Tra le sezioni curate della 29esima edizione di miart, la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea sotto la direzione artistica di Nicola Ricciardi, Emergent ha aperto il percorso come di consuetudine negli ultimi anni. Una scelta che ha consentito al pubblico di entrare direttamente all’interno di una visione più sperimentale con 25 gallerie in totale, tra presenze nazionali e internazionali selezionate da Attilia Fattori Franchini.
Nel corso della fiera appena conclusa, alcune gallerie hanno scelto di condividere lo stesso spazio come Matteo Cantarella (Copenhagen) e Shahin Zarinbal (Berlino) con Sanna Helena Berger e Cecilie Norgaard, che si sono aggiudicate il Premio LCA Studio Legale per Emergent. Le artiste avevano già esposto insieme in occasione della mostra Die Installiert alla Rinde am Rhein (2024, Düsseldorf). Anche in questo caso il rigore scultoreo di Berger dialoga con gli oggetti quotidiani ritratti dal gesto pittorico di Norgaard. Nicoletti e Tina di Londra costruiscono un dialogo tra linguaggi e estetiche con i disegni di Tarek Lakhrissi (Nicoletti) i fotomontaggi di Josèfa Ntjam (Nicoletti) e la scultura di Karim Boumjimar (Tina), quest’ultima entrata nel Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera. diez (Amsterdam) e Cibrián (San Sebastián) portano il primo la pittura di Joachem Mestriner e la seconda lo scultoreo fiocco di neve in alluminio dell’artista Shy Li.

ArtNoble Gallery (Milano) ha portato l’ultimo lavoro pittorico del giovanissimo Aronne Pleuteri Invasione di Uccelli, insieme al Primo prototipo di mototromba, un ibrido con cui ha eseguito una singolare performance. Dalle roboanti sonorità di Pleuteri alla psichedelica scatola visiva di Matta (che ha di recente inaugurato la nuova sede in città) con l’installazione di luci del duo artistico thebackstudio (Yaadz Contactor e Eugenio Rossi) tra tubi di acciaio e neon colorati per un’esperienza immersiva.
Effetti luminosi anche per le sculture di Eva Gold alla galleria londinese Rose Easton con i box di varie dimensioni e formati, che sporgono dalle pareti dello stand, in un dialogo concettuale e estetico perfetto con la rappresentazione pittorica delle opere di Tsneem Sarkez tra simboli della società contemporanea, culture (araba di appartenenza e occidentale), e ricerca di identità. Un’indagine che si sviluppa anche nell’interpretazione dei corpi nelle sculture tessili di Eliška Konečná e nella presenza totemica di Mara Verhoogt, da eastcontemporary (Milano). La prima attraverso una tecnica di stratificazione conferisce una tridimensionalità alle sue opere. La seconda evoca una dimensione tra umano e non umano, insieme a deliziose ceramiche.
Il corpo si irrigidisce negli “omini” sottoposti a un processo di incorporazione dello spirito con le geometriche sculture del Guardaroba di Federico Cantale, da Triangolo (Cremona). Un rigore formale che si respira nello stand accentuato dalla scultura a parete di I.W. Payne, Margarine 4 dall’opera di Daniel Graham Loxton, che ingloba materiali diversi sulla superficie rendendo fisica la sua pittura. Da Brunette Coleman le opere attingono al quotidiano nelle rivisitazioni di Oscar Enberg e negli inediti accostamenti di Brianna Leatherbury e di Jack O’Brien da Ginny on Frederick.

Da Ilenia (Londra) Nate Boyce produce vocabolario estetico elegante costituito da piccoli materici dipinti e dall’uso della tecnologia, come eleganti sono le forme che dialogano nello stand di Eugster || Belgrado con le opere di Saša Tkačenko (due di queste sono entrate Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano) e i ritratti delicati di Marko Obradović.
L’esperienza si fa tattile nella galleria di Ginevra Lovay Fine Arts con i nuovi lavori di Ligia Dias tra scultura e installazioni. Prodotte con oggetti e gioielli recuperati e tecniche artigianali, tra catene di acciaio, vetro e specchi, un uovo di struzzo e argenti, che ricoprono gli specchi invitando il pubblico a uno sguardo che superi le convenzioni identitarie. Fortemente installativo il lavoro di Kemil Bekteši alla Galerija Manus (Spalato Zagabria), che indaga le dinamiche migratorie, culturali e sociali della zona dei Balcani occidentali, con un progetto che esplora le pratiche manuali e tradizionali del fornaio (attività paterna), tra attrezzature nobilitate con la foglia d’oro (le teglie), o utilizzate per creare dei segni (il mixer per l’impasto) e catene di pane.

N.A.S.A.L. (Guayaquil – Città del Messico) propone un dialogo a due con gli artisti Pablo Andino e Luis Enrique Zela-Koort, così come KALI Gallery (Lucerna) con l’insolita tecnica pittorica sul retro delle lastre di vetro di Sebastian Haas e le sculture di Maya Hottarek. Ancora pittura (con materiali diversi) nella pratica di Catherine Biocca e Lorenzo Modica alla Galleria Eugenia Delfini (Roma). City Galerie Wien (Vienna) propone le immagini fotografiche di Olivia Coeln e i collage Virginia Ariu, quest’ultimo medium utilizzato anche da Zoë Croggon alla Daine Singer (Melbourne).
La ripetizione ossessiva di una mela sezionata nella serie dei dieci piccoli dipinti dell’artista Edward Kay da Roland Ross (Margate), rivela a uno sguardo più attento minime variazioni. Stile Rinascimentale che caratterizza anche i soggetti (particolari di corpi, abiti e decorazioni) dei quadri Jennifer Carvalho da Franz Kaka (Toronto). Alcune opere di Kay e Carvalho sono entrate a far parte del Fondo di Acquisizione di Fondazione Fiera Milano. Un’austerità che caratterizza i due stand interrotta dall’ironica scultura-fontana (in funzione) di Gina Fischli con un una bambola dentro una piccola vasca da bagno, posizionata su una colonna alla galleria Zaza (Milano- Napoli), che chiude la sezione di Emergent.