Norman Foster disegna il futuro di San Siro: il nuovo tempio di Inter e Milan prende forma

Norman Foster, 90 anni, uno degli architetti più iconici del nostro tempo, è stato scelto da Inter e Milan per progettare il nuovo stadio che sorgerà nell’area di San Siro. Insieme allo studio americano Manica, Foster guiderà una trasformazione che promette di ridisegnare non solo lo skyline milanese, ma anche l’identità sportiva delle due storiche squadre.

La decisione arriva al termine di una selezione che ha coinvolto 13 studi internazionali, tra cui Populous, Herzog & de Meuron, BDP Pattern e Aecom. A spuntarla è stata la combinazione tra visione architettonica e competenza tecnica: Foster + Partners da un lato, Manica dall’altro.

Foster ha firmato alcuni dei progetti più celebri al mondo: Apple Park a Cupertino, il Millennium Bridge di Londra, il Reichstag di Berlino e lo stadio di Wembley. È un architetto che lavora con l’idea che ogni edificio debba parlare al contesto, ma anche al futuro. Manica, invece, è uno studio americano con una forte specializzazione nel mondo degli stadi, già coinvolto anche nel progetto San Donato per il Milan.

Il nuovo impianto sorgerà accanto all’attuale San Siro, in un’area che include il parcheggio e il Parco dei Capitani. Avrà una capienza di 71.500 spettatori e sarà pensato per essere molto più di uno stadio: ospiterà eventi, concerti, attività commerciali e zone verdi. Un progetto che punta alla massima multifunzionalità, e che potrà portare i ricavi da stadio da 80 a oltre 130 milioni all’anno per ciascun club.

Ma il cronoprogramma è serrato. Le due squadre puntano a chiudere l’accordo con il Comune entro luglio 2025: un traguardo necessario per evitare che intervengano vincoli storici sul secondo anello del Meazza. In caso di esito positivo, il progetto preliminare sarà presentato entro metà 2026, per poi avviare le procedure urbanistiche e, infine, il cantiere tra il 2030 e il 2031.

Il sindaco Giuseppe Sala ha accolto positivamente la scelta di Foster, ma ha anche precisato: “Non voglio regalare niente a nessuno.” Il Comune valuta anche l’alternativa di destinare l’area a uso residenziale, se dovesse risultare economicamente più vantaggioso. La partita è ancora aperta anche sul futuro del vecchio San Siro: tra le ipotesi, la demolizione parziale, la creazione di un museo, oppure la trasformazione in un’area pubblica multifunzionale.

In questa fase, l’attenzione è tutta puntata sull’equilibrio tra ambizione progettuale e vincoli amministrativi. Il nome di Foster garantisce un prestigio internazionale, ma sarà necessario che le istituzioni, le squadre e la città lavorino insieme per non trasformare il sogno in un nuovo stallo burocratico.

Il nuovo stadio è molto più di un impianto sportivo. È una scelta urbanistica, un simbolo del futuro di Milano, un progetto che unisce identità calcistica e visione architettonica, in grado di trasformare un quartiere e ridefinire le coordinate culturali e infrastrutturali della città.

E mentre Norman Foster continua, alla soglia dei cento anni, a firmare opere che lasciano il segno, Inter e Milan si preparano a costruire un nuovo tempio. Uno spazio pensato per il calcio, ma anche per tutto ciò che oggi ruota attorno allo sport: intrattenimento, business, esperienza. Un luogo dove si racconterà la nuova storia di una Milano che guarda