“Art Is”: fino al 25 maggio in piazza della Scala l’opera collettiva che dà voce a oltre cento artisti sul senso dell’arte

Fino a sabato 25 maggio 2025, piazza della Scala a Milano ospita Art Is, l’installazione monumentale ideata da Angelo Bonello che raccoglie le visioni, i pensieri e le emozioni di oltre cento artisti contemporanei provenienti da tutto il mondo. Inaugurata il 15 maggio in occasione del Gala Fracci, l’opera rimarrà visibile gratuitamente nello spazio pubblico per tutta la settimana, trasformando il cuore culturale della città in un grande dispositivo collettivo di ascolto.

Alta sette metri per sei, Art Is si presenta come un gigantesco mosaico digitale incorniciato da decorazioni barocche dorate. Al suo interno scorrono, in loop, decine di brevi video-interviste: ogni artista è chiamato a rispondere alla domanda “Cos’è l’arte?”, sintetizzando in pochi secondi la propria visione personale. Il risultato è un affresco corale, costruito sulla molteplicità di esperienze e poetiche che riflettono la complessità del pensiero artistico contemporaneo.

Tra i partecipanti figurano Michelangelo Pistoletto, Emilio Isgrò, Fabrizio Plessi, Marco Lodola, Shirin Neshat, Jan Fabre, Steve McCurry, Arvo Pärt, Dacia Maraini, Massimiliano Fuksas, Patrick Tuttofuoco, Pier Luigi Pizzi, Achille Bonito Oliva, Carolyn Carlson, e in un cameo postumo, Carla Fracci.

L’opera, frutto della collaborazione tra Fondazione Banco dell’Energia e Teatro alla Scala, si inserisce nel solco dei progetti già realizzati da Bonello per Milano, come Big Ballerina (dicembre 2023) e Ballerina Sequence (novembre 2024). Ma se in quei casi la luce era protagonista, qui il focus si sposta sulla dimensione del pensiero e della parola. Art Is è un dispositivo di ascolto collettivo, un luogo in cui la città si trasforma in spazio di riflessione pubblica.

Il progetto si distingue anche per il suo approccio partecipativo. L’opera si attiva nel tempo dello sguardo e dell’attraversamento: lo spettatore è coinvolto, non solo come fruitore, ma come parte del discorso. All’interno della cornice barocca si dispongono decine di schermi digitali in una griglia che richiama un’interfaccia informatica. Questa scelta non è solo formale: sottolinea la fluidità e la frammentazione della comunicazione contemporanea, riflettendo il modo in cui oggi si costruisce l’immaginario collettivo.

La piazza non è un semplice fondale scenico, ma co-protagonista. Il pubblico che si trova a passare, spesso per caso, si confronta con domande essenziali, entrando in contatto con una dimensione intima e universale al tempo stesso. In questo senso, Art Is diventa un gesto profondamente democratico: l’arte esce dai contesti istituzionali e si offre alla città come strumento di conoscenza, stimolo al pensiero critico, occasione di crescita.

L’opera è anche un archivio in divenire. Attraverso un QR code si accede a una piattaforma digitale che permette di rivedere i contributi dei singoli artisti, ampliando l’esperienza e trasformandola in un catalogo vivo e partecipato, aggiornabile nel tempo e replicabile in altri contesti urbani. In questo senso, Bonello compie un gesto che richiama il lavoro di Giorgio Vasari, che nel Cinquecento raccolse le biografie degli artisti del suo tempo. Ma se Vasari scriveva, Bonello ascolta e monta: una nuova storiografia, fatta di voci e sguardi, che restituisce l’arte alla sua dimensione orale, sensibile, umana.

Art Is è un’opera non da contemplare ma da attraversare, non da possedere ma da condividere. Ogni video è un tassello di un grande affresco concettuale, ogni parola una scintilla. In questo senso, il progetto ha anche una funzione didattica: rende visibile l’intensità del pensiero artistico, restituendolo in una forma accessibile anche a chi non ha familiarità con i linguaggi dell’arte contemporanea.

A pochi giorni dalla chiusura, l’installazione continua ad attirare pubblico, stimolando curiosità, domande, confronto. E confermando quanto sia urgente, oggi, costruire spazi pubblici capaci di ospitare il pensiero e l’immaginazione.

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