A Milano, il 29 maggio, l’innovazione tecnologica e l’arte hanno trovato un punto d’incontro negli spazi di Deloitte in via Santa Sofia, durante una doppia inaugurazione che segna ufficialmente la nascita del Campus Deloitte nel cuore della città.
Alla cerimonia hanno preso parte alcune tra le principali figure istituzionali italiane ed europee: Raffaele Fitto, Vicepresidente della Commissione europea, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano, Licia Ronzulli, Vicepresidente del Senato della Repubblica, e Fabio Pompei, CEO di Deloitte Central Mediterranean. Cuore pulsante di questa giornata è stato il taglio del nastro di Solaria Space, il nuovo hub interamente dedicato alla sperimentazione di soluzioni legate all’Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), progettato per accogliere imprese, startup e pubbliche amministrazioni all’interno di un ecosistema d’innovazione che guarda al futuro. L’apertura di Solaria Space si inserisce nel più ampio piano globale di Deloitte sull’intelligenza artificiale, che prevede investimenti per 3 miliardi di dollari entro il 2030, con l’obiettivo di accelerare la ricerca e lo sviluppo in questo ambito strategico.
Durante l’inaugurazione, il pubblico ha avuto modo di assistere a una dimostrazione live delle soluzioni di Deloitte: protagonista assoluto è stato il LLM Solaria, un modello linguistico avanzato che ha interagito in diretta con i presenti, illustrando le potenzialità del nuovo Hub e dialogando con i responsabili del progetto.
«Questo luogo non sarà soltanto la casa per oltre 6.500 professionisti, ma vogliamo che diventi uno spazio di scambio con tutta la città: dalle imprese alle istituzioni, dal terzo settore al mondo dell’arte e della cultura», ha spiegato Fabio Pompei.
E proprio l’arte ha rappresentato l’altra grande protagonista della giornata, con l’apertura della nuova Galleria Deloitte, ospitata nella straordinaria cornice della Chiesa sconsacrata di San Paolo Converso, un gioiello cinquecentesco affacciato su piazza Sant’Eufemia, affidato a Deloitte e connesso direttamente al Campus. Qui è stata inaugurata l’installazione “Liturgica” di Giuseppe Lo Schiavo, artista visivo tra i più interessanti della scena contemporanea, vincitore del Premio Cairo.
In Liturgica, Lo Schiavo ha saputo intrecciare il suo universo estetico – fatto di fotografia, video, luce e orchestrazione scenica – con le potenzialità della GenAI, restituendo un’opera profondamente rispettosa del luogo sacro che la ospita. L’opera non impone la presenza della tecnologia, ma la integra come uno strumento al servizio della narrazione artistica, creando un percorso visivo che si muove tra sogno, memoria e contemplazione. I riferimenti alla spiritualità sono forti e carichi di simbolismo: i cavalli che abitano l’installazione rimandano esplicitamente alla conversione di Saulo, figura chiave della storia cristiana e riferimento diretto alla chiesa di San Paolo Converso.
Ancora una volta Lo Schiavo dimostra come le nuove tecnologie, se guidate da una visione consapevole e coerente, possano diventare strumenti espressivi capaci di amplificare la potenza emotiva dell’opera d’arte. Liturgica non solo dialoga con il passato e il sacro, ma riesce a sorprendere e coinvolgere lo spettatore, restituendo un’esperienza sensoriale e intellettuale intensa e stratificata.
Durante la presentazione della Galleria Deloitte, abbiamo avuto modo di confrontarci direttamente con Giuseppe Lo Schiavo, approfondendo insieme a lui la genesi e il significato profondo di Liturgica, un lavoro che rappresenta un perfetto esempio di come l’intelligenza artificiale e l’arte possano fondersi nel rispetto della storia, dello spazio e dell’emozione.

Ci racconti Liturgica ?
Quando si prova a dialogare con un luogo così importante bisogna dal mio punto di vista compiere una ricerca sullo spazio. San Paolo Converso è un luogo fortemente caratterizzante, e ho voluto che questo si riflettesse nell’opera, portando dentro alcuni suoi elementi, creando un’atmosfera quasi biblica all’interno della scena.
C’è molta ciclicità nella narrazione visiva, quasi una sorta di sogno: le immagini partono e si trasformano. I sogni funzionano proprio così — la nostra mente parte da un’immagine e poi continua in un modo quasi fuori controllo. In realtà però un controllo c’è: è dato dall’esperienza, perché in realtà la nostra esperienza è il database che io ho utilizzato all’interno del luogo.
Liturgica si configura quindi come una cerimonia fluida, una messa in scena teatrale costruita attraverso diversi sistemi di IA. È un’allucinazione visiva che prende le mosse da una scena centrale, l’acqua — elemento sacro, vivo, in trasformazione — e da lì si sviluppa un racconto visivo in cui si ritorna sempre all’idea di teatro, di presenza, di apparizione.
Il lavoro è ispirato anche al teatro contemporaneo, una sorta di sogno lucido.
C’è un chiaro rimando a San Paolo
San Paolo Converso richiama direttamente la conversione di San Paolo: lui a cavallo, abbagliato dalla luce, che cade, come nelle rappresentazioni bibliche di Rubens o Caravaggio.
Il cavallo diventa così parte di questa rinascita, sia in senso biblico che laico: rappresenta la visione, il bagliore, e la caduta come momento di trasformazione. Ho voluto includere questi elementi figurativi ed emblematici della chiesa all’interno dell’opera.

Arte, intelligenza artificiale, spiritualità nella nuova Galleria d’arte di Deloitte. Quale le sfida principale nell’unire questi tre elementi?
Sicuramente riuscire a unire qualcosa di così tecnologico — che spesso viene percepito come freddo — con una dimensione spirituale era la parte più difficile. Cercare di restituire alla macchina un contenuto umano, persino biblico, è stata una sfida centrale. Questo luogo è stato per me una grande fonte di ispirazione, sia per l’architettura sia per i ritratti e i dipinti che custodisce. Ho quindi creato un’opera site-specific, una sorta di messa in scena teatrale di alcuni elementi della chiesa stessa.È come se avessi fatto rivivere alcuni luoghi e raffigurazioni all’interno dello stage teatrale che è diventata la navata principale.