Lavorare in casa d’aste: vi racconto la mia esperienza da Sotheby’s

In molti sanno cosa accade all’interno di una casa d’aste. Ma quali sono i meccanismi che contribuiscono a definire le tendenze di mercato?

Per quattro mesi ho avuto l’opportunità di lavorare presso la sede belga della casa d’aste Sotheby’s (sito ufficiale). Precisamente, nel dipartimento di arte moderna e contemporanea. È qui che ho approfondito i molteplici aspetti che caratterizzano l’operato di una casa d’aste internazionale.

Courtesy of Sotheby’s – Impressionist and Modern Art Evening Sale on 14 May 2018

Come molti degli ottanta uffici sparsi per il mondo, anche Sotheby’s Belgium è considerato un “sourcing office”, il cui obiettivo primario è quello di rilanciare vecchi collezionisti e di ricercare potenziali venditori e acquirenti. Una volta reperite le opere, queste vengono messe all’asta nelle maggiori piazze a livello mondiale, selezionate in base alle tendenze di mercato. Le sedi d’asta sono infatti stabilite a seconda delle opere e degli artisti proposti. Alcuni mercati: europeo, americano o asiatico sono più o meno indicati sulla base di criteri prefissati. Solo in seguito si procede alla valutazione delle opere e quindi all’elaborazione di una forbice di stima.

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La casa d’aste opera all’interno di un mercato secondario, composto da diversi attori (gallerie, artisti, collezionisti e critici) che ne regolano l’andamento. Il prezzo delle opere è dettato soprattutto dalle richieste di mercato. Un artista che produce in quantità ridotte e al contempo è fortemente richiesto da dealer e collezionisti, venderà indubbiamente a prezzi maggiorati. Tuttavia, la base d’asta per ciascuna opera è abitualmente calcolata stando al precedente record d’asta stabilito dell’artista, con riferimento a opere assimilabili per tecnica e dimensioni.

Negli ultimi anni, il mercato dell’arte si è reso protagonista di una crescita esponenziale, trasformandosi in una vera e propria industria multimilionaria, con un giro di affari che sfiora i 64 miliardi di dollari. Questa rapida evoluzione è alla base delle sempre più frequenti speculazioni, incoraggiate dall’ingente ritorno economico. È per questo motivo che tra gli obiettivi delle case d’asta vi è quello di rilanciare artisti non di tendenza, la cui rinnovata visibilità possa garantire grandi margini di profitto.

Courtesy of Sotheby’s – Contemporary Art Evening Sale on 18 May 2018 – Jean-Michel Basquiat, Untitled, 1982

Con riferimento ai componenti della casa d’aste, la figura dello specialist è senz’altro la più determinante. Questi è fondamentale non solo per via di una conoscenza storico artistica, necessaria alla valutazione delle opere, ma anche in quanto funge da mediatore tra venditore e acquirente. Per quanto paradossale, infatti, la maggior parte dei clienti che acquistano in asta non visionano le opere in prima persona ma si affidano al giudizio degli specialist di dipartimento. È dunque evidente come l’opinione di questi ultimi possa influenzare per non dire determinare il risultato dell’asta e di conseguenza, l’andamento del mercato.

Gli acquirenti sono invece suddivisi in quattro categorie distinte: il cliente motivato da un reale interesse culturale, quello spinto da una semplice esigenza di arredo, colui che considera l’opera alla stregua di un investimento finanziario (in questa categoria rientrano gli speculatori) e infine, una quarta categoria di cui fanno parte tutti i compratori mossi da considerazioni di carattere sociale. Tra gli appartenenti a quest’ultima categoria, è ferma la convinzione che l’acquisto di un’opera all’asta conferisca un certo status symbol.

Considerato quanto sopra, è plausibile pensare alla casa d’aste come a un luogo ove l’unico obiettivo sia la massimizzazione del profitto; l’incessante tentativo di stabilire nuovi record d’asta per i diversi artisti. Tuttavia, per quanto rilevante, il fattore economico non è che una minima componente del crescente successo delle case d’asta. La mia breve esperienza da Sotheby’s mi ha insegnato che la chiave del successo in questo mestiere è saper raccontare con passione la storia che vi è dietro ad ogni oggetto, attraverso una solida conoscenza della storia dell’arte. Sono dunque competenza e dedizione a trainare il settore. D’altronde, come per molte altre attività, non vi è crescita [economica] se non si conosce ciò che si vuol comunicare.

Avignon Ade, Georg Baselitz, 2017, Private Collection. Courtesy Susanna Mancini

 

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