Blue Gallery presenta Electric Supermoon, una mostra personale delle nuove e recenti opere dell’artista coreana Hyun Cho, curata da Quadro Zero. La mostra, aperta dal 9 giugno al 7 luglio 2024, si svolgerà presso la Blue Gallery nel Sestiere Dorsoduro 3061, Venezia. Questa esposizione segna il ritorno in Italia di Hyun Cho, che ha già esposto allo Spazio Display di Parma e ha partecipato a una residenza artistica presso Palazzo Monti di Brescia nel 2018.
Electric Supermoon include una varietà di opere tra cui installazioni, sculture, pannelli LED e testi, esplorando temi centrali come le iconografie urbane, il linguaggio comune e i simboli equivoci. Le nuove opere di Cho si concentrano su iconografie urbane che appaiono effimere e ambigue, offrendo un’esperienza di realtà illusoria e paradossale. L’artista invita a riflettere su ciò che è percepito come reale ma potrebbe non esserlo, e viceversa, su ciò che è reale ma sembra impossibile. Questo tema si intreccia con l’approccio punk, che è una firma distintiva di Cho. Il punk dimostra come una sottocultura possa essere mercificata e integrata nel mainstream, mantenendo comunque un’arte ribelle e politica, e solleva questioni estetiche che vanno oltre la semplice definizione di un movimento culturale.
La mostra presenta tre opere recenti realizzate a Seoul: “RIP #Blue”, “RIP #Orange” e “Hitchhicker”. Queste opere evocano lapidi o monoliti dell’auto-memoria, caratterizzate da tonalità fredde e metalliche con display LED e luci che suggeriscono dichiarazioni illogiche ma definite. L’atmosfera giocosa di queste opere invita a riflettere sull’agentività, ossia la capacità umana di esercitare controllo consapevole sul proprio comportamento. Le luci LED, pulsanti come una superluna, rappresentano una fonte di energia vibrante e costante.
La collocazione delle opere di Cho all’interno della Blue Gallery di Venezia, secondo Quadro Zero, si focalizza sull’interazione tra contenitore e contenuto in una città fortemente definita dalla propria estetica. L’approccio ironico e concettuale di Cho richiama l’opera di Marcel Duchamp, il movimento Fluxus, la Pop Art e gli Young British Artists, mantenendo comunque un linguaggio artistico e culturale unico e personale.
La mostra, curata da Quadro Zero in stretta collaborazione con Hyun Cho, è accompagnata da un testo critico di Ilaria Sponda, curatrice indipendente, che fornirà un’analisi approfondita delle opere esposte e del contesto artistico dell’artista.


