Negli ultimi decenni, complici anche Covid e l’avvento dei vari metaversi, il confine tra gioco virtuale e vita reale si è assottigliato, soprattutto quando si parla di casa e design. Videogiochi come The Sims hanno trasformato milioni di utenti in piccoli architetti e interior designer, consentendo a chiunque di progettare, arredare e personalizzare spazi digitali come fossero quelli della propria abitazione. Questa tendenza ha fatto sì che concetti un tempo riservati ai professionisti – dalla distribuzione degli ambienti allo stile dell’arredamento – entrassero nel linguaggio quotidiano. Oggi costruire il proprio “nido” non è più solo una questione di mattoni e mobili, ma anche di creatività interattiva e ispirazione tratta dal mondo virtuale.
Tutto ha avuto inizio con The Sims, il celebre videogioco di simulazione lanciato nel 2000. In apparenza The Sims permette di gestire la vita di personaggi virtuali, ma per tantissimi giocatori il vero divertimento risiede altrove: progettare case e arredarle in ogni dettaglio. Non a caso la serie The Sims è stata definita “una serie di simulazione di vita e di arredamento di interni”, a sottolineare come l’arredo sia parte integrante dell’esperienza. Will Wright, il creatore del gioco, lo aveva concepito inizialmente proprio come un gioco di architettura, ancor prima che di vita simulata. Col tempo The Sims è diventato un fenomeno culturale planetario, con oltre 100 milioni di copie vendute nel mondo e una comunità di fan appassionati di costruzioni virtuali.

Giocare a The Sims ha insegnato a molti i rudimenti della progettazione: dalla disposizione delle stanze all’abbinamento di mobili e decorazioni. Per la prima volta, chiunque poteva sperimentare liberamente con il design d’interni, senza budget reali né competenze tecniche. C’è chi ha scoperto così la propria vocazione: il designer Rory Robertson, ad esempio, racconta che costruire case su The Sims è stato fondamentale per sviluppare il suo senso dello spazio e l’ha spinto verso una carriera nell’interior design. L’enfasi sulla casa è sempre stata al centro del gioco, e gli sviluppatori hanno costantemente aggiornato stili e arredi virtuali seguendo le tendenze reali. In questo modo i giocatori hanno potuto disporre di cataloghi digitali ispirati al mondo contemporaneo, apprendendo termini e mode del design mentre si divertivano.

Il successo di The Sims ha aperto la strada ad altri titoli dove costruzione e arredo virtuale sono protagonisti. Basti pensare a Minecraft, dove milioni di persone hanno eretto case (seppur fatte di cubi) imparando intuitivamente a progettare spazi in tre dimensioni; il gioco è persino usato in ambito educativo e urbanistico per coinvolgere nuovi pubblici nella progettazione. Oppure ad Animal Crossing: New Horizons (2020), che ha immerso moltissimi utenti nel design d’interni virtuale. Questo titolo Nintendo ha dominato i social durante il lockdown: i giocatori si sono dedicati a decorare la casetta sulla propria isola digitale, con l’unico scopo di creare una dimora accogliente e personalizzata.
Quando il gioco entra in casa: collaborazioni e tendenze reali
L’influenza del gaming sul design domestico non si è fermata allo schermo, ma è uscita dai videogame per intrecciarsi con il mondo reale. Un caso emblematico è la partnership tra The Sims e IKEA: nel 2008 il colosso svedese dell’arredamento ha portato i suoi mobili iconici dentro il gioco con il pacchetto “The Sims 2 IKEA Home Stuff”. Per la prima volta un brand di arredamento reale entrava in un videogioco in modo ufficiale. Questa collaborazione ha permesso ai giocatori di arredare le case dei Sims con una selezione di mobili e decorazioni IKEA, riproducendo lo stile distintivo del marchio nei minimi dettagli. Moltissimi arredi del catalogo IKEA comparivano sullo schermo con forme e colori autentici, rendendo i confini tra realtà e simulazione più sfumati. L’operazione fu un successo e segnò un precedente importante: videogioco e arredamento reale potevano dialogare, scambiandosi pubblico e ispirazioni.

