MAUA Special Edition: la street art che diventa museo urbano aumentato

Dal prossimo 11 ottobre 2025, l’Italia si arricchirà di una nuova costellazione artistica che intreccia comunità locali, street art e tecnologia digitale. È la nuova fase di MAUA – Museo di Arte Urbana Aumentata, un progetto culturale che non conosce pareti né cornici, ma che si sviluppa direttamente nello spazio urbano, trasformando facciate, muri e piazze in un museo diffuso.

Finanziato dall’Unione Europea – Fondo Next Generation EU e gestito dal Ministero della Cultura, il progetto MAUA Special Edition porta sei nuovi territori all’interno della rete nazionale e internazionale di MAUA: Aielli (AQ), Diamante (CS), Santa Croce di Magliano (CB), Favara (AG), Firenze e Cosenza. Ognuno di questi luoghi, con la propria storia e le proprie specificità, entra così a far parte di un percorso che unisce arte, innovazione e partecipazione.

Il cuore del progetto è un’operazione di trasformazione digitale: oltre cento murales realizzati da alcuni dei protagonisti della street art contemporanea vengono reinterpretati attraverso la realtà aumentata, diventando opere animate visibili con smartphone e tablet tramite l’app gratuita Bepart – The Public Imagination Movement. Non si tratta solo di aggiungere un livello tecnologico a un’opera preesistente, ma di costruire un nuovo dispositivo narrativo: animazioni, testi, immagini in movimento e suoni amplificano le possibilità di lettura, facendo di ogni murale una soglia che conduce a esperienze plurali.

Ogni territorio coinvolto racconta un capitolo diverso di questa narrazione corale. Aielli (AQ), borgo che negli ultimi anni ha legato la propria identità a un intreccio tra street art e astronomia, vede i propri murales trasformarsi in un cielo aumentato, capace di connettere la scienza con la creatività. A Cosenza, e nelle vicine Rogliano e Santa Maria del Cedro, le opere diventano portali digitali che intrecciano il processo di rigenerazione urbana con nuove forme di memoria collettiva. A Diamante (CS), capitale mediterranea dei murales con oltre 400 interventi artistici, la realtà aumentata aggiunge un livello contemporaneo a un patrimonio già iconico, riconfigurando il borgo come un museo urbano aumentato.

A Firenze, città sovra-rappresentata dall’iconografia storica e turistica, il progetto restituisce uno strumento narrativo diverso: qui la realtà aumentata diventa linguaggio per risignificare lo spazio urbano, suggerendo prospettive alternative rispetto al canone visivo dominante. Favara (AG), da anni laboratorio di rigenerazione culturale e comunitaria, ritrova in MAUA una prosecuzione naturale della propria vocazione: la street art incontra le potenzialità espansive dei linguaggi digitali. Infine, a Santa Croce di Magliano (CB), i più di 40 murales del Premio Antonio Giordano vengono riletti grazie all’intervento di 30 artisti digitali italiani, amplificando il senso di un borgo che si è fatto palinsesto collettivo.

Il progetto MAUA non si limita a produrre immagini digitali. Alla base vi è un metodo partecipativo e curatoriale che mette in dialogo artisti, studenti, creativi, associazioni e istituzioni locali. Le opere aumentate nascono da processi collettivi che intrecciano fotografia, post-produzione, animazione 2D e 3D, scrittura creativa, curatela e progettazione urbana. Ogni lavoro è quindi il frutto di un cantiere condiviso, in cui competenze e visioni diverse convergono per costruire un’opera che non appartiene soltanto all’artista, ma a una comunità intera.

Dal 2017, quando nacque a Milano il primo nucleo di questo museo urbano, MAUA ha già costruito una collezione di oltre 340 opere aumentate, coinvolgendo più di 450 artisti e centinaia di cittadini, studenti e formatori. Le edizioni precedenti hanno toccato città come Palermo, Torino, Brescia e persino Waterford, in Irlanda, generando un mosaico internazionale che trova nei nuovi borghi italiani una continuità e una nuova sfida.

«Le città coinvolte fino a oggi non sono semplici scenari ma agenti della narrazione», spiega Joris Jaccarino di Bepart, la cooperativa sociale che ha ideato il progetto. «Ogni territorio diventa parte integrante del racconto artistico». È proprio in questa visione che risiede la forza di MAUA: non un museo che impone un canone dall’alto, ma un’infrastruttura culturale decentralizzata, capace di generare valore simbolico e sociale a partire dalle comunità locali.

Il visitatore, a sua volta, non è spettatore passivo ma esploratore urbano. L’esperienza si costruisce camminando tra vie e piazze, inquadrando facciate e muri che si trasformano in dispositivi digitali. Si tratta di un modo diverso di abitare la città, che invita a guardare gli spazi quotidiani con occhi nuovi, scoprendo strati di memoria, immaginario e critica.

In un’epoca segnata dalla saturazione visiva e dall’iper-produzione di immagini, MAUA non offre semplicemente l’ennesimo contenuto spettacolare. Propone invece un ecosistema narrativo complesso, dove il muro dipinto e la sua trasfigurazione digitale non si escludono ma si completano, generando nuove forme di consapevolezza. Un museo che non chiede di essere visitato in silenzio, ma che invita a essere attraversato, discusso, condiviso.

Con MAUA Special Edition, la street art italiana si apre a una nuova fase: un’esperienza che non cancella la dimensione fisica, ma la arricchisce, trasformando ogni murale in un racconto vivo, moltiplicato e condiviso. Un museo, finalmente, che appartiene alle strade e a chi le vive.

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