Tra le fiere d’arte in Europa, anche quest’anno Asia NOW (svoltasi a Parigi dal 22 al 26 ottobre) si conferma tra le manifestazioni più rappresentative della scena contemporanea asiatica. Per la sua undicesima edizione è stata realizzata un’ampia riflessione curatoriale, costellata da mostre e da una diversificata programmazione pubblica che ha cercato di ritagliare uno spazio per riflettere insieme sulle dinamiche sociali, geopolitiche e culturali che legano e dividono Oriente e Occidente.
Protagonisti dell’undicesima edizione sono state 70 gallerie internazionali e artistə provenienti da 28 territori dell’Asia, in particolare, quest’anno dalle regioni dell’Asia occidentale e meridionale.
Concepito su diversi padiglioni e sezioni, il percorso di Asia NOW cominciava dai piani storici del Palazzo della Monnaie di Parigi. Sorpassata l’opera Topographies of belonging, dell’artista saudita Muhannad Shoho, un’installazione sospesa sulla gradinata d’ingresso, composta da lunghi cilindri in fibra geotessile, si incontravano le gallerie, tra cui Kaikai Kiki Gallery, che ha presentato lə artistə Chiho Aoshima e Takashi Murakami e la galleria Sabrina Amrani Gallery, con Al Dowayan, Khan, Nasseri e Oh, Shabbir. Ai padiglioni delle singole gallerie si alternavano le mostre e un programma pubblico animato da performance, proiezioni e conversazioni. Novità rispetto alle edizioni precedenti sono state la sezione NOW ON, che ha messo in luce le gallerie fondate dopo il 2015, come la galleria IAH Gallery e Galerie PJ, e la sezione THIRD SPACE, che ha promosso un dialogo tra gallerie e istituzioni, dando vita a progetti ibridi e sperimentali come We Were Always Neighbors.
Nata dell’incontro tra Sahil Arora, Rajiv Menon Contemporary Gallery, Tao Art Gallery e Art Manzil, We were Always Neighbors è una mostra di artistә emergentә provenienti da India e Pakistan. Attraverso pittura, scultura e installazioni, Fatima Kaleem e Shamir Iqtidar dal Pakistan, insieme a Shivangi Kalra, Gargi Chandola, Darshika Singh e Viraj Khanna dall’India, hanno lavorato intorno ai concetti di affinità artistica e culturale. Come allude il suo titolo “We Were Always Neighbors” si sofferma sulla percezione della divisione tra India e Pakistan, popoli un tempo uniti. Da diverse lingue e visioni politiche, un impulso comune: attraversare i confini per entrare in relazione.
Dopo il tema della Cerimonia dell’edizione di Asia NOW 2024, quest’anno la riflessione si è concentrata sui concetti di relazione e comunità. Nello specifico, ad accompagnare la fiera è stata la parola GROW, un invito a costruire connessioni e nuove interpretazioni del mondo al di là di confini geografici e condizionamenti culturali. Con il desiderio di rispecchiare la molteplicità racchiusa in questo tema, insieme alla volontà di dar voce al vasto territorio dell’Asia, la direzione artistica 2025 ha scelto di lavorare con un ampio team di curatorə, composto da Natasha Ginwala, Hajra Haider, Arnaud Morand, John Tain e Anissa Touati. Sul concetto di crescita, Anissa Touati spiega: “GROW pensa il tessuto asiatico come un campo nel pieno della sua fioritura. Un luogo attraversato da trasformazioni collettive, che diventano riconoscibili nel momento in cui si è disposti a superare le proprie coordinate geografiche, storiche e culturali”.
A interpretare l’idea di collettività e di crescita sono state inoltre le performance e i talks del programma pubblico. Ghost of Today and Tomorrow è la performance dell’artista saudita Ahaad Alamoudi, attivata in diversi momenti con canti e giochi di luce. Nella corte interna della Monnaie Alamoudi ha installato una struttura simile ad un alveare, una torre dalle pareti bucate, da cui un performer cantava. Nel palazzo a lui di fronte, affacciato alla finestra e illuminato da un fascio di luce calda, un secondo attore rispondeva. Interagendo con il suono e usando la luce come vettore memoriale, il lavoro di Alamoudi esplora la percezione, l’eredità e l’attrito temporale che emergono tra il presente e la storia antica della cultura saudita. Ahaad Alamoudi decostruisce le narrazioni in cui la cultura saudita viene costantemente reimmaginata e riformulata da interessi economici e culturali.
Nata come fiera commerciale, ogni anno Asia NOW propone una programmazione curatoriale animata da mostre, dialoghi, attorə culturali, performance e tavole rotonde, che celebrano la cultura dell’Asia rafforzando il dialogo artistico con le sue regioni. Con GROW l’attenzione è stata rivolta alla distanza che permane tra Oriente e Occidente, proponendo di guardare a tale vuoto in quanto espressione di due nozioni relative, come dice sempre Anissa Touati: “Ogni luogo può essere l’Oriente di un altro e viceversa; l’idea è di mettere in discussione questi binarismi”.
Connessione e collettività sono parole solitamente non familiari al campo semantico di una fiera d’arte. Soffermandosi sul luogo che anche quest’anno ha accolto l’evento, la Monnaie de Paris, sorge la curiosità di come il concetto di collettività possa aver trovato al suo interno un sincero terreno di risonanza. Sebbene infatti il programma artistico della fiera diventi ogni anno più ricercato, la percezione è che un evento a pagamento e destinato a un pubblico di nicchia possa non essere il contesto più in linea con la celebrazione del tema della crescita collettiva. In questo senso, e considerato il già distintivo posizionamento di Asia NOW rispetto a fiere d’arte focalizzate sulla compravendita, come la sua volontà di mettere in luce la scena asiatica emergente e il relativo posizionamento valoriale, ci si chiede se, in un futuro, la manifestazione possa essere immaginata in un diverso contenitore, magari in uno spazio in maggiore armonia con i valori di cui la fiera vuole farsi portavoce.
Andando oltre al tema della crescita, un progetto come quello di Asia NOW si conferma una delle iniziative più significative per promuovere un dialogo sempre più consapevole con l’Oriente. La Francia, forse anche grazie alla sua lunga storia di relazioni, non solo diplomatiche ma anche culturali con il continente asiatico, continua a mostrare una grande capacità nel mantenere vivo uno scambio artistico multiculturale, accogliendo professionistə internazionalə e offrendo piattaforme in cui la pluralità viene messa in valore.


