Fabio Abbreccia continua un percorso artistico importante che lo vedrà impegnato per il periodo prossimo nel progetto espositivo Supersonic che, dopo il successo di Crash presso la sala Romanelli della Reggia di Caserta, approda presso l’Iconic Art Galleries della Loffredo Foundation for Arts and Inclusion.
Supersonic, ossia più veloce del suono, come veloci corrono i cambiamenti del mondo contemporaneo, talmente di là del termine medio della ricerca artistica da imporsi come estetica Pop a sé, Fabio Abbreccia pone nel panorama Pop la carnalità del soggetto, il soggetto che prende forma e si espande nell’attualità fattuale dell’esperienza, rinunciando alla serialità priva di anima che muove il costrutto dell’arte Pop, dove l’oggetto si impone allo sguardo per sé.
L’arte Pop, si diceva, mantiene un legame con la materia e la materialità di quello che immortala e lo fa nel descrivere l’oggetto, senza impegnarsi nella soggettività come forza attiva di cambiamento, generativa, della realtà circostante.
L’impianto Pop di Fabio Abbreccia è, invece, proprio del soggetto, intimamente vissuto, alla ricerca dell’anima dell’arte che contamina la materia, che la rende viva. Ma di quale anima si parla? Della sostanza che attraversa i corpi e li fa vibrare, questa stessa esatta vibrazione si legge sulle opere di Fabio Abbreccia, sui corpi, sulle linee dei visi, nei colori. Tutta l’architettura dell’opera, come nel caso del corpo di donna, è intrisa di questa sostanza vibrante che si traduce nel cromatismo acceso, dinamico, in grado di suscitare l’attenzione del lettore, di quel pubblico che sembra nutrirsi di quest’energia vitale come del nettare le api.

Un’intuizione ha pervaso, evidentemente, Abbreccia, quella di rendere nuovo un approccio di stile, dove tutti gli stilemi sembrano essere rispettati della Pop art, per poi trovarsi di fronte alla caducità di ogni sistema di riferimento, ogni struttura, infatti, rende insofferente il divenire per definizione, così procede oltre e si ritrova, probabilmente, a pensare che non il canone, ma l’idea, che ha sempre un’origine intuitiva, sposa la realtà che è cangiante per sé stessa, procede di un moto in divenire e tutto fluisce contro la stasi, nulla può essere perentoriamente rispettato, neanche un modo di darsi dell’arte che, altrimenti, è tecnica e non arte, intesa come ricerca.

Può essere che sia un suono dell’anima il colore volutamente antinaturalistico, non un vettore della carica Pop nell’opera. Risiede, infatti, in Fabio Abbreccia la capacità di emozionare per questo, perché è lui stesso a trascrivere un’emozione, la propria, fissata sulla superficie dell’opera, così, parlante, espressiva sotto la pelle della donna ritratta, di là dell’iride, nell’occhio, quel rosso e quel blu, lanciati nell’immaginario di chi osserva, potenti attivatori dell’inconscio, istigatori dell’emozione, subitanea energia non mediata, non verbalizzata, mai espressa, ma sentita, perciò vissuta.
Il progetto, voluto e curato da Fabio Maietta, promotore culturale e attento lettore del contemporaneo vuole offrire al territorio della Campania, l’evento Supersonic si terrà a Caserta, uno spunto che ha la pretesa di lanciare una riflessione nazionale sulla ricerca nel campo della Pop art.