“Lo champagne aiuta la meraviglia” era solita ripetere George Sand, pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin (1804-1876), scrittrice e drammaturga francese nota per la sua prolifica carriera letteraria e il suo spirito anticonformista. Una citazione perfetta per convalidare un legame solido e duraturo – quello tra il mondo dello champagne e l’arte – nato oltre un secolo fa, durante le Belle Époque, con i manifesti pubblicitari di Alfons Mucha che raffiguravano dame eleganti e sensuali nell’atto di bere champagne che tanto contribuirono a definire l’immaginario visivo dell’Art Nouveau.
Nel corso dei decenni, questo rapporto è evoluto aprendo la strada a forme inedite di collaborazione. Dalle dame liberty di Mucha alle visioni pop di Andy Warhol, le maison hanno spesso affidato alle arti visive il compito di raccontare un mondo fatto di desiderio, raffinatezza e piacere estetico. Accostare le bollicine all’arte è diventato prassi per elevare il messaggio, coniugando eleganza e valore culturale. Oggi, però, lo scenario evolve: dall’arte come linguaggio pubblicitario si passa ad un uso del gesto artistico come pratica “dialogica”, in cui l’intervento creativo non si limita a illustrare un prodotto, ma ne ridefinisce il senso simbolico e percettivo.
Una forma di mecenatismo contemporaneo che non risponde più solamente a logiche meramente celebrative o propagandistiche, ma esplora la possibilità di un incontro tra arte e impresa come terreno di ricerca culturale, in cui l’esperienza del vino diventa linguaggio, forma e pensiero. Basti pensare alle grandi Maison – Ruinart, Dom Pérignon, Perrier-Jouët tanto per citare quelle più conosciute a livello globale – che sostengono da anni programmi ormai consolidati a supporto di artisti e giovani talenti.

L’ultima, in ordine di tempo, tra le maison francesi a intrecciare il proprio nome al linguaggio dell’arte contemporanea è Jacquart, che a Milano ha presentato il nuovo Blanc de Blancs 2018 con un evento, organizzato da Rinaldi 1957 in collaborazione con Collecto, start-up innovativa che si occupa di collezionismo sostenibile di beni di lusso.
La degustazione, guidata dall’enologa Joelle Weiss e Giovanni Camisasca, CEO di Collecto, ha dato vita ad un viaggio estetico dove il linguaggio del vino e quello dell’arte si sono fusi in una vera performance sensoriale. Le opere di grandi artisti internazionali, selezionate da Collecto, hanno dialogato con le note aromatiche dei tre champagne della maison – Mosaïque, Signature Rosé e la Riserva Blanc de Blancs 2018 – in un percorso espositivo diviso per aree tematiche e ispirato al lusso rilassato, all’energia positiva e all’assoluta libertà, tre valori fondanti della Maison francese.
Si parte dal “lusso rilassato” con un’opera in canvas di Takashi Murakami – artista noto per le sue collaborazioni con i marchi più esclusivi del pianeta – realizzata per Louis Vuitton che è qui in relazione con “Sciogliersi come neve al sole”, tela ricamata tra le più emblematiche di Alighiero Boetti nella quale viene reso immortale un momento di felicità assoluta e con “LSD” di Damien Hirst, opera concettuale che riporta su tela un’esperienza lisergica tra le più intense.
La sezione “energia positiva” ha per protagonista una piccola monografia di Andy Warhol, l’artista che più di ogni altro ha rappresentato la vitalità, la produttività, il dinamismo dei decenni d’oro dell’arte contemporanea. La sua Factory ha fatto da catalizzatore per creativi provenienti da tutto il mondo diventando uno dei centri più iconici della cultura pop in cui arte, musica, moda e comunicazione si contaminano in un flusso continuo di idee. Il percorso espositivo si conclude con un’opera di John “Crash” che “rappresenta il Graffitismo che è l’ultima corrente – sottolinea Giovanni Caminasca – codificata della storia dell’arte, che nasce come punto di rottura con tutto ciò che era la norma e socialmente accettato. L’opera sia per il movimento a cui appartiene che per il contenuto – un’automobile in corsa – è, quindi, perfetta per incarnare quello spirito di “assoluta libertà” che maison Jacquart richiama”.

A confermare il legame profondo che da sempre Champagne Jacquart coltiva con il mondo dell’arte, in particolare nella valorizzazione del lavoro degli artisti emergenti, il Blanc de Blancs 2018 è stato presentato in una “limited edition” realizzata dall’artista e graphic designer Odyssée Khorsandian.
Il cofanetto, dipinto a mano, trasforma la bottiglia da un oggetto di consumo in un dispositivo estetico: linee fluide e colori vibranti si intrecciano per evocare un’immagine fresca, gioiosa ed elegante, in perfetta armonia con questo champagne luminoso e decisamente contemporaneo. “Nel tradurre questa annata”, afferma l’artista, “ho voluto esprimere una sensazione sottile e profonda attraverso linee fluide e libere, capaci di avvolgere la bottiglia con leggerezza, senza appesantirla con motivi superflui. Il mio intento era creare un equilibrio armonioso tra grafica e pittura, dove il packaging e il Blanc de Blancs dialogassero per raccontare la loro storia, evocando gioia e libertà”


