DISINCANTATE!, un musical fiabesco per l’empowerment femminile. Parola ai protagonisti

Dal 14 novembre al 21 dicembre 2024 torna a Milano a grande richiesta DISINCANTATE!, l’esilarante musical sulla banda di principesse più scatenate delle fiabe. Un inno all’empowerment femminile in una location ad hoc tutta da scoprire all’interno del parco “La magia del Natale” al Carroponte di Sesto San Giovanni.

“Disincantate! Il Musical” è una produzione d’oltreoceano che ha debuttato all’Orlando’s International Fringe Festival nel 2011 ed è stato in breve tempo tradotto in moltissime lingue. Tra queste, la versione italiana è una delle più apprezzate e quest’anno giunge alla sua quinta stagione in una location veramente da fiaba: un’autentica Spiegeltent del 1926 montata all’interno del villaggio di Natale di Sesto San Giovanni, al Carroponte. 

Lo spettacolo è concepito come una storia nella storia: dieci delle principesse Disney che tutti noi conosciamo, capitanate dalla più iconica di sempre, Biancaneve, mettono in piedi uno spettacolo di cabaret per raccontarsi al di là delle favole, oltre i soprammobili che parlano, i topolini che cuciono e i minatori di statura minuta. Ne risulta un vero e proprio sfogo, nutrito da scambi vivaci e tanta ironia, che mette in luce la donna in tutte le sue sfaccettature – quelle più angeliche e soprattutto quelle che proprio non lo sono – e la celebra per ciò che è, demolendo i clichés del patriarcato, della bellezza-bontà e del body positive. 

Le dieci principesse in scena, Biancaneve, la Sirenetta, Belle, Raperonzolo, La Bella Addormentata, la Principessa che baciò il ranocchio, Pocahontas, Mulan, Badroulbadour (Jasmine) e Cenerentola, si alternano sul palco per esternare la loro frustrazione per come la società (e i media) le hanno sempre dipinte, cercando di inculcare nelle bambine di ogni generazione un’immagine non reale.

Un cabaret dissacrante ed energico, con una location che, di contrasto, è favoleggiante: la Spiegeltent è una struttura in legno e tessuto decorata con specchi e vetrate, come un circo di fine Ottocento, e proietta immediatamente ogni spettatore in un’epoca passata.

Le bravissime interpreti in scena, Valentina Gessaroli (Biancaneve), Giulia Mattarucco (Cenerentola), Elisa Siragusano (la Bella Addormentata), Claudia Luzzi (Hua Mulan / Pocahontas / Badroulbadour), Elena Mancuso (Belle / La Sirenetta / Rapunzel) e Rebecca Comite (la Principessa che baciò il ranocchio) sono molto affiatate, con un apprezzabile controllo vocale nonostante le coreografie e l’energia e la velocità del libretto. Gran parte del successo delle gag si deve proprio a loro e alle loro capacità attoriali. 

“Disincantate! Il musical” è uno spettacolo godibile e divertente, che coinvolge il pubblico di ogni età (attenzione al linguaggio poco politically correct, però) e lo diverte, non tralasciando di veicolare emozioni più profonde nel finale, come ci spiegano il regista Matteo Borghi, la direttrice musicale e vocale Eleonora Beddini e l’influencer Valentina Gessaroli (@la_va_lend) che veste i panni (e la mela) di Biancaneve in un’intervista esclusiva.

“Disincantate! Il musical” giunge alla sua quinta stagione italiana, e lo fa in una location particolarissima, molto belle epoque.

Matteo Borghi “Sì, abbiamo dovuto inventarci spazi nuovi per adattare lo spettacolo, che ha sempre trovato casa nei teatri convenzionali, in una struttura splendida come la Spiegeltent, ma devo dire che la nuova location rende molto l’idea del cabaret, che è quella originaria del musical.”

E quest’anno avete anche più musica dal vivo rispetto alle altre edizioni, giusto, Eleonora? Oltre al tuo pianoforte, c’è anche la batteria di Agata Garbin.

Eleonora Beddini “Esattamente. Abbiamo riarrangiato tutte le musiche per pianoforte e batteria, considerando anche che lo spettacolo originale è concepito per una band pop, con batteria, chitarre eccetera. Cerchiamo, insomma, di conservare l’aspetto vaudeville mitteleuropeo e anche avere un imprinting un po’ più pop americano; ci sono molti di riferimenti che riguardano dei mondi musicali diversi anche all’interno dello spettacolo, che così riusciamo a rendere ancora di più.

Di “Disincantate!” mi ha da subito incuriosito il fatto che si poggi su un paradosso: si tratta di una favola, con i personaggi delle favole, che però sono completamente sovvertiti nella loro essenza. E quest’anno c’è l’aggiunta di questo bellissimo gioco dell’assurdo per cui il musical che sfata le favole va in scena in una location da favola all’interno della favola per eccellenza, cioè un villaggio di Natale.

M.B. “Esatto! E ne abbiamo approfittato per rinnovare una parte del cast con Valentina, che forse, essendo arrivata adesso, può parlarci di più di questo contrasto tra la Principessa e la non-Principessa.”

