Il 19 e 20 giugno 2025 torna a Milano The New Atlas of Digital Art, sesta edizione dell’appuntamento europeo dedicato alla creatività digitale, promosso da MEET Digital Culture Center in collaborazione con il Museo Nazionale dell’Arte Digitale. L’edizione di quest’anno, intitolata Immersive Frontiers, si concentra sulle nuove geografie dell’immersività, esplorando le trasformazioni culturali e sociali innescate da realtà aumentata, intelligenza artificiale e interconnessioni in tempo reale.
L’evento, punto di riferimento in Europa per il settore, si configura come una piattaforma multidisciplinare dove si incrociano arte, tecnologia e partecipazione pubblica. Tra gli ospiti più attesi: Daito Manabe, artista e performer giapponese, che sarà protagonista di un appuntamento speciale di Meet the Media Guru, e gli artisti Marc Da Costa e Matthew Niederhauser, che presentano in anteprima italiana l’installazione AI The Golden Key.
Il format prevede due giornate di keynote, talk, workshop, installazioni e laboratori interattivi, con l’obiettivo di offrire un’esperienza immersiva e formativa rivolta a professionisti della cultura, startup tecnologiche, studenti e istituzioni. Si alterneranno momenti di riflessione teorica e spazi esperienziali, in un ambiente progettato per sperimentare direttamente le tecnologie emergenti.
Il programma coinvolge realtà internazionali di rilievo come Barbican (UK), Ars Electronica (AU), SAT Montréal (CA), Diversion Cinema (FR), The Netherlands Institute for Sound & Vision (NL), Hub Montreal (CA), insieme a esperti e ricercatori come Jeffrey Schnapp, Mauro Martino, Hsin-Chen Huang, Matthieu Gayet e Candice Chenu di Fondation Louis Vuitton. Il dialogo tra pubblico e relatori è pensato per incoraggiare un approccio partecipativo, inclusivo e orientato al futuro.
Secondo Maria Grazia Mattei, presidente di MEET, questa edizione rappresenta “non solo un’occasione di scambio, ma un invito a costruire un nuovo atlante collettivo dell’immersività, capace di guidare cultura, tecnologia ed economia verso orizzonti più umani e consapevoli”.
Immersive Frontiers non si limita a presentare tendenze, ma ambisce a definire un vero e proprio linguaggio dell’esperienza, attraverso cui ridefinire i confini del racconto, della fruizione e dell’apprendimento. In un’epoca in cui il digitale diventa habitat culturale, questo appuntamento rappresenta un osservatorio strategico e un laboratorio aperto su ciò che sarà la cultura visiva e sensoriale del futuro.