Il Giudizio Universale rivive a Milano: Jorge R. Pombo reinventa Michelangelo nella Fabbrica del Vapore

Dal 27 giugno al 18 settembre 2025, la Fabbrica del Vapore di Milano ospita “Giudizio Universale”, la nuova personale dell’artista catalano Jorge R. Pombo, che occupa integralmente lo Spazio Cattedrale, uno dei luoghi più iconici dell’archeologia industriale milanese. La mostra, a cura di Vera Agosti e Matteo Pacini, è promossa dal Comune di Milano, prodotta da EBLand Srl con il Movimento Arte Etica, e resa possibile grazie al contributo della ARTantide Gallery di Paolo Mozzo.

Pombo, artista noto per la sua ricerca pittorica fondata sulla dissolvenza delle immagini e sul costante confronto con i grandi maestri del passato, realizza qui un progetto di straordinaria ambizione: una reinterpretazione monumentale del Giudizio Universale michelangiolesco, tradotto in una dimensione immersiva e partecipativa, capace di coinvolgere lo spettatore non solo visivamente, ma emotivamente e intellettualmente.

Il cuore del progetto è un’opera unica di 180 mq, accompagnata da sei variazioni pittoriche ispirate alle pareti laterali della Cappella Sistina, che rievocano tre episodi della vita di Mosè e tre della vita di Gesù Cristo. Queste tele rappresentano solo un sesto del totale previsto, poiché l’artista si è posto come obiettivo, in un lavoro quinquennale, la riproduzione integrale in scala 1:1 della Cappella Sistina.

Nel 2025 ricorre il 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti (1475–1564), figura fondativa dell’arte occidentale. In questo contesto, Pombo si inserisce con una riflessione pittorica che non intende imitare, ma aggiornare il mito rinascimentale, trasformando il modello in una materia viva, inquieta, contaminata. Le sue superfici, infatti, non aspirano alla perfezione dell’originale, ma si offrono come corpi pittorici instabili, in cui la figura si dissolve nel gesto, in cui il sacro si misura con la crisi del nostro tempo.

L’influenza dell’Action Painting, in particolare nella sua dimensione più fisica e processuale, si sovrappone alla memoria visiva del Rinascimento, generando una tensione estetica che riattiva la pittura come campo di conflitto tra permanenza e trasformazione. “Volevo portare la pittura su un piano traboccante, colmo di movimento”, dichiara l’artista, e questa dichiarazione trova conferma nella resa plastica e vibrante delle sue superfici.

A distinguere ulteriormente il progetto è la scelta etica e sociale di Pombo di coinvolgere nella realizzazione delle opere persone in situazioni di marginalità, grazie al sostegno della Caritas dei Comuni di Reggio Emilia e Firenze. Gli assistenti, regolarmente retribuiti, non sono meri esecutori, ma diventano co-protagonisti di un’opera corale, il cui valore si estende ben oltre la dimensione artistica, abbracciando quella umana e politica. In questo senso, “Giudizio Universale” si pone anche come atto di giustizia simbolica, una possibilità di riscatto che restituisce alla pittura una funzione civile.

La Fabbrica del Vapore, con la sua storia industriale e la sua nuova identità culturale, diventa lo spazio ideale per questa visione. Lì dove un tempo si produceva energia, oggi si genera pensiero visivo, e Pombo, con la sua pittura densa e stratificata, si pone come mediatore tra la storia dell’arte e la storia sociale, tra l’eredità del passato e le urgenze del presente.

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