Il 25 luglio, Cittadellarte, Michelangelo Pistoletto e la Soprintendenza per i Beni e le Attività culturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta hanno inaugurato “Glacial Threads. Dalle foreste ai tessuti del futuro” presso il Castello Gamba di Châtillon (Aosta). A curare il progetto è Fortunato D’Amico, che mette al centro la riflessione sul potere rigenerativo dell’arte di fronte alla crisi climatica, creando un intreccio di moda, natura, tecnologia e responsabilità sociale.
Il Castello Gamba, costruito tra il 1901 e il 1903 su progetto dell’ingegner Carlo Saroldi, fu originariamente la dimora del conte Carlo Maurizio Gamba e della moglie Angélique Passerin d’Entrèves. Dopo un lungo periodo di abbandono, l’edificio è stato acquistato dalla Regione Valle d’Aosta e trasformato in museo, aperto al pubblico nel 2012. Oggi ospita una collezione d’arte moderna e contemporanea che dialoga strettamente con il paesaggio circostante, grazie anche a installazioni site-specific en plein air. Dal 2022, la presenza della scultura luminosa Orbita di Massimo Uberti lo identifica come vero e proprio Polo del Contemporaneo della Valle d’Aosta, non come frutto di un’eredità privata ma come testimonianza culturale collettiva della regione.

Incastonato in un parco all’inglese di 50.000 mq, il museo ha sviluppato un crescente interesse per i temi ecologici, espandendo la propria attività con progetti che indagano la relazione tra arte, ambiente e tecnologia. La sostenibilità è qui intesa come valore fondante della condizione umana, non come slogan.
Il progetto “Glacial Threads”, promosso da Lenzing Group, azienda leader nella produzione di fibre a base di legno, affronta in modo diretto il tema del riscaldamento globale e dei cambiamenti socio-ambientali. L’impianto concettuale si articola intorno ad alcuni dei nuclei simbolici più forti della poetica di Pistoletto: la Mela Reintegrata, metafora dell’equilibrio tra artificio e natura; Metamorfosi, che invita a pensare l’identità come processo in divenire; e Il Terzo Paradiso, la visione di un’alleanza necessaria tra innovazione e biosfera. Non si tratta di opere da ammirare in silenzio: queste immagini spostano il punto di vista, interrogano, aprono prospettive.
Cosa significa essere responsabili? Qual è il nostro ruolo in un mondo in trasformazione? Le opere di Pistoletto pongono domande, ma suggeriscono anche un gesto: prendersi cura. Rammendare gli strappi del presente, ricucire le contraddizioni – proprio come fa la sua Mela, simbolo ferito ma integro.

All’interno del progetto, è centrale il contributo del laboratorio B.E.S.T. (Better Ethical Sustainable Think-Tank), fondato nel 2009 da Pistoletto e Franca Sozzani. Questo think-tank sperimenta un approccio etico alla moda, in cui il design è strumento di trasformazione e consapevolezza. In collaborazione con i designer Blue of a Kind, Bav Tailor, Tiziano Guardini e Flavia La Rocca, sono stati realizzati abiti con fibre biodegradabili, simili a quelle utilizzate nella protezione dei ghiacciai, che accompagnano l’opera Metamorfosi esposta al Castello.
Salendo al terzo piano, si incontra la Venere degli Stracci, che osserva il panorama valdostano. In questo contesto, la Venere – creata nel 1967 – rivela tutto il suo potere di simbolo dicotomico: da una parte la decadenza del consumismo, rappresentata dagli stracci; dall’altra, la natura incontaminata delle montagne, che sovrastano il paesaggio e lo sguardo. È una figura che non smette di porre la domanda più urgente: che rapporto vogliamo avere con ciò che produciamo e consumiamo? La sua bellezza è una chiamata etica, una bellezza che non consola, ma interroga.

Il percorso espositivo tracciato da Pistoletto è un invito: ognuno può e deve cercare nuove vie per agire in modo più sostenibile, nel quotidiano. In un’epoca di iperproduzione e tensioni ambientali crescenti, visitare il Castello Gamba non è solo un gesto culturale, ma un atto di consapevolezza. Per capire le logiche di un progetto come “Glacial Threads”, ma anche per entrare in contatto con la storia del Castello, il suo paesaggio, le opere di Fontana, Isgrò, Paladino, Pomodoro, Guttuso, Carol Rama, che ne compongono il patrimonio.
Sin dalla sua nascita nel 1998, Cittadellarte ha promosso azioni concrete di responsabilità sociale e ambientale, incarnando la visione del Terzo Paradiso e trasformandola in pratica. In un mondo dove politica e istituzioni faticano a comunicare con efficacia, l’arte riesce a superare le barriere culturali e linguistiche. Per questo, talvolta, una mostra ha più impatto di un discorso ufficiale: perché sa parlare al cuore e alla coscienza. Perché stimola immaginazione e responsabilità. E ci ricorda che tutti possiamo partecipare alla trasformazione del mondo, con scelte più attente, con pensiero critico, con gesti che uniscono.


