Dal 2 al 26 aprile 2025, garage BENTIVOGLIO torna con un nuovo episodio che dialoga con la storia del design italiano e con l’immaginario collettivo di un’intera generazione. Il protagonista assoluto è il Bidone Aspiratutto, disegnato nel 1975 da Francesco Trabucco e Marcello Vecchi per Alfatec, concesso in prestito dalla Triennale di Milano.
Un oggetto che molti ricordano di aver avuto in casa, anche se forse non lo hanno mai davvero osservato con attenzione. Un elettrodomestico, sì, ma con un carattere deciso: verde militare, forme semplici e funzionali, e quel lettering bianco così evidente da evocare l’estetica dei surplus militari che, negli anni Settanta, riempivano i guardaroba di chi cercava moda economica e controcorrente.
Il Bidone Aspiratutto è un best-seller inatteso, nato dall’assemblaggio geniale di componenti già esistenti, che riesce a imporsi anche come oggetto di culto visivo. La sua popolarità è alimentata da una comunicazione audace, come nella celebre pubblicità dei primi anni ’80 in cui il tubo flessibile dell’aspirapolvere si avvolge maliziosamente attorno a una donna sorridente, come un moderno Laocoonte postmoderno.
All’interno della vetrina di Palazzo Bentivoglio, l’oggetto viene esposto quasi con pudore, ma circondato da un grande specchio dorato che, paradossalmente, lo esalta. Un cortocircuito visivo che lo rende protagonista assoluto: da strumento da riporre nello sgabuzzino a oggetto di design da ammirare. Il gesto curatoriale di Davide Trabucco trova così un filo diretto con uno dei progetti più visionari dell’architettura moderna: il Centre Pompidou di Parigi. Come quel gigantesco edificio firmato Piano & Rogers che portò tubature e impianti alla luce, trasformandoli in linguaggio architettonico, anche il Bidone Aspiratutto, negli stessi anni, esce dagli armadi per entrare nella scena del visibile.
Una piccola rivoluzione domestica che oggi viene celebrata come merita: non solo come pezzo di design industriale, ma come simbolo di un’epoca, di un’estetica che ha saputo nobilitare l’ordinario, rendendolo degno di essere osservato e ricordato.