Il 2025 è stato definito “l’anno del Quantum”: John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis hanno ricevuto il Premio Nobel per la Fisica per la scoperta dell’effetto di tunnel quantistico macroscopico e della quantizzazione dell’energia in un circuito elettrico. Più che una nuova frontiera che si affaccia al mainstream, il Quantum è una soglia aperta dalla ricerca scientifica verso un mondo ancora in parte da comprendere – una porta che abbiamo appena iniziato a varcare. In questo passaggio, sono gli artisti a offrire una lettura inedita di questi orizzonti: Laure Prouvost, con la mostra WE FELT A STAR DYING, offre un’interpretazione sensibile e immersiva in cui il linguaggio della fisica si fa forma poetica.
L’installazione, commissionata da LAS Art Foundation in collaborazione con OGR Torino, è curata da Carly Whitefield (LAS) e Samuele Piazza (OGR). Dopo il debutto al Kraftwerk di Berlino (febbraio 2025), approda negli spazi del Binario 1 delle ex Officine Grandi Riparazioni, in una nuova configurazione concepita in relazione con l’architettura e la memoria del luogo. La mostra, aperta fino al 10 maggio 2026, nasce da una collaborazione tra l’artista, il filosofo Tobias Rees e lo scienziato Hartmut Neven, fondatore di Google Quantum AI. L’esposizione si presenta come una vera e propria esperienza multisensoriale – tra immagini, suoni e profumi – e riflette sulle implicazioni percettive, cognitive e sensoriali del “quantum”.

Installation view at OGR Torino
Commissioned by LAS Art Foundation and OGR Torino
Photo Andrea Rossetti
Alla scoperta del Quantum
Nel lessico contemporaneo, il termine “quantico” o “quantum” è spesso usato in chiave metaforica per descrivere fenomeni complessi come instabilità, interconnessione e indeterminazione. Sono concetti che derivano dai principi della meccanica quantistica – dalla sovrapposizione degli stati all’entanglement – e che la mostra di Prouvost traduce in forma esperienziale. Meteoriti che scendono dall’alto, immagini da punti di vista multipli, piume sospese in un equilibrio precario tra leggerezza e gravità: WE FELT A STAR DYING costruisce un’esperienza percettiva tra contrasti – buio e luce, terra e cielo, materia e flusso.
Laure Prouvost ci accompagna a scoprire la sua visione del Quantum. Al centro, The Beginning, una scultura cinetica a cinque bracci che vibra di una sensibilità propria: il suo nucleo termico registra le variazioni di calore e le trasforma in movimenti visibili, evocando la danza dei sistemi quantistici. Ci circondano le sculture sospese Cute Bits raccontandoci il principio dell’entanglement – sospese tra materia organica e minerale e frammenti di macchine. I visitatori sono invitati a interagire con queste strutture, respirando profumi metallici mentre voci sussurrano il lessico poetico del quantum. Il percorso culmina nel centro della sala con il video sperimentale We Felt a Star Dying, visibile solo sollevando lo sguardo: una riflessione immersiva sulla logica quantistica come trama invisibile della materia vivente e non vivente. La colonna sonora, firmata da KUKII con testi scritti da Prouvost e Paul Buck, fonde canti devozionali di diverse culture in una liturgia sensoriale per l’era postclassica.

All’inaugurazione, Samuele Piazza, curatore della mostra, ci spiega la dinamica quantica di materia e luce: “Materia e luce si uniscono in una dimensione che non è semplicemente quella che esperiamo razionalmente, e l’artista cerca di farci vivere ciò che la scienza quantistica sta oggi tentando di razionalizzare: le contraddizioni e i paradossi di un mondo che sfuggono alla meccanica newtoniana, ma che trovano senso in altre forme di conoscenza.” E ha proseguito sottolineando il valore dell’inatteso – tema centrale che si manifesta già sulla soglia, quando entriamo in un ambiente buio tutto da scoprire “Qui si apre un mondo di interrelazioni inattese. Noi viviamo in una realtà quantica, semplicemente non ne siamo consapevoli: non passa per la nostra coscienza.”
È in questa tensione verso l’invisibile – tra forze naturali e tecnologie avanzate – che si colloca anche l’impiego dell’Intelligenza Artificiale, presente nella produzione del video, elemento centrale dell’installazione. L’IA non è protagonista, ma parte del dispositivo poetico: uno strumento che contribuisce a generare visioni.

In questa prospettiva, WE FELT A STAR DYING si inserisce nel panorama delle pratiche artistiche contemporanee che esplorano le soglie tra percezione, scienza e tecnologia. Non rappresenta il Quantum, ma lo evoca, ne mette in discussione i confini sensoriali e cognitivi, e invita il pubblico a una riflessione su ciò che ancora non sappiamo vedere.
Come afferma Davide Canavesio, Presidente delle OGR Torino: “Alle OGR ogni progetto nasce con l’obiettivo di creare esperienze di scoperta e partecipazione, aperte e accessibili a tutti. Con le nuove mostre rafforziamo il ruolo di laboratorio multidisciplinare, dove arte e tecnologia si incontrano per esplorare le trasformazioni del presente. Attivando il dialogo tra creatività e innovazione, artisti e scienziati, apriamo a nuove indagini e alimentiamo immaginazione collettiva e comunità capaci di interrogarsi sul futuro.”


