Sarà Jonathan Anderson a prendere le redini delle collezioni Dior dopo l’addio di Maria Grazia Chiuri, prima direttrice creativa donna della maison per 9 anni consecutivi. Lo stilista nordirlandese é stato il volto di Loewe per 11 anni, fino allo scorso aprile, quando gli è stato affidato il coordinamento del marchio Dior Men seguito dalla nomina a direttore creativo unico di Dior, a supervisione delle collezioni uomo, donna e haute couture.
La stagione di Maria Grazia Chiuri si è conclusa con una magica Dior Cruise ospitata tra le mura settecentesche di Villa Albani Torlonia di Roma lo scorso 27 maggio.
Bella confusione è il titolo scelto per questa ultima sfilata, citazione dell’omonimo romanzo di Francesco Piccolo (Einaudi, 2023), un dipinto veritiero e approfondito del panorama italiano negli anni Sessanta. Gli attori piú amati, da Claudia Cardinale a Marcello Mastroianni e i registi piú leggendari, come Federico Fellini e Luchino Visconti, sono i protagonisti di questo viaggio nei retroscena di Cinecittà, tra tensioni taciute, pettegolezzi inediti e immagini di un’epoca che non verrà dimenticata. A completare il concept ideato a partire dal romanzo di Piccolo, il cortometraggio ad hoc, girato dal regista Matteo Garrone Les Fantômes du Cinéma: una narrazione visiva della nuova collezione che ben ricalca estetiche spettrali, magiche e surreali citando le piú celebri scenografie e costumi della storia del cinema italiano.
La collezione di 80 look si presenta come un ensamble calibrato sapientemente, nel quale la bellezza prende il sopravvento ignorando una rigida linearità temporale per abbandonarsi alla sua essenza piú pura. Tessuti e pattern sono oggetto di accostamenti contrastanti che da un lato, ricercano le meraviglie del passato e della storia, lasciando dall’altro subentrare la contemporaneità piú libera e destrutturata.
I capi presentati sono frutto di una sperimentazione che si ispira non solo agli stili delle epoche passati, ma anche al luogo prescelto, che accosta architetture effimere allo stile neoclassico: la villa, commissionata dal Cardinal Albani all’architetto Carlo Marchionni venne progettata per custodire la famosa collezione di sculture greco-romane sotto la curatela di Johann Joachim Winckelman, allora bibliotecario del cardinale.
Roma è sempre stata per Maria Grazia Chiuri fonte di osservazione e ispirazione, come conferma il progetto di restauro e recupero del Teatro della Cometa, un tempo galleria d’arte e poi negli anni Cinquanta teatro, ideato dalla contessa Mimì Pecci Blunt. Dopo una formazione in Svizzera e il trasferimento nella raffinata Parigi, Mimì incontra il suo futuro marito Cecil Blumenthal, collezionista newyorchese con cui condivise diversi progetti avanguardistici, a partire dall’hotel particulier dove vivevano, salotto di incontri e rappresentazioni teatrali che ospitò il celebre Bal Blanc finito sulle prime pagine di Vogue.
Ed è proprio al candore di quel ballo che la collezione presentata a Roma si rifà, a citazione di un contesto culturale stimolante e aperto alle nuove tendenze: dall’avorio al bianco sporco le tonalità di bianco, che tanto ricordano le immagini catturate da Man Ray all’iconica festa di Mimì, incontrano i toni piú scuri ispirati agli elementi vegetali e architettonici della villa e impreziositi da motivi decorativi interamente artigianali. Una vera experience in cui l’ormai ex direttrice creativa, regala al pubblico la sua personale visione della città eterna, raccolta anche materialmente in una guida redatta dalla stessa Chiuri con i luoghi da lei piú amati.
Il futuro di Dior passa ora nelle mani di un giovane Jonathan Anderson, a inaugurare un nuovo capitolo che vede un’unica figura maschile al coordinamento di tutti i marchi del brand, come non succedeva dai tempi del fondatore Monsieur Dior. Il suo percorso in Loewe ha giá evidenziato il grande talento e l’innata attitudine ad aprire la moda alla società contemporanea, come testimonia l’istituzione del Craft Prize dedicato ai giovani designer e stilisti e diverse iniziative che hanno coinvolto artisti di tutto il mondo rendendo la creatività un linguaggio comune e identitario.
«Si dice che tutte le cose belle debbano finire, ma io non sono d’accordo», con questa consapevolezza Jonathan Anderson si prepara al suo debutto con la collezione Dior Men Summer che si terrà a Parigi il 27 giugno.
Per due volte eletto Designer of the Year e vincitore di ben cinque British Awards, tra cui Emerging Talent per il Ready-to-Wear e Leaders of Change, Anderson si distingue per la fluiditá delle sue proposte, dove uomo e donna non sono piú categorie di stile, ma corpi su cui i tessuti e i materiali si plasmano, nel nome di una moda inclusiva e innovativa.
Tra le iniziative piú famose il suo debutto nel 2011 con The Fear of Naturalism fino alla Milano Fashion Week 2022, dove l’attrice Hari Nef, nei panni della protagonista dell’horror Carrie (1976), campeggia sul cartellone pubblicitario su un camion che gira tutta la città, fino alle collaborazioni artistiche strette durante il suo incarico in Loewe, tra cui Lara Favaretto, (donna autunno-inverno 2023-2024), Anthea Hamilton (Tate Britain, 2018), Hilary Lloyd (primavera-estate 2021) e Luca Guadagnino (Queer, 2025).
L’eredità della maison ha senza dubbio un valore inestimabile, frutto di menti geniali e controcorrente, e Anderson sembra avere tutte le carte in regola per prendere il testimone.
«Sono sempre stato ispirato dalla ricca storia di questa Maison, dalla sua profondità e dalla sua empatia. Non vedo l’ora di lavorare al fianco dei suoi leggendari Ateliers per scrivere il prossimo capitolo di questa incredibile storia». Jonathan Anderson