Luci e tenebre di un genio: il balletto “Caravaggio” arriva a Milano con la star Roberto Bolle

Per la prima volta in Italia, lo straordinario balletto Caravaggio di Mauro Bigonzetti – già in scena dal 9 all’11 maggio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – arriva al TAM Teatro Arcimboldi di Milano, dove sarà in programmazione fino al 21 maggio. Lo spettacolo, firmato dal celebre coreografo italiano, si sviluppa sulle musiche di Bruno Moretti, che ha riorchestrato in chiave sinfonica alcuni brani tratti dall’Orfeo di Claudio Monteverdi, originariamente pensati per lo Staatsballett Berlin nel 2008.

L’opera si ispira alle opere del pittore italiano Caravaggio, di cui Bigonzetti mette in risalto la complessità della figura, celebrandone gli aspetti che compongono l’uomo e l’artista. La vita del pittore milanese è segnata, sembra, da ben due atti violenti, due scontri, che portarono alla morte dell’oppositore del Merisi. All’allontanamento da Milano, Caravaggio ebbe la possibilità di trasferirsi a Roma e ammirare le sculture romane, regalando forma e accuratezza anatomica ai suoi dipinti, già tremendamente veri e naturali. Di tutt’altro tipo furono le vicende che seguirono il secondo atto violento, in seguito al quale il pittore vagó per il sud Italia e a Malta, avvelenato dai sensi di colpa. Il dramma delle scene ritratte nei quadri riflette quello vero di un artista che è fatto di lampi di genio e passione fortissimi e di ombre violente, proprio come le luci che usa.

Interprete protagonista di “Caravaggio” è l’Étoile scaligera Roberto Bolle, ambasciatore della cultura italiana nel mondo e portavoce della diffusione del balletto come forma d’arte accessibile e dedicata a tutti. Accanto a lui, alcuni tra i migliori danzatori solisti di caratura internazionale, insieme ad un corpo di ballo creato per l’occasione tramite audizione, che comprenderà circa trenta giovani ballerini liberi professionisti.

Su una scena essenziale, illuminata da forti luci di taglio che colpiscono i corpi, dando risalto a musiche e movimenti – le stesse usate dal Merisi  per i suoi dipinti e che proprio da lui prendono il termine caravaggesche – va in scena il travagliato mondo interiore dell’artista, raccontato attraverso l’espressione della sua arte. C’è dramma, tensione, passione e dinamismo in “Caravaggio” e tutto questo è pienamente comprensibile tramite il linguaggio dei corpi, senza che una parola venga pronunciata o pensata.

Assistiamo a un balletto psicologico, che dal punto di vista drammaturgico si esprime con solo, duetti, terzetti e quartetti, inframmezzati da scene corali che allentano la tensione e imprimono il moto ad un’azione sostanzialmente incentrata sull’io caravaggesco, sulle luci e le tenebre dell’animo umano.

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