Dal graphic design all’attivismo visivo: Barbara Kruger al Guggenheim di Bilbao

Lunedí 24 giugno ha inaugurato Another day Another night, prima retrospettiva dedicata a Barbara Kruger ospitata al Museo Guggenheim di Bilbao e visitabile fino al 9 novembre. Curata da Lekha Hileman Waitolle e patrocinata dal gruppo assicurativo Occident, la mostra presenta il risultato di una ricerca che da oltre cinquant’anni esplora e analizza la società con un linguaggio che rimane ancora oggi universale.

Quella di Barbara Kruger è una delle poche opere che incarna la contemporaneità nella sua essenza e interezza: se il codice visivo utilizzato ha subito cambiamenti nel corso degli anni, il messaggio trasmesso mantiene un valore che prescinde dal contesto e al tempo stesso lo definisce in tutte le sue declinazioni. 

Assunta nel 1966 da Condé Nast, l’artista originaria di Newark (1945) intraprende la carriera di graphic designer e successivamente di art director nelle redazioni delle riviste del gruppo editoriale, tra le quali Mademoiselle, House and Garden e Aperture. L’approccio redazionale porta Kruger a sviluppare una sensibilità verso tutti quegli elementi grafici che orientano la comunicazione verbale e iconografica di mass media e canali pubblicitari. 

THINKING OF YOU, I MEAN ME, I MEAN YOU Installation view, Los Angeles County Museum of Art – LACMA, Los Angeles, March 20–July 17, 2022 Courtesy the artist, Sprüth Magers, LACMA and David Zwirner. Photo: © Museum Associates/LACMA

I caratteri tipografici sans serif, privi quindi di grazie, come il Futura Bold e l’Helvetica Ultra Compressed, compongono la parte testuale dei celebri paste-up completati da immagini estremamente impattanti, sia per la loro semplicità, che per i riferimenti espliciti alle principali battaglie socio-politiche della storia. Personaggi famosi, slogan pubblicitari e close up al limite del politicamente corretto, concorrono a creare una narrazione visiva che trova significato sia nell’autonomia del singolo frammento, sia nel quadro complessivo del collage presentato in mostra. 

Another day another night porta in scena la carriera dell’artista con alcune rivisitazioni che rendono attuale e coerente l’intera selezione di opere: Untitled (I shop therefore I am (1987), forse una delle opere piú famigliari di Kruger giá digitalizzata nel 2019 in un’installazione LED, si anima come un puzzle che viene composto pezzo per pezzo alternando allo statement principale altre frasi come I shop therefore I hoard, I need therefore I shop o ancora I love therefore I need

A ogni transizione il pubblico si rende parte attiva del processo creativo, scegliendo inconsciamente il termine piú corretto, immaginandosi le infinite declinazioni possibili, tanto nella frase sugli schermi, quanto nella realtà. Barbara Kruger spiazza e stimola, proponendo letture che spesso rimangono sottotesto di pagine di giornale e trasmissioni televisive. 

Questa tecnica viene utilizzata anche su altre opere presentate su pannelli LED e rese dinamiche attraverso l’introduzione di animazioni e di suoni, che attribuiscono a queste ultime ancora piú pathos e significato per coinvolgere lo spettatore a tutto tondo nella riflessione alle fondamenta della poetica krugeriana. 

No Comment Installation view, ARoS Aarhus Kunstmuseum, Aarhus, November 29, 2024–April 21, 2025 Courtesy the artist, ARoS Aarhus Kunstmuseum and Sprüth Magers Photo: Anders Sune Berg

La dimensione politica emerge prepotentemente nel lavoro dell’artista, attraverso riferimenti diretti o spesso letterari, e prescinde dal tempo storico per stimolare una critica collettiva del sistema sociale che ci circonda. Le installazioni grafiche hanno una presenza totalizzante dovuta alle dimensioni colossali che arrivano a ricoprire le sale nella loro interezza con i caratteri cubitali declinati nelle tinte bianco/nero o rosso/bianco con tracce di un verde acceso che viene ripreso nel manifesto della mostra stessa. Questa tendenza si riflette nei messaggi veicolati, spesso architettonicamente e semanticamente pensati per essere associati o dissociati a seconda della prospettiva del visitatore.

No Comment Installation view, ARoS Aarhus Kunstmuseum, Aarhus, November 29, 2024–April 21, 2025 Courtesy the artist, ARoS Aarhus Kunstmuseum, Sprüth Magers and David Zwirner. Photo: Anders Sune Berg

La specificità geografica e linguistica è oggetto di grande attenzione nella scelta del layout di questa mostra: Barbara Kruger ripensa il secondo piano del Guggenheim di Gehry come un unico percorso definito e segnalato da un sentiero tipografico intitolato Untitled (Camino): l’opera site-specific oltre a collegare le sale, richiama il paesaggio di Bilbao e la tradizione della lingua e della cultura basca.

«La lingua è una forza potente e ci definisce. Ci parla di gerarchie, di adorazione e di disprezzo. E contiene un elemento molto specifico, poiché ogni luogo ha una sua lingua originaria e le sue storie» Barbara Kruger

No Comment Installation view, ARoS Aarhus Kunstmuseum, Aarhus, November 29, 2024–April 21, 2025 Courtesy the artist, ARoS Aarhus Kunstmuseum and Sprüth Magers Photo: Anders Sune Ber

L’era analogica e l’era digitale trovano terreno fertile per dimostrare il potenziale dell’immagine al di là del canale di veicolazione: le opere prendono vita come un puzzle, pezzo per pezzo, quasi a lasciare a chi assiste la possibilità di completarla attraverso parole alternative, immagini familiari e contesti quotidiani. L’attrazione insita nelle opere di Kruger deriva dall’urgenza che traspare da esse, una necessità viscerale di affrontare il mondo a viso scoperto, ponendo sé stessa e il destinatario di fronte alla condizione umana e ai suoi spaventosi cambiamenti.

La coercizione e la sottile persuasione dietro agli slogan piú conosciuti e ai volti da copertina sono fattori che influenzano costantemente la nostra percezione del valore, materiale e non, portando a un pericoloso impoverimento morale che può ancora essere contrastato con una sana informazione e una dovuta autocritica. 

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