Balene, alluvioni, mangiafuoco. Julia Fullerton-Batten fa rivivere miti e riti dell’antica Londra

Julia Fullerton-Batten (1970, Bremen) è famosa per la sua capacità di dar vita a ricostruzioni della realtà attraverso la messa in scena di complessi tableaux e l’uso di uno stile di illuminazione molto sofisticato. La fascinazione e l’affezione per il Tamigi nascono nell’artista quando, a 18 anni, si trasferì a Oxford, vivendo da allora sempre sulle rive del grande fiume. Unendo ciò alla grande passione  per la storia di Londra, del Regno Unito e del mondo nasce la serie Old Father Thames (2018-2024) che raccoglie una trentina di lavori che raccontano storie miti e leggende legati dal filo comune del Tamigi.

Storicamente il fiume è stato la principale linea di comunicazione, trasporto e nutrimento non solo per Londra, ma per ben altre sette contee d’Inghilterra. Essendo così importante non stupisce che il popolo inglese lo abbia soprannominato Old father Thames. Un lavoro che vuole affrontare tempi sociali e mettere in luce la bellezza romantica della natura e ricordarci i rituali, il lavoro e gli atti di amore e coraggio che trascendono il tempo.

Julia Fullerton Batten Swan Upping 2018 Courtesy Galleria MarcoRossi arte contemporanea

La storia del Tamigi varia lungo tutta la sua lunghezza ed è legata a molte cause diverse. Ci sono state le cause naturali legate alle inondazioni, le tragedie personali e i successi, gli eventi di Londra sono stati significativamente diversi da quelli della campagna, dei villaggi e poi ci sono state le usanze religiose come i battesimi e le tradizioni come la risalita dei cigni che si pratica sin dal medioevo che si ripete ogni anno a luglio, quando i cigni del Tamigi e i loro piccoli vengono catturati, pesati e inanellati.

Old Father Thames è il progetto più complesso realizzato finora da Julia Julia Fullerton-Batten, proprio per le condizioni eccezionali in cui si lavorava. Oltre a dover ricercare il dettaglio in ogni scena, bisognava considerare le maree due volte al giorno per gran parte del fiume. Inoltre alcune storie potevano essere effettuate solo in un determinato periodo dell’anno e in determinati luoghi per essere storicamente accurate.

Julia Fullerton Batten Flooding of Tate Britain 2018 Courtesy Galleria MarcoRossi arte contemporanea

Lo stile di illuminazione è la parte più pronunciata del lavoro di questa fotografa, rafforzato dall’ambientazione e dall’uso del colore per questa epica ode al Tamigi rappresentata attraverso meticolosi tableaux fotografici per reimmaginare quelle storie che si sono arenate sulle sue rive. Facendo rivivere il passato in Technicolor, le storie che l’artista re-immagina sotto forma di fotografia parlano della variegata popolazione londinese attraverso le epoche e dell’ambiente in continuo mutamento che la circonda. Alcuni tableaux mostrano incontri drammatici con la natura che sono così incongui con la vita di città da essere surreali, come la fotografia di un’enorme balena spiaggiata, che giace immobile sulle rive del Tamigi circondata da passanti proccupati. Una femmine di tursiope del nord lunga cinque metri è stata infatti trovata a nuotare nel centro di Londa nel 2006, il primo avvistamento dall’inizio delle registrazioni nel 1913. Dopo i tentativi di salvataggio sulle rive del fiume, purtroppo la creatura è deceduta. La balena spiaggiata è diventata una parte tragica della storia di Londra, con il suo scheletro appeso al Museo di Storia Naturale.

Julia Fullerton Batten 1814 Frost Fair Fire Eater 2019 Courtesy Galleria MarcoRossi arte contemporanea

Oppure in Allagamento della Tate Gallery del 1928, viene rappresentata la grande alluvione del Tamigi del 1928 che provocò l’allagamento del seminterrato della famosissima Tate Gallery, situata nella zona di Millbank a Londra, fino a una profondità di 2,4 metri. Molti dipinti furono danneggiati, tra cui diversi acquerelli di Turner. Molti di essi poterono essere restaurati, l’ultimo fu riappeso nel 2011, ma diciotto andarono definitivamente perduti. O ancora ne La fiera del gelo l’artista ha ripreso la fiera che ebbe luogo nel 1812, quando il Tamigi si ghiacciò a sufficienza per permettere a imprenditori londinesi opportunisti di allestire bancarelle e intrattenimento sul ghiaccio. Questi includevano artisti come mangiatori di fuoco, spadaccini, contorsionisti, nani forzuti oltre a tende che offrivano cibo e alcol. Balli, gioco d’azzardo, sport sul ghiaccio si aggiungevano al mix, mentre prostitute e borseggiatori facevano affari d’oro.

L’artista ha saputo creare immagini dall’impronta unica, a cavallo tra pittura, fotografia e cinema. Nella serie si può apprezzare lo stile fotografico altamente cinematografico, potenti combinazioni di colore, un’attenta scelta dei modelli e l’uso di ambientazioni e oggetti di scena che esaltano la storia narrata, mentre per quanto concerne il colore, esso è fondamentale per la fotografa, per definire l’atmosfera generale e il tono dell’immagine e per condurre l’occhio dell’osservatore a comprendere meglio il significato e il senso dell’immagine. Julia Fullerton-Batten insinua tensioni visive nelle sue immagini e le permea di un fascino mistico che spinge lo spettatore a riesaminare continuamente l’immagine, facendo emergere ogni volta qualcosa di nuovo.

in copertina: Julia Fullerton-Batten, Flood on the Thames, 2018. Courtesy Galleria MarcoRossi arte contemporanea

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