Dal 27 giugno al 16 novembre 2025, il MAN Museo d’Arte della Provincia di Nuoro e la Galleria comunale d’arte di Cagliari ospitano Isole minori. Note sul fotografico dal 1990 ad oggi, un progetto espositivo che riflette sull’idea di isola come condizione esistenziale e geografica, attraverso lo sguardo della fotografia contemporanea. Curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, con il coordinamento di Elisabetta Masala, la mostra riunisce sedici artisti e artiste da contesti differenti, ciascuno con un approccio personale al paesaggio, alla memoria e all’identità.
Non si tratta di un semplice inventario visivo della Sardegna. Piuttosto, la mostra indaga cosa resta del concetto di isolamento nel tempo della mobilità globale. Lo fa interrogando un immaginario stratificato – paradiso senza tempo, enclave marginale, luogo di esotismo o periferia sociale – che ha segnato l’isola nella storia della rappresentazione fotografica. Le opere scelte attraversano questi cliché, li sospendono, li incrinano. Alcune parlano direttamente della Sardegna; altre, più lateralmente, mettono in discussione il significato stesso dell’essere-isola.
Il percorso si apre con un prologo affidato a quattro maestri: Mimmo Jodice, Bernard Plossu, Ralph Gibson, Massimo Vitali. Le loro immagini, realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, non introducono una narrazione cronologica, ma pongono domande. Jodice esplora il silenzio delle coste; Plossu percorre il margine tra poetico e documentario; Gibson gioca con l’ironia del corpo; Vitali mostra la spiaggia come spazio pubblico e osservatorio sociale.
A Nuoro, l’isola prende forma attraverso rituali, costruzioni simboliche e tensioni tra passato e presente. Salvatore Ligios e Charles Fréger si confrontano con il tema delle maschere e delle identità tradizionali, Giovanna Silva documenta il fallimento di un progetto politico e architettonico, quello del vertice internazionale mai realizzato alla Maddalena. Paola De Pietri fotografa monumenti e fortificazioni a Caprera come resti di narrazioni nazionali interrotte. In chiave partecipativa, Marinella Senatore, Vanessa Winship e George Georgiou propongono nuove visioni di cittadinanza e comunità. Jacopo Benassi e Lorenzo Vitturi riflettono sul concetto di isolamento, lavorando con materiali e linguaggi che oscillano tra documentazione e astrazione.
A Cagliari, il focus si sposta sul rapporto tra fotografia e letteratura. Arianna Arcara dialoga con i racconti di Sergio Atzeni, Karla Hiraldo Voleau rilegge la Generazione Z attraverso il prisma pasoliniano di Comizi d’amore. Luca Spano esplora l’intersezione tra immaginazione e realtà, evocando suggestioni da D.H. Lawrence. Francois Xavier Gbré, infine, mette in scena una Sardegna trasformata dalle migrazioni contemporanee, rileggendone le dinamiche sociali ed economiche.
Isole minori non cerca una definizione univoca, ma propone una serie di visioni in tensione, tra centro e margine, identità e alterità. Le opere selezionate compongono un vocabolario visivo mobile, in cui l’isola è allo stesso tempo luogo reale e spazio mentale, corpo politico e simbolico. L’insularità, qui, non è mai solo una condizione geografica, ma una lente per leggere il presente.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue edito da Interlinea, con la riproduzione delle opere esposte, schede critiche e un dialogo tra i due curatori. Un’occasione per riflettere sulla persistenza dell’insulare, su come la fotografia continui a interrogare il territorio, e su come da luoghi noti possano nascere sguardi inattesi
Mi sembra manchi uno nomi fondamentali nella storia della fotografia in Sardegna: SALVATORE COLOMO E CLAUDIO SORRENTI. Precursori delle immagini che hanno contribuito a far conoscere lsola nel mondo. GRAVISSIMA MANCANZA. Geavussima mancanza di rispetto anche nei loro confronti.