Design da conservare. Il restauro entra in Triennale con la Scuola di Botticino

Una giornata laboratorio con la Scuola di Restauro di Botticino mostra al pubblico come si conserva il patrimonio del design italiano: un esercizio di cura, sapere tecnico e responsabilità culturale

Nel cuore della Milano Design Week, Triennale Milano diventa per un giorno un vero e proprio cantiere aperto della memoria materiale del design italiano. Si chiama Design I Care l’iniziativa promossa dalla Scuola di Restauro di Botticino, che il 9 aprile 2025, dalle ore 11 alle 18, porta all’interno del museo un laboratorio temporaneo di restauro: un gesto performativo e tecnico insieme, un modo per mostrare non solo cosa significhi restaurare un oggetto, ma anche perché farlo.

Il pubblico, italiano e internazionale, è invitato a osservare da vicino il lavoro degli studenti della Scuola, guidati dai loro docenti, mentre intervengono su alcuni tra gli oggetti più rappresentativi della collezione permanente del Museo del Design Italiano: la macchina da scrivere Lexicon 80 di Marcello Nizzoli, il televisore Algol 11 firmato da Marco Zanuso e Richard Sapper, la lampada Taraxacum di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, ma anche opere più recenti come il tavolino Attila di Philippe Starck, la Superelastica di Marco Zanuso Jr e Giuseppe Raboni, o la sedia Janette dei Campana Brothers.

Laboratorio Scuola di Restauro di Botticino

Si tratta di interventi reali, eseguiti su oggetti autentici: un’occasione rara, perché spoglia il restauro del suo alone tecnico per restituirlo alla dimensione culturale che gli è propria. Restaurare un pezzo di design non significa semplicemente riparare un oggetto danneggiato, ma riconoscerne il valore storico, formale e funzionale, inserirlo in un discorso di continuità della memoria, e renderlo nuovamente comprensibile, leggibile, conservabile nel tempo.

Il gesto del restauro, in questo contesto, assume una valenza quasi politica: prende posizione contro l’obsolescenza programmata e afferma la necessità di una cura competente e attenta per un patrimonio spesso dato per scontato. Il design, qui, non è solo bellezza o ingegnosità progettuale, ma documento, traccia di epoche, manifesto di estetiche e tecnologie che hanno attraversato il nostro quotidiano.

Laboratorio Scuola di Restauro di Botticino

A sottolineare il valore pubblico e collettivo di questa operazione, alle ore 15 si svolge una tavola rotonda aperta, che vede coinvolti Alessandro Guerriero, fondatore di Studio Alchimia, e Giulio Iacchetti, designer e progettista tra i più influenti della sua generazione. In dialogo con loro, anche Isabella Villafranca Soissons (Open Care) e Patrizia Asproni (Fondazione Cariplo), introdotti da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano. Il tema: la conservazione e il restauro del design, tra etica, metodo e responsabilità verso il futuro.

L’iniziativa, sostenuta da Fondazione Cariplo, si inserisce in una visione più ampia tracciata dalla Scuola di Botticino, oggi cuore pulsante del centro di ricerca e alta formazione Valore Italia. Come sottolinea Salvatore Amura, Amministratore delegato della struttura, Design I Care rappresenta “un’occasione concreta per trasmettere il sapere del fare alle nuove generazioni, portando dentro la didattica la sfida della contemporaneità e la responsabilità verso le grandi collezioni del design italiano”.

Lexikon 80 C Triennale Milano foto Amendolagine Barracchia

Ma c’è anche un messaggio che attraversa l’intero progetto: il restauro come atto di consapevolezza. La pratica conservativa viene intesa non come semplice recupero, ma come forma di narrazione, come linguaggio capace di rivelare le storie contenute negli oggetti. È attraverso la manutenzione attenta, la compilazione di un condition report, l’analisi dei materiali e delle criticità che gli oggetti parlano e tornano a essere attivi nel presente.

Con Design I Care, il design non viene celebrato solo nella sua iconicità, ma restituito alla sua dimensione viva, fragile e mutevole. È una presa di posizione che unisce alta formazione, divulgazione e responsabilità culturale, costruendo un ponte concreto tra istituzioni, scuola e pubblico. In un tempo in cui tutto sembra tendere alla velocità e alla sostituzione, questa giornata di lavoro ci ricorda che il progetto, per durare, ha bisogno di cura. E che il restauro, oggi più che mai, è uno dei modi più urgenti di pensare al futuro.

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