Il nono libro di Phillip Toledano, We Are At War, è realizzato, come il precedente progetto Another America, con l’uso dell’Intelligenza Artificiale. L’artista reimmagina e riscrive un capitolo della storia recente, il D Day, ponendo la domanda: “Se possiamo riscrivere il passato così convincentemente, cosa significa questo per il presente?”.
Toledano solleva profonde implicazioni sull’impatto dell’IA sul nostro senso di storia, autenticità e memoria. Il suo progetto, che lui chiama “surrealismo storico”, va oltre l’arte: è un esperimento mentale sul potenziale dell’IA di plasmare ciò che percepiamo come verità. Questo tocca il potere crescente della tecnologia di ridefinire non solo il nostro futuro, ma anche la nostra comprensione del passato. Con i rapidi progressi dell’IA, We Are At War offre un’esplorazione rilevante su come la tecnologia influenzi la percezione pubblica e l’accuratezza storica, una conversazione particolarmente attuale dato che le preoccupazioni sulla manipolazione dei media e l’autenticità sono sempre più rilevanti.
L’esistenza stessa dell’IA ha reso sia la storia che i fatti infinitamente elastici. Contemporaneamente, tutto è vero e niente è vero.
Siamo a un punto di svolta culturale: il nostro rapporto con l’immagine e l’idea di immagine come verità è radicalmente cambiato. Quale modo migliore di illustrarlo se non reinventando in modo convincente uno dei momenti più significativi della nostra storia recente?
6 giugno 1944. Il D-Day
Tra le migliaia di soldati che sbarcarono quel giorno c’erano anche dei fotografi. Per citarne alcuni: L’Unità Cinematografica e Fotografica dell’Esercito, che coprì gli sbarchi a Sword, Juno e Gold Beach. Richard Taylor, un sergente del corpo di segnalazione statunitense che filmò l’assalto. E sulla spiaggia di Omaha, il fotografo Robert Capa.
Capa ha scattato circa 4 rullini e li ha inviati a Londra per essere sviluppati, ma a causa di un errore di laboratorio, solo 11 immagini sono sopravvissute. Capa ha creato una tasca vuota della storia, una tasca che può essere riempita con AI – quali immagini avrebbero potuto essere presenti su quei rullini perduti? “We are at war fa parte della mia continua esplorazione del surrealismo storico“, ha detto Toledano, “lavorando con l’intelligenza artificiale, ho immaginato uno dei 36 rullini perduti di Capa e, così facendo, dimostro quanto possa essere convincente la storia inventata“.
In We Are At War, Toledano non si limita però a creare un libro di fotohgrafie: reinterpreta la storia stessa attraverso l’IA. Pubblicato da L’Artiere, il libro ricrea infatti un rullino perduto del leggendario fotografo di guerra Robert Capa, mostrando il D-Day attraverso la lente dell’intelligenza artificale, ma non si limita a questo. Questo progetto unico, realizzato come un giornale in stile 1944, contiene infatti anche una serie di articoli generati dall’IA e pubblicità d’epoca, immergendo i lettori sia nell’attesa che nel caos di quel giorno cruciale. Anche gli “scatti mancati” simulati aggiungono un realismo inquietante, il tutto ottenuto grazie alla tecnologia IA. “Se possiamo riscrivere il passato in modo così convincente”, dice ancora Toledano, i”mmaginate cosa possiamo fare con il presente”.
brava Rebecca!!