Il Roadshow della Quadriannale di Roma fa tappa a Gibellina e unisce due capitali

Lo scorso 13 settembre l’istituzione per eccellenza dell’arte contemporanea italiana ha fatto tappa in Sicilia. Si è svolto nella sala dedicata a Mario Schifano del museo d’Arte Contemporanea “Ludovico Corrao” di Gibellina, il penultimo appuntamento di avvicinamento a Fantastica, la 18a Quadriennale che si inaugura il prossimo 10 ottobre a Roma.

Con questa tappa siciliana il roadshow nazionale dell’arte contemporanea ha voluto connettere tra loro due capitali, infatti tra non molto, nel 2026, Gibellina sarà la prima capitale italiana dell’arte contemporanea. Un riconoscimento che non poteva non iniziare da questo luogo simbolico per l’arte contemporanea italiana. Una piccola cittadina, periferica e centrale al tempo stesso, che è risorta dalle sue stesse macerie attraverso il grande cretto di Burri.

Al dibattito erano presenti il neopresidente della Quadriennale Andrea Lombardinilo, la presidente della Fondazione Orestiadi Francesca Corrao, il direttore artistico di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026 Andrea Cusumano, Cristina Costanzo curatrice di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026, e due dei cinque curatori della 18a edizione della Quadriennale di Roma, Francesco Stochi e Alessandra Troncone.

Durante l’incontro, moderato da Nicolas Ballario, è emerso come la visione di Ludovico Corrao coincida, in qualche modo, con quella della Quadriennale e del suo presidente da poco scomparso, il grande critico d’arte Luca Beatrice. È emerso inoltre quanto sia significativa per un’istituzione come la Quadriennale, che rappresenta l’arte contemporanea italiana da quasi un secolo, la tappa di Gibellina, un luogo geograficamente lontano dai grandi centri ma al tempo stesso centrale per l’essenza stessa dell’arte contemporanea. Dopo il devastante terremoto del Belìce del 1968, Corrao e la sua gente scelsero infatti di affidarsi al linguaggio artistico contemporaneo per ricostruire non solo gli spazi, ma anche una nuova identità, una speranza, una visione di futuro.

Chi conosce l’arte contemporanea sa che nel nostro Paese le grandi centrali dell’arte si possono incontrare in luoghi apparentemente periferici; Gibellina è uno di questi. E in effetti chi conosce la storia, non solo la storia dell’arte, sa bene che tutta la produzione artistica italiana ha da sempre fatto i conti con una fortissima tendenza al policentrismo. La stessa configurazione morfologica della penisola, che si allunga nel Mediterraneo tra due catene montuose, ha storicamente favorito lo sviluppo di piccoli centri autonomi, basti pensare ai piccoli comuni nati in epoca medievale. La Sicilia, poi, è da sempre crocevia di scambi tra i tanti popoli che si affacciano nel Mediterraneo; l’isola è al centro di una pluralità di linguaggi che dimostrano, anche in tempi difficili come questi, la possibilità che possano coesistere culture diverse. In questa pluralità di linguaggi la lingua franca che può abbattere le barriere, scongiurando una babele di popoli e di culture, secondo Francesca Corrao è proprio l’arte contemporanea.

Possiamo dunque aspettarci quest’ultima Quadriennale concepita da Luca Beatrice come la naturale conseguenza di un policentrismo consapevole, caratterizzato dalla ricchezza e dalla molteplicità delle espressioni culturali. Lo stesso roadshow, con i suoi appuntamenti disseminati in luoghi diversi, ha permesso di raccontare l’arte contemporanea italiana attraverso più centri, in percorso/dibattito che confluirà nella Capitale con l’inaugurazione di ottobre.

La Quadriennale presenterà al pubblico 55 artisti provenienti da tutte le parti d’Italia invitandoli a “fantasticare”. Fantastica, voluta e pensata da Luca Beatrice, è infatti concepita non solo come un aggettivo, ma anche come un’esortazione, un invito a fantasticare.

A fianco di Fantastica, Villa Carpegna ospiterà una rievocazione della grande Quadriennale del 1935, la seconda, che sarà intitolata ai giovani e ai maestri. Luca Beatrice ha voluto così recuperare un’esperienza espositiva straordinaria che aveva proposto nomi del calibro di Corrado Cagli, Capogrossi, De Chirico, De Pisis, Marino Marini, Arturo Martini, Gino Severini, Enrico Prampolini.

Nella visione di Beatrice, il cui importante testimone è stato raccolto dal nuovo presidente Andrea Lombardinilo, la Quadriennale doveva esprimere la summa dell’arte italiana che si è sedimentata negli ultimi quattro anni. Fantastica sarà infatti l’occasione per incontrare e conoscere artisti viventi e attivi nel primo quarto di questo secolo. 

Il nuovo presidente ha inoltre evidenziato come l’attività di promozione delle arti visive italiane sia strettamente connessa all’esistenza dell’Archivio della Quadriennale, che custodisce uno straordinario patrimonio documentale sull’arte contemporanea italiana, a partire dal Novecento fino agli esponenti delle ultime generazioni.

Tra i protagonisti della giornata anche il direttore artistico Andrea Cusumano, il quale ha messo in luce come pure il titolo scelto per Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026 sia una esortazione: «“portami il futuro”, siamo noi che lo chiediamo a Gibellina, quasi come se parlassimo con una Sibilla Cumana: dimmi qual è il futuro e fai questo attraverso l’incontro. Noi stiamo puntando molto sulle residenze, prima si parlava del centro e della periferia, ma qual è il centro del mondo per ognuno di noi? Niente di più che il luogo dove io incontro le cose e le persone, è il luogo in cui io riesco a trasformare la mia esperienza individuale in relazione e quindi il centro del mondo non esiste perché me lo porto io dentro».

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