Valentina Gessaroli “Sì, io lavoro molto con il concetto della Principessa non-Principessa, cioè come il personaggio della principessa sia stato usato per rappresentare il cambiamento della donna. E’ splendido, perchè, preparando lo spettacolo, noi diventiamo le principesse e nel contempo le facciamo anche nostre, cioè ci aggiungiamo parte della nostra personalità e del nostro vissuto e diventiamo un gruppo affiatato, come si vedrà sul palco. La storia che racconteremo sarà anche quella di tutte noi

E com’è interpretare il ruolo di Biancaneve che sovverte Biancaneve?

V.G. “Biancaneve è la principessa per eccellenza, la prima a essere stata ritratta in un lungometraggio animato. Quindi è una grande responsabilità sul palco, anche se quella che salirà in scena è molto diversa dalla classica principessa Disney. Biancaneve si è un po’ rotta le scatole e adesso vuole dire la sua e vuole farlo con le sue amiche. Il mio è forse il personaggio più sovversivo tra quelli in scena. La parte più difficile del mio ruolo è reggere la responsabilità di dover tenere insieme lo spettacolo e legare un numero e l’altro: ci vuole tantissima energia, che traggo anche dalle mie compagne, che sono bravissime.”

Nel musical tutto fa libretto: dal recitato alle musiche, ai vestiti di scena… Come gestite le parti musicali all’interno dello spettacolo?

M.B. “Essendo ‘Disincantate!’ prevalentemente un cabaret, è molto importante che ogni interprete abbia i suoi ritmi e il suo spazio per esprimere la propria comicità, che è diversa per tempi ed espressione da quella degli altri, quindi ogni volta che il cast cambia, la musica evolve in funzione delle nuove dinamiche sul palco. Ecco perché è importante che la musica sia da vivo e possa supportare l’artista al 100%.”

Cos’è cambiato dalla prima stagione di “Disincantate!” ad adesso?

M.B. “Direi che  lo spettacolo è rimasto lo stesso nella sua essenza, anche se abbiamo rivisto alcuni testi che volevamo portare a un altro livello. L’esperienza della scena, però, ci ha portato a migliorare la gestione delle battute e dei tempi di recitazione. Oramai sappiamo dove il pubblico reagisce di più, sappiamo dove prendere tempo per interagire con gli spettatori e dove andare avanti un po’ più velocemente. La versione di adesso è molto più orientata verso il pubblico.”

E.B. “Considera anche che la cosa più difficile di uno spettacolo di questo tipo, e in questo anche Matteo è stato bravissimo, è tenerlo aperto al pubblico, ma in modo controllato, per non sforare le tempistiche o andare fuori argomento.”

M.B. “Si tratta comunque di un cabaret, quindi deve restare elegante, anche se all’apparenza sembra tutto il contrario. Le principesse rimangono principesse, anche se si sono rotte le scatole, e nella storia sono loro che hanno creato lo spettacolo.”

“Disincantate!” celebra la figura femminile in tutte le sue sfaccettature, come tantissimi prodotti da almeno cinque anni a questa parte. Non vi sembra che l’argomento sia un po’ inflazionato, adesso? Insomma, perché continuare a parlarne?

V.G. “Rispondo con un’altra domanda: perché ora lo fanno tutti? Io penso che, se si insiste adesso con questo tema, è perché non è stato esplorato abbastanza, o niente affatto, in precedenza. Come succede per tante altre problematiche, che non dovrebbero essere tali, ma che nella nostra società lo sono, e ne parleremo durante lo spettacolo.”

M.B. “Per me, se tutti parlano dello stesso tema adesso, è perché c’è bisogno di parlarne. Se queste domande vengono ancora poste, è perché queste problematiche esistono ancora e sono soprattutto sentite dalle persone. Spero che arrivi il più velocemente possibile il giorno in cui non sarà più necessario parlare dell’immagine femminile, ma per il momento penso ce ne sia ancora molto bisogno”

Prossimo passo, “Disincantati!”?

M.B. “Sarebbe ora! Lo spettacolo in generale riflette la società nel momento in cui si trova, quindi spero che sarà portato ad evolvere e ad assumere altre forme.”

Un’ultima domanda e vi lascio tornare alle prove: qual è il momento che preferite durante lo spettacolo?

M.B. “L’inizio e la fine dello spettacolo, senza rivelare troppo, rendono l’idea del messaggio che il musical vuole realmente trasmettere, e soprattutto il fatto che tutto cambia, e può cambiare, con il tempo, le cose, gli eventi e soprattutto le persone.”

E.B. “Anche io amo molto quel momento. Mi emoziona moltissimo, ed è anche uno dei pochi momenti veramente seri dello spettacolo, in cui si veicolano emozioni un po’ più profonde.”

V.G. “Le principesse sono tutte rappresentate da oggetti, che si portano dietro. A un certo punto loro abbandonano questi oggetti distintivi, un po’ come se abbandonassero i loro stereotipi e c’è una frase che, anche musicalmente, quando la canto, mi commuove. Comincia con: ‘… E finisce la storia, e scopri così…’ Non vedo l’ora che il pubblico lo ascolti.”

Non vedo l’ora anche io, e vi ringrazio per il vostro tempo.

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