Arte e Scienza al Centro: l’io, la vita, la cura – Hermione 15

Al Centro di Ricerca Fase 1 della Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza nasce il progetto Arte e Scienza al Centro – Hermione 15, uno studio prospettico, non farmacologico e monocentrico che esplora l’impatto dell’esposizione artistica sui pazienti coinvolti in sperimentazioni cliniche, sui loro familiari e sul personale sanitario. In collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, il progetto nasce dalla consapevolezza che prendersi cura significhi anche considerare le dimensioni personali ed emotive della persona.

Il rapporto tra arte e salute è oggi oggetto di crescente attenzione. Nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccolto le evidenze internazionali sul contributo positivo delle arti al benessere fisico ed emotivo. Anche in Italia si moltiplicano le iniziative che portano l’arte nei luoghi di cura. Hermione 15 si inserisce in questo contesto, con l’obiettivo di indagare in modo strutturato quanto e come l’arte possa incidere sul percorso terapeutico, documentandone gli effetti attraverso un approccio scientifico.

Ogni anno saranno proposti quattro progetti artistici della durata di tre mesi. Opere e installazioni animeranno atri, sale d’attesa e camere del Centro di Ricerca, accompagnate da video e percorsi di approfondimento. L’impatto di questa esperienza verrà valutato attraverso questionari, interviste e focus group rivolti a pazienti, familiari, personale sanitario e gruppi di controllo.

Per il primo ciclo espositivo sono stati coinvolti quattro artisti, ognuno con una propria sensibilità nel raccontare il rapporto tra arte, identità e cura. Alfredo Rapetti Mogol propone opere incentrate sulla parola scomposta, invitando lo spettatore a ricostruire significati personali. Monica Temporiti lavora su materiali preziosi e fragili, riflettendo sul valore delle tracce e delle forme lasciate dagli eventi della vita. PAO, artista milanese di street art, porta immagini leggere, colorate e simboliche, capaci di alleggerire e tradurre emozioni in chiave visiva.

Il ciclo si conclude con Salvatore Alessi, le cui opere saranno esposte fino al 4 settembre. Alessi indaga il concetto di casa come luogo fisico e interiore, metafora di identità, appartenenza e memoria. Le sue opere parlano del bisogno di radici e del coraggio di intraprendere un viaggio — sia quello concreto dei migranti, sia quello più intimo e personale che ogni percorso di cura comporta. Case luminose, immerse in paesaggi sospesi, si alternano a figure umane costruite attraverso sfumature e stratificazioni di colore. L’uso di materiali come foglia oro e rame ossidato racconta il tempo che passa lasciando tracce, ma anche la possibilità di conservare e trasformare ciò che resta. Alessi intreccia così il tema del viaggio con quello dell’identità e della memoria, suggerendo che la cura sia un ritorno a sé e un lento ritrovare casa.

L’artista ha aderito al progetto ricordando la propria infanzia, segnata dai lunghi ricoveri della madre e da una quotidianità vissuta tra reparti e corsie. La pittura per lui è memoria, racconto del tempo e tentativo di custodire le emozioni, trasformandole in immagini universali.

Hermione 15 si propone così di trasformare i luoghi della cura in ambienti più umani e accoglienti, integrando il percorso terapeutico con una dimensione culturale ed emotiva. Un’occasione per verificare, attraverso la ricerca, quanto e come l’arte possa contribuire al benessere delle persone e umanizzare l’esperienza della malattia.

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