Arte e natura si incontrano ad ARTEPARCO: la nuova opera di Velasco Vitali e il sostegno di BMW Italia

Arte e natura si incontrano ad ARTEPARCO: la nuova opera di Velasco Vitali e il sostegno di BMW Italia. L’iniziativa, ideata da Paride Vitale, ha progressivamente acquisito una propria identità, diventando un appuntamento stabile nel calendario dell’arte pubblica. Nel 2025 è arrivata all’ottava edizione, con la presentazione di Stasis, opera firmata da Velasco Vitali, tra i nomi più riconosciuti della scena artistica italiana.

Il progetto non è solo artistico: è anche un laboratorio di sostenibilità culturale, che da anni trova il sostegno di BMW Italia all’interno del programma SpecialMente #Drivenbypeople. Una partnership che conferma l’interesse di un grande gruppo industriale per l’arte come strumento di dialogo con la società, e che riafferma l’idea di un impegno che supera il mecenatismo classico per abbracciare la responsabilità sociale e ambientale.

L’opera di Vitali si inserisce in un contesto di straordinaria valenza paesaggistica: le Foreste Vetuste, dichiarate Patrimonio Mondiale UNESCO nel 2017, uno degli ultimi esempi di faggete primordiali in Europa. Qui l’artista ha collocato un tronco grezzo di quercia, semilavorato per assumere l’aspetto di una colonna naturale, sormontata da un capitello decorato con foglie d’acanto. In cima, la figura di un lupo appenninico, realizzata in alluminio e destinata a mutare nel tempo grazie a una patina che, ossidandosi, modificherà il colore e la superficie. L’opera non è un monumento fisso ma un organismo in trasformazione, che si affida all’azione del tempo e dell’ambiente circostante.

Il titolo Stasis suggerisce immobilità, ma l’idea è più complessa: si tratta di un equilibrio instabile, di una sospensione che porta con sé tensione e possibilità di cambiamento. Vitali evoca la tradizione degli stiliti, asceti che nell’antichità vivevano isolati su colonne, trasformando il gesto in riflessione spirituale. In questo contesto, il lupo diventa simbolo duplice: da un lato rappresenta la natura selvatica del Parco, dall’altro riflette una società contemporanea che cerca equilibrio in un’epoca segnata da instabilità.

Questa lettura si colloca all’interno di una linea di ricerca che Vitali porta avanti da anni, in cui l’animale è spesso metafora di comunità, resistenza e sopravvivenza. Non sorprende quindi che abbia scelto il lupo, figura identitaria per l’Appennino e, allo stesso tempo, emblema universale di un rapporto fragile tra uomo e natura.

L’ottava edizione di ARTEPARCO introduce anche strumenti digitali che ampliano l’esperienza. Una web app consente di esplorare il percorso attraverso mappa interattiva e audioguide affidate alle voci di Victoria Cabello e dello stesso Paride Vitale. È un modo per avvicinare nuovi pubblici, mantenendo però la centralità dell’esperienza fisica nei sentieri del Parco. Accanto a questo, BMW Italia ha rilanciato la collaborazione con la Scuola Holden, che ha realizzato un cortometraggio documentando l’installazione di Stasis. Non un semplice backstage, ma un racconto per immagini che restituisce il rapporto tra artista, territorio e comunità.

Guardando al percorso del progetto, emerge la sua capacità di coniugare linguaggi differenti. Ogni edizione ha lasciato un segno: dal Radicorno di Sissi, che fonde natura e mitologia, al Liberi Tutti di Valerio Berruti, che mette al centro l’infanzia, fino al recente Rinascita di megx, con le sue geometrie di colore che dialogano con il bosco. In questo mosaico di interventi, l’opera di Vitali porta un tono più scultoreo e monumentale, pur mantenendo la leggerezza del site-specific.

La critica può osservare in ARTEPARCO un modello interessante di arte ambientale contemporanea: non land art in senso stretto, né semplice installazione in natura, ma un progetto che si fonda sulla continuità nel tempo, sulla stratificazione di opere diverse in un unico territorio. È un processo di accumulazione che non mira a costruire un “parco tematico” ma un ecosistema culturale, dove ogni intervento diventa parte di un dialogo più ampio.

Se da un lato il sostegno di un partner come BMW garantisce solidità e visibilità, dall’altro rimane aperta la sfida della conservazione e della fruizione. Opere pensate per essere in contatto diretto con la natura sono destinate a trasformarsi, a volte a deteriorarsi: è parte della loro forza ma anche un nodo critico per chi intende considerarne il valore nel tempo.

Con Stasis, ARTEPARCO riafferma la sua capacità di coniugare arte e ambiente senza retorica, puntando su opere che non impongono ma si inseriscono, che non interrompono ma accompagnano. È un modello che guarda al futuro, capace di coinvolgere pubblico, istituzioni e imprese, e che fa del Parco Nazionale d’Abruzzo un laboratorio esemplare di dialogo tra estetica e sostenibilità.

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