Art Basel Paris, giunta alla sua quarta edizione, ha consolidato il rinnovato status della capitale francese come epicentro mondiale dell’arte. Svoltasi dal 22 al 26 ottobre, è stato il secondo anno in cui la fiera si è tenuta nella sede recentemente restaurata dell‘Esposizione Universale di Parigi del 1900, uno spettacolare esempio di architettura Beaux-Arts.
Sotto l’imponente copertura in vetro e ferro, 206 gallerie internazionali (tra cui 25 alla loro prima partecipazione) provenienti da 41 paesi si sono riunite per presentare opere che abbracciavano un secolo di arte, dai grandi maestri delle avanguardie storiche alle star contemporanee più richieste.
Le gallerie presenti nella Main Section hanno presentato i loro stand pieni di capolavori al piano inferiore, mentre al piano superiore erano presentati due settori curatoriali tematici. La sezione Emergence, dedicata a 16 solo-show di artisti emergenti e gallerie più giovani, ha offerto un’iniezione di nuova energia e freschezza, mentre nella sezione Premise sono stati presentati dieci progetti storici, spesso comprendenti opere anteriori al 1900.
La temperatura è iniziata a salire con la nuova ed esclusiva giornata V.V.I.P. “Avant-Première”, che si è tenuta nel pomeriggio di martedì 21 ottobre, consentendo a tutte le 206 gallerie di invitare sei collezionisti, ciascuno con ospite. Anche il Global Patrons Council, un gruppo di circa 180 tra i più importanti collezionisti privati al mondo, ha ricevuto un pass.

La fiera, il cui inizio è stato sancito dal suono della campana avvenuto alle 15 del martedì, ha virato verso uno spirito festoso dopo solo un paio d’ore, quando secchielli di champagne con ghiaccio sono comparsi sui desk degli stand e lungo le corsie. Scorrendo le transazioni segnalate dalle gallerie, non sorprende che in molti fossero in vena di brindare. A guidare la carica è stata Hauser & Wirth, che ha piazzato una monumentale opera di Gerhard Richter, un Abstraktes Bild del 1987, per 23 milioni di dollari.
Quanto a Pace, l’intero stand era incardinato su una piccola tela di Amedeo Modigliani, Jeune fille aux macarons del 1918. Recentemente scoperta ed inserita nel catalogo ragionato dell’artista livornese che verrà pubblicato nel 2027 dall’Institut Restellini in collaborazione con la mega-galleria newyorkese, quest’opera, apparsa l’ultima volta nel 2021 al Museo Albertina di Vienna in occasione di The Primitivist Revolution, offerta da David Lévy a Masterpiece London nel 2019 (senza ottenere interessi concreti), è stata venduta nel giro di qualche ora per una cifra leggermente inferiore ai 10 milioni di dollari. Secondo Pace, è nelle mani dello stesso collezionista dal 2005 (la provenienza indicata da Lévy per Masterpiece, l’opera appartiene a una collezione privata in Svizzera).

Queste due vendite da copertina, tra le più importanti di tutta la settimana parigina, sono testimonianza di come i mercanti che raddoppiano la loro offerta di nomi classici in fiera sono influenzati dal fatto che i compratori più importanti si stanno orientando sempre più verso artisti affermati. D’altronde in un momento del mercato così prudente, i collezionisti trovano conforto nel sapere che un artista è presente in ogni importante collezione museale.
Va altresì sottolineato che Art Basel Paris, oltre a consolidare la sua reputazione di centro d’arte più classico e di alta gamma, continua ad attrarre alcune delle gallerie emergenti e sperimentali più interessanti del momento (i loro stand, come già sottolineato, sono stati destinati al piano superiore). Sotto le volte del Grand Palais si punta molto di più al sodo. Le mega-gallerie, che si spartiscono le produzioni più redditizie, si sono legittimamente presentate con l’obiettivo di far cassa, e molte ci sono riuscite. Alcuni mercanti, come Marian Goodman, hanno azzardato allestimenti monumentali, altri hanno fatto parlare di sé gettando sul tavolo pesi massimi, tipo la tela di Rubens (con tanto di inevitabile guardiania dedicata) nello stand di Gagosian. Il dipinto recentemente scoperto, venduto l’ultima volta a un’asta di Sotheby’s nel 2020 per 7 milioni di dollari, ha riscritto le regole di Art Basel Paris. La fiera di solito ammette solo opere dal XX secolo in poi, quindi a Gagosian è stata concessa una rara eccezione.
Le vendite comunicate dalle gallerie sono state continue e consistenti. David Zwirner ha venduto una scultura di Ruth Asawa per 7,5 milioni di dollari. Ropac è riuscito a piazzare un lavoro di Alberto Burri per 4,2 milioni di euro e due lavori di Baselitz per 3,5 e 1,2 milioni di euro. Pace oltre al Modigliani, venduto dopo poche ore dall’apertura, è riuscita a vendere anche un importante dipinto di Mark Rothko per una cifra non dichiarata.
La fiera è stata positiva, e con vendite consistenti, anche per la numerosa compagine italiana presente a Parigi. Dalle megas, Massimo De Carlo e Galleria Continua, a gallerie come Raffaella Cortese e P420, tutte hanno espresso la loro soddisfazione per le vendite, per l’entusiasmo e l’atmosfera che si respirava sotto le volte del Grand Palais.
Un aspetto che ha tenuto banco in questi giorni parigini è stato il naturale confronto con la fiera di punta della galassia Art Basel che si tiene a giugno in Svizzera. La transazione Richter supera di gran lunga la vendita più importante registrata a Basilea in questo 2025, e tra le corsie parigine si è certamente percepita una maggiore percentuale di collezionisti internazionali rispetto all’edizione svizzera. A questo punto sorge spontanea la domanda: Art Basel Paris ha superato per importanza ed influenza Basilea e decreterà il declino di Art Basel nella Messeplatz?
Noah Horowitz, Ceo del brand Art Basel dal 2022, garantisce di no e spiega “…ci sono due cose che rendono lo spettacolo di Basilea molto distintivo. Uno è Unlimited, il settore delle opere d’arte monumentali. L’altro è che grazie alla sua lunga storia, la fiera di Basilea attira un pubblico molto sofisticato. E, proprio perché non è in una metropoli, ha un tenore intimo che è molto specifico e non può essere replicato altrove”.
A proposito, ci vediamo tra qualche settimana sotto il sole della Florida per Art Basel Miami.


