Il Padiglione Cubano alla 24ª Triennale di Milano: un’immersione nell’anima dell’Avana

Dal 1923, Triennale Milano promuove le Esposizioni Internazionali, invitando designer, architetti e artisti a confrontarsi sui temi cruciali della contemporaneità. Dopo aver indagato il rapporto tra uomo e natura con Broken Nature (2019) e i misteri dell’universo con Unknown Unknowns (2022), la 24ª edizione chiude la trilogia dedicando la riflessione alla dimensione umana e alle disuguaglianze che attraversano le città e il mondo. Inequalities è un progetto collettivo che, attraverso mostre e installazioni, affronta le differenze economiche, etniche, di genere e geografiche che segnano la società contemporanea. La 24ª Esposizione comprende anche una sezione dedicata alle partecipazioni internazionali, sollecitate sotto l’egida del BIE – Bureau International des Expositions, di cui il padiglione cubano è parte integrante.

Cuba presenta un padiglione che si distingue per il suo approccio sensoriale e narrativo, offrendo al pubblico una riflessione immersiva sulla complessità urbana e sociale dell’Avana. Non solo una città, ma un organismo vivo, fatto di spazi, relazioni e storia, che diventa metafora e caso di studio di un modello di gestione urbana unico al mondo.

Il cuore del progetto è il centro storico dell’Avana, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1982 e protagonista di un straordinario processo di restauro e conservazione, guidato dall’Oficina del Historiador de la Ciudad (OHC) sotto la guida di Eusebio Leal. Iniziato negli anni ’90, in un contesto di grave crisi economica, questo progetto ha dato vita a un modello di gestione decentralizzato, integrato e autosostenibile, che ha saputo coniugare tutela del patrimonio e benessere della comunità residente, evitando fenomeni di gentrificazione e turistificazione forzata.

Alla base di questo processo si collocano cinque pilastri strategici: Sostenibilità Istituzionale, Sostenibilità Sociale, Sostenibilità Economica, Sostenibilità Culturale e Sostenibilità Ambientale. Questi principi hanno permesso di salvaguardare non solo l’identità architettonica e storica della città, ma anche la vitalità della sua popolazione residente, mantenendo il centro storico come spazio autentico, inclusivo e dinamico.

Il concept del padiglione cubano si traduce in un percorso multisensoriale ispirato al teatro post-drammatico, dove il visitatore è coinvolto in un’esperienza dadaista che trascende la semplice fruizione informativa. Cinque audiovisivi inediti raccontano ciascuno dei pilastri dell’OHC, accompagnando il pubblico in un viaggio tra suoni, immagini, texture e atmosfere che evocano la quotidianità e la creatività diffusa dell’Avana. Il padiglione mette in scena la dicotomia tra l’esteriorità urbana e l’intimità domestica, svelando come dietro le facciate storiche della città si nascondano relazioni sociali, fermenti artistici e forme di espressione comunitaria capaci di resistere e reinventarsi.

Il centro storico dell’Avana è un esempio unico al mondo di come sia possibile coniugare restauro architettonico e sviluppo sociale. Il lavoro della Oficina del Historiador ha garantito che questo patrimonio non diventasse scenario esclusivo per turisti o classi privilegiate, ma continuasse a essere luogo vissuto, generativo di cultura e creatività popolare.

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