Negli anni successivi, vari brand del design hanno strizzato l’occhio ai mondi virtuali per raggiungere nuove fasce di pubblico. Durante il boom di Animal Crossing: New Horizons, ad esempio, IKEA Taiwan ha ricreato pagine del catalogo con i personaggi e i mobili del gioco, unendo ironicamente realtà e finzione. Anche il mobile game Design Home, lanciato nel 2016, ha costruito un ponte diretto tra gioco e shopping: in questa app si arredano stanze virtuali con veri mobili di marchi famosi È una sorta di democratizzazione dell’interior design: ciò che un tempo si vedeva solo sulle riviste, ora si può provare in un videogioco, sperimentando stili d’arredo senza muoversi da casa e magari scoprendo nuovi prodotti da acquistare.
Questa contaminazione funziona in entrambe le direzioni. Da un lato, vedere e usare oggetti di design in un videogioco educa l’occhio degli utenti e li invoglia a riprodurre certe soluzioni nelle proprie case reali. Dall’altro, una nuova generazione di creativi ammette di trarre ispirazione dall’estetica videoludica. Linee, colori e concept nati nei giochi stanno entrando nei mobili e negli interni reali.
Gamification dell’abitare: vivere la casa come un gioco
Se i videogiochi insegnano a progettare, viene naturale applicarne le dinamiche anche nella vita reale. Oggi ideare o rinnovare la propria casa può diventare un’esperienza “gamificata”. C’è chi, dovendo arredare un appartamento, prima lo ricrea al computer come fosse un livello di The Sims, provando combinazioni di arredi e colori in versione virtuale prima di attuarle davvero. Del resto, The Sims è così realistico nel simulare gli interni che c’è perfino chi lo usa professionalmente per progettare vere ristrutturazioni, trasformando una passione in uno strumento di lavoro. Anche senza arrivare a questi casi, molti hanno trasferito nelle proprie abitazioni idee nate videogiocando: c’è chi ha scelto palette cromatiche ispirandosi a quelle viste in game, e chi ha disposto i mobili seguendo le “regole” apprese giocando (ad esempio lasciando liberi i passaggi). In sostanza è una gamification dell’abitare: usare meccaniche da videogioco – creatività, personalizzazione, progressione continua – per rendere più divertente e personale la costruzione del proprio ambiente domestico.
Oggi infatti la stessa IKEA offre direttamente sul proprio sito strumenti digitali avanzati come il Kitchen Planner e il Home Planner, dei configuratori online permettono agli utenti di progettare e visualizzare virtualmente la propria cucina o altri spazi, scegliendo mobili, colori e finiture in modo semplice e interattivo, direttamente da casa propria.

Anche altri marchi si sono mossi in questa direzione. Il brand statunitense Wayfair ha introdotto un sistema in realtà aumentata che consente di visualizzare mobili e decorazioni direttamente all’interno dei propri spazi domestici grazie a un’app per smartphone. Basta inquadrare la stanza per vedere apparire un divano o una libreria nel punto esatto in cui si desidera collocarli. Allo stesso modo, brand come Made.com o Leroy Merlin offrono strumenti di progettazione 3D accessibili dal web, pensati per consentire agli utenti di provare soluzioni d’arredo prima ancora di effettuare un acquisto.
NEXT LEVEL HOME: il videogioco diventa realtà abitativa
Tutte queste tendenze trovano una sintesi concreta in NEXT LEVEL HOME, un evento che porta nel mondo reale l’idea di abitare giocando. Organizzato da UpTown Milano e presentato al Fuorisalone 2025, NEXT LEVEL HOME mostra come le tecnologie dei videogame possano rivoluzionare l’esperienza di acquistare e progettare casa. Per la prima volta in Italia, un progetto immobiliare integra strumenti di gaming per permettere alle persone di esplorare e personalizzare virtualmente la propria futura abitazione. Nello spazio espositivo di UpTown a Milano, i visitatori hanno potuto immergersi in un plastico digitale 3D del nuovo complesso residenziale (denominato Bliss) e aggirarsi al suo interno come se fossero dentro un videogioco, sfruttando le tecnologie più avanzate di visualizzazione real-time, tipiche del mondo gaming e della virtual production. Tramite un desk interattivo, è stato possibile muoversi liberamente nell’ambiente virtuale, entrare negli appartamenti e perfino scegliere le finiture, proprio come in un’esperienza nel Metaverso. Ogni fase del processo – dalla visita all’edificio fino alla personalizzazione degli interni – è stata integrata in un percorso digitale coinvolgente.

Elemento centrale dell’installazione è l’Home Configurator, un configuratore avanzato sviluppato con Tecma Solutions, che permette ai futuri residenti di modificare in tempo reale le caratteristiche del proprio appartamento muovendosi in modo fluido e realistico. Con pochi tocchi si possono selezionare materiali, colori, pavimenti, e vedere subito il risultato: un livello di personalizzazione simile a quello di un videogame, applicato però a spazi reali.
In pratica, il visitatore diventa il “giocatore” progettista della propria casa, con la sicurezza che ciò che vede sullo schermo corrisponderà poi alla realtà. Next Level Home dimostra così, in modo tangibile, la convergenza tra gioco e abitare reale: un’anteprima di come, in un futuro prossimo, comprare e progettare casa potrebbe diventare un’esperienza immersiva e interattiva degna di un videogioco – ma con in palio le chiavi di casa.