Il Qatar si è preso la scena della Biennale di Venezia. Alla sua prima presentazione ufficiale, il Paese del Golfo ha giocato in grande, come nel suo stile: ieri, la Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani, commissario del Padiglione del Qatar e presidente di Qatar Museums, sorella dell’attuale emiro e grande collezionista d’arte, è approdata ai Giardini per un annuncio ufficiale (già anticipato in via informale nelle scorse settimane). Il Paese del Golfo avrà il suo padiglione permanente ai Giardini della Biennale. Come chiunque sa chi si occupa di politica culturale, è una rivoluzione. Nei Giardini, considerato lo spazio più prestigioso dell’istituzione veneziana, è dal 1991 che non nascono nuovi padiglioni e nei decenni precedenti solo Australia e Corea erano riusciti nell’intento.
La Sheikha, già cittadina onoraria della Serenissima, è stata accolta ieri dal sindaco di Venezia Luigi Bugnaro (che ha ricevuto, in quanto al vertice del comune, una donazione dal Qatar di 50 milioni di euro) e dal presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco che ha detto: «Questo è il giardino delle diplomazie».

La Sheikha Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani ha sorriso, compiaciuta, e stretto un’infinità di mani presentando anche la mostra in due parti in programma per questa 19esima edizione della Biennale Architettura. Beyti Beytak. My Home is Your Home. La mia casa è la tua casa – questo il titolo del padiglione temporaneo, in una struttura di bambù – esplora come le forme dell’ospitalità sono espresse nell’architettura e nei paesaggi urbani del Medio Oriente, del Nord Africa e dell’Asia Meridionale.
Realizzata da Qatar Museums e organizzata dal futuro Art Mill Museum, Beyti Beytak include un’installazione ai Giardini della Biennale e una presentazione da ACP-Palazzo Franchetti. «Dimostra – ha detto la Sheikha – l’impegno di Qatar Museums nell’amplificare le voci dei principali creativi moderni e contemporanei del mondo arabo e delle regioni vicine. Questa mostra riflette anche i nostri valori condivisi di ospitalità, comunità e appartenenza. Mentre continuiamo a dare forma ad un panorama culturale di dialogo e scambio, questa esposizione rappresenta una testimonianza del ruolo del Qatar nel promuovere la diplomazia culturale e favorire una comprensione più profonda del nostro diversificato patrimonio architettonico».

Il design del padiglione temporaneo, chiamato “Community Centre” e ideato dall’architetta pakistana Yasmeen Lari, include una veranda perimetrale e una struttura a cupola sormontata da un tetto impermeabile di fronde di palma: gli eventi in programma durante la Biennale Architettura si focalizzeranno sulle tradizionali forme di ospitalità del Qatar (inclusa, ci hanno detto, l’offerta di caffè e datteri).

Negli spazi di ACP-Palazzo Franchetti, la mostra presenta invece il lavoro di oltre 30 architetti che hanno lavorato in Medio Oriente, Nord Africa e nell’Asia Meridionale per evidenziare l’eterogeneità e la creatività dei designer del mondo arabo e dei paesi del Sud globale. Ancora invece bocche cucite (non è stato svelato né il progetto né il nome dell’architetto) sul futuro padiglione permanente ai Giardini: scommettiamo che sarà la star della prossima edizione della Biennale Arte?