce visivamente il drammatico scioglimento del Ghiacciaio della Brenva con un sottofondo sonoro elaborato in collaborazione con Massimiliano Ionta che accentua la potenza dell’opera. Le immagini in loop scorrono come una cascata digitale, evocando il passaggio dal ghiaccio all’acqua in un ciclo inarrestabile. RETREAT è una riflessione profonda sull’urgenza ambientale e un atto di responsabilità ecologica, che utilizza il linguaggio del digitale per sensibilizzare il pubblico.

Completa la selezione Directions (Merging) di Mohammed Kazem, installazione digitale commissionata da Julius Baer, che colloca le coordinate di Dubai al centro dello spazio espositivo, rendendo visibile la rete di connessioni che definisce la città contemporanea.
Estranged Realities: un focus curatoriale
Nel cuore della sezione Digital si distingue anche il progetto speciale Estranged Realities: Fragments of the Technological Sublime, curato da Gonzalo Herrero Delicado e commissionato dal Consolato Generale d’Italia a Dubai. La mostra presenta una selezione di opere che interrogano le contraddizioni del nostro tempo tecnologico, riflettendo sulla distanza crescente tra uomo, macchina e natura.
Le gallerie coinvolte includono Studio G7, Holy Club, Immaterika, Inloco, Mondoir Gallery, P420, Sevil Dolmaci e Thomas Brambilla. Tra gli artisti partecipanti, spiccano proposte che esplorano l’astrazione algoritmica, le forme generate dall’intelligenza artificiale e le fratture cognitive prodotte dalla sovraesposizione digitale. La mostra propone un’esplorazione non convenzionale del sublime, dove la bellezza della tecnologia si scontra con le sue implicazioni sociali ed emotive.
Torna anche la seconda edizione del Digital Summit, il forum internazionale che accompagna la sezione Art Dubai Digital e che affronta, in forma pubblica e partecipativa, le grandi domande legate all’impatto delle tecnologie sulla società e sulla cultura contemporanea.
Sotto la direzione curatoriale di Herrero Delicado, il programma ospita talk, workshop e sessioni tematiche con la partecipazione di direttori museali, artisti, studiosi e innovatori digitali. Tra i temi al centro del dibattito: l’attivismo ecologico nell’arte mediale, i bias nei sistemi di intelligenza artificiale e il futuro dei musei nell’era digitale. Il summit è organizzato in partnership strategica con Dubai Culture & Arts Authority, confermando l’impegno degli Emirati nella promozione di una riflessione culturale profonda sul digitale.
Art Dubai Digital 2025 si impone così non solo come sezione espositiva, ma come spazio di pensiero critico e confronto internazionale. In un presente sempre più dominato dalle tecnologie, l’arte digitale torna a interrogare la nostra umanità, offrendo strumenti per comprendere – e forse trasformare – il mondo in cui viviamo.