L’opera di Gianluca Balocco – in arte M.O.O.R. “vive attraverso la nostra percezione” che ci porta “a riscoprire una nostra dimensione interiore” dove il tempo non è lineare, ma creativo e aperto guidato solo dai nostri sensi e dalle nostre emozioni e non soggetto alle condizioni e limitazioni della realtà e delle convenzioni sociali. L’arte di Balocco, quindi, si rivela nelle sue installazioni, che l’artista ci racconta nella seconda parte dell’intervista (trovate qui la prima parte).
Hai presentato il tuo ultimo progetto Neural Temple – MOOR , al Fuorisalone del mobile di Milano, me ne parli?
Il progetto è pensato per creare un’area di benessere, di meditazione, di riconnessione con sé stessi attraverso l’arte come esperienza percettiva espansa. Ho immaginato una sorta di grotta primordiale con molti elementi sensoriali in cui si può “stare nel qui e ora” senza usare la parola. Vieni accolto dal sound immersivo della compositrice RobinG (Roberta Gilardi) che, insieme ad una variazione cromatica ambientale site-specific, innesca uno stato emotivo/meditativo che apre la mente. Si inizia l’esperienza seduti su di una chaise longue, realizzata da Furia Design, e degustando un’essenza di rosa gallica. L’attenzione è catturata dall’opera digitale “Judith: Floral Resilience”, ispirata alla Giuditta I di Gustav Klimt e parte della serie Impermanence.
La figura di Giuditta è un pretesto per parlare del concetto di femminilità oggi, rappresentato simbolicamente dalla rosa. L’immagine, in continua e lentissima trasformazione, si dissolve e si ricompone in un movimento fluido in cui la figura di Giuditta si fonde con immagini di rose e parti del corpo femminile. Ho scelto di fotografare le rose nel momento del passaggio da fiore a bacca, ovvero nel momento di trasformazione in frutto, in nuova vita, per richiamare il concetto della ciclicità della vita. Gli scatti fotografici sono stati fatti al Roseto Fineschi, uno dei più grandi a livello europeo con migliaia e migliaia di specie presenti. Le immagini ad altissima definizione sono visibili su un monitor in 4K, racchiuso in una cornice artigianale realizzata dalla maestra artigiana fiorentina Julia Markert. Julia ha imparato dai migliori maestri fiorentini la tecnica quattrocentesca a foglia oro. L’oro, materiale magico che nella sua dimensione alchemica riflette e distorce la realtà, in quest’opera crea un rimando diretto all’opera originale di Klimt.
Una scultura interattiva floreale, composta da semi naturali, reagisce con variazioni luminose RGBW agli stimoli sonori e vocali dell’osservatore, che può interagire anche con una lightbox retroilluminata modificandone lo spettro di colori, fino a trovare la tonalità che rispecchia il suo sentire in quel momento.

Vorrei chiudere l’intervista parlando dell’installazione permanente Groundwave, la prima applicazione del concept model di Neural Temple, che sarà inaugurata il 24 Maggio
In un contesto fortemente legato al territorio e alla memoria della civiltà etrusca, Groundwave è un’opera di interferenza, perché la memoria storica è trattata come elemento estetico di un paesaggio e non più come testimonianza del passato. Abbraccia molti temi, in cui lo spettatore entrerà se li saprà riconoscere: il ciclo della vita e il senso della morte, i cambiamenti climatici e la perdita della biodiversità, il territorio e la cultura etrusca.
Il Comune di Castiglione della Pescaia ha deciso di dedicare alla mia installazione uno spazio nella parte alta del Museo Casa Rossa Ximenes, che si trova nella “Riserva Naturale Diaccia Botrona”, dove un tempo c’era il mare e tre città etrusche.

L’allestimento in uno spazio buio, dove ancora una volta il sound ambientale è creato dalla compositrice RobinG, riprende alcuni elementi di Milano come la chaise longue realizzata da Furia Design proprio per Neural Temple. In questo caso l’opera sarà proiettata su uno schermo di grandi dimensioni quattro metri per due ad una risoluzione di 4K. È un’installazione trans-pittorica, che fa parte del ciclo Impermanence. Chiamo trans-pittura il mio nuovo linguaggio artistico in cui torno alla pittura tradizionale attraverso la tecnologia, che riproduce i rilievi materici dei colori e la trama della tela.
Nelle immagini, strutturate su centinaia di livelli, che si trasformano in modo quasi impercettibile, si possono riconoscere diverse specie vegetali tipiche del territorio, paesaggi, reperti archeologici etruschi del Museo Isidoro Falchi di Vetulonia e le forme dell’ architettura della Casa Rossa Ximenes. Ho realizzato l’opera in quattro versioni diverse che saranno esposte a rotazione negli anni. Il progetto non si fermerà qui perché altre realtà museali hanno dimostrato interesse.

Quale sarà l’evoluzione di Neural Temple?
Il concept di Neural Temple si presta ad essere declinato in vari ambienti e diversi contesti, non solo artistici. In occasione del Fuorisalone di Milano, ad esempio, è stato presentato in anteprima mondiale in un contesto professionale presso lo spazio di Hub G-Gravity per creare una stanza di meditazione e rilassamento.
L’installazione di Castiglione della Pescaia è, invece, un’opera permanente in uno spazio museale pubblico e, per questo, ho pensato ad un percorso completo che la introduca. Il visitatore è accolto da due grandi stampe fine art, che hanno per soggetto due HITIMM dell’esperienza di Groundwave, ma soprattutto dalla mia intervista con il regista di documentari d’arte Lorenzo Antonioni.
Sempre a Maggio l’installazione di Milano si trasformerà per diventare un evento immersivo pubblico. Sono stato invitato a partecipare alla nuovissima iniziativa dedicata agli artisti contemporanei della Fuori Infiorata di Noto in Sicilia dal 17 al 20 di Maggio. Si tratterà ancora di un’installazione temporanea, come a Milano, una stanza sensoriale con uno schermo più grande e moduli per rilassarsi.
Progetti come Neural Temple Solidale porteranno questa visione in spazi vulnerabili — ospedali, case di cura, scuole, carceri — dove l’arte può creare benessere e aiutare a raggiungere una prospettiva di vita migliore.
Nel futuro di Neural Temple c’è uno studio in cui applicare le neuroscienze per misurare il livello di benessere generato.