Presentata dalla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, “Chi è che ride” è la prima mostra personale dell’artista italiano Pietro Roccasalva
La mostra della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati nasce con l’idea di presentare e ricostruire alcuni nuclei fondamentali della sua produzione attraverso un progetto che mette insieme circa 50 opere, dalla fine degli anni Novanta ad oggi.
Nuove produzioni, lavori inediti provenienti dallo studio dell’artista e altri lavori da prestigiose collezioni pubbliche e private.
Il lavoro di Pietro Roccasalva ha a che fare con la pittura come campo di azione specifico, anche quando contempla l’utilizzo di altri media che sono sempre parte integrante del processo che precede e segue la realizzazione di un’immagine pittorica.
La ricerca formale e concettuale che l’artista ha portato avanti negli ultimi vent’anni, si muove infatti all’interno di un campo d’indagine ampio in cui la pratica pittorica incrocia altri mezzi espressivi come scultura, fotografia, video e performance, all’insegna di una contaminazione linguistica che ha però sempre il suo punto di partenza e di arrivo nella pittura.
Attraverso una pluralità di riferimenti che spaziano dal quotidiano alla storia dell’arte, dal cinema, la letteratura e la filosofia alla cultura digitale e mediatica, Roccasalva ha elaborato un vasto repertorio iconografico fatto di personaggi, oggetti, architetture e un vocabolario molto personale in cui le tecniche e i generi pittorici più tradizionali incontrano le più recenti pratiche digitali.
Il percorso espositivo della mostra di Pietro Roccasalva
La mostra si articola in diversi ambienti che attraverso la combinazione di lavori iniziali, disegni e opere iconiche restituiscono temi e iconografie ricorrenti nel lavoro dell’artista.
Ad aprire il percorso sono l’immagine dipinta di un gallo che indossa la divisa della guardia svizzera pontificia, Untitled (2011) e un’insegna al neon dipinta di nero che riproduce la scritta “chi è che ride chi”, tratta da una vecchia edizione italiana de “Il Bafometto” di Pierre Klossowski.
Questa espressione, onomatopea del canto del gallo, è un malinteso che come un “ritornello” accompagna l’artista da più di 20 anni.
Roccasalva cavalca consapevolmente il malinteso del testo originale intendendo quella frase enigmatica, carica di interrogativi e presagi, come il canto di un gallo che annuncia l’alba ed esorta a fare, malgrado tutto.
L’opera Chi è che ride
Arrangiata anche formalmente come ritornello, nell’insegna la frase gira su stessa e il “chi” finale si va a sovrapporre sul “Chi” iniziale, diventando Chi è che ride (2022), mentre la pittura nera che ne ricopre la parte frontale lascia passare la luce solo sul retro, come un’alba al termine della notte.
Questo lavoro – che contiene in sé il concetto del linguaggio come malinteso e del ritornello come un modo attraverso cui si tenta di ridurre il caos del reale a un ordine rituale e simbolico – fa da introduzione all’intero progetto perché racchiude il senso di tutta la ricerca dell’artista: una riflessione sulla crisi del Soggetto, e dunque dell’identità, dell’immagine e della forma.
Questa crisi, che si avverte in modo più eclatante nelle epoche di transizione, è la stessa crisi esistenziale che da sempre riguarda l’uomo.
Tutte le opere di Roccasalva sono il tentativo di trattare quel caos, rispetto al quale le immagini sono un filtro – un ostacolo e una protezione – e l’artista ne indaga gli interstizi per fare esperienza del luogo da cui appaiono e in cui scompaiono.
La mostra è visitabile fino al 18 dicembre 2022.