Inchiostro, ad Alessandria torna il Festival sull’illustrazione e non solo, a tema “Grovigli”

Dal 13 al 15 giugno, si atterra sul Pianeta Inchiostro. Ecco le coordinate: siamo ad Alessandria, nel Chiostro di Santa Maria di Castello. Con la pioggia, con il sole, il Festival di Inchiostro, si fa. È così ormai dal 2013 ed è da allora che ha assunto un significato preciso, almeno per chi ci sta dietro. 

Sono loro, le persone di Inchiostro, tribù di volontari, quelli a cui porre la domanda delle domande: ma questo evento, che cos’è? 

Per capirlo, sarebbe sufficiente andare sul sito (in sintesi, una manifestazione di illustrazione, stampa d’arte, calligrafia lungo due giornate di giugno), ma non basterebbe. E allora, sporchiamoci di Inchiostro.

Partiamo dalla locandina di quest’anno, di Riccardo Guasco, che compare per tutta Alessandria. È questo è già un primo modo per comprendere Inchiostro: le sue tracce in effetti si trovano nei ristoranti, nei poster appesi di tutte le passate edizioni o entrando al Libraccio, calati dal soffitto, oppure ancora nei murales di un condominio per le strade.

Inchiostro è l’espressione di una nuova Alessandria che parla a tutti dal centro città. 

Alla sua dodicesima edizione è ormai un adolescente che per il 2025 ha strappato un po’ i jeans.

Cambia innanzitutto la data: non più il primo fine settimana di giugno e non più due giorni, ma tre. Tema: Grovigli. Altra nota colorata: l’inaugurazione delle mostre parallele. 

Così si esce dal Chiostro sino a Palatium Vetus, incendiato da tende rosa shocking. L’effetto sorpresa c’è, perché celati dietro questo sipario pink, ci sono Braccio di Ferro e Homer Simpons con altre sculture. All’ingresso una mega ciambella zuccherata come antipasto di Not – not only Toys (sui totem, 12 scultori europei a dar corpo all’illustrazione) che, come lo racconta il curatore e vice Presidente dell’Associazione, Matteo Bergo “Parte dall’illustrazione ma esplora l’arte tridimensionale della scultura in salsa pop, un primo passo per traghettare Inchiostro in un’altra dimensione.” 

QUEERIOSITY Giulia Ramunno

Appena più in là, in corso Roma 12, una chimera coloratissima sta in vetrina, per attirare lo sguardo sul progetto legato alla comunità LGBTQ+,  Queeriosity (20 illustratori, 20 parole, 7 autori, 2 esperti e un catalogo che è possibile acquistare durante l’evento e online sul sito di Inchiostro), che “Con leggerezza e ironia, tanto colore e qualche sorriso, diventa l’occasione di imparare qualcosa e avere meno “paura” – dice una delle curatrici, Francesca Grassano – un’occasione di stimolare un dialogo sul tema”.

Tutto questo ogni week-end sino al 22 giugno. 

NOT Giulia Vuillermoz

E se in chiesa di solito si va a pregare, Inchiostro entra a gamba tesa anche in questo luogo sacro e ne riscrive gli interni: esposta nella Chiesa di Santa Maria di Castello, la reinterpretazione contemporanea della Madonna della Salve, da parte dei vincitori, lo street artist Basik e Mauro Mazzara del concorso realizzato in collaborazione con la Diocesi di Alessandria, per gli 850 anni dalla sua fondazione. 

Le opere si appropriano del tema dandogli sembianze più terrene o, viceversa, trasportandolo in ambientazioni siderali. Luca Zanon, il nome dietro quest’ultimo Groviglio, descrive in che modo anche questo è: “A tutti gli effetti uno spin-off del Festival, una prospettiva inedita, in linea con la filosofia di Inchiostro Festival, che da sempre promuove l’incontro tra antico e nuovo, tra sacro e quotidiano.”

E a proposito di concorsi, spazio ai giovani anche quest’anno, con il Premio agli illustratori tra i 16 e i 25 anni: i selezionati, saranno visibili durante tutto l’evento. 

Manca ancora qualcosa in questo groviglio: workshop, battle tra illustratori, performance calligrafiche, spettacoli di danza, proiezioni di cortometraggi animati, aste, dj set. 

Sudore, forme, linee. Le persone di Inchiostro. Perché per organizzare questo Festival, servono proprio loro e tanta, tantissima, voglia di ridare valore all’arte riportandola sulla terra, prima tappa, Alessandria.  

E anche il Presidente Andrea Musso si unisce al coro per descrivere l’evento come “Incontro, comunità artistica, luogo in cui chi lavora con il segno e la creatività può incontrarsi, confrontarsi, senza chiudere la residenza nel chiostro ma aprendosi al pubblico. Qualcosa che nessuna Intelligenza Artificiale potrà mai fare o sentire.”

Tuttavia, sono le parole di una signora che fermandosi sulla porta di una delle mostre, prima di andarsene, mi ha confessato, quelle che forse meglio hanno colto lo spirito di Inchiostro: “Grazie, Alessandria ha proprio bisogno di iniziative così”. Ho pensato, riprendendo il treno per Milano, che anche altre città ne avrebbero bisogno. Ma il Festival sta crescendo, e intanto che corre ad imbrattare di cultura anche fuori dai suoi confini naturali, è lì, pronta a colorarvi dal 13 al 15 giugno.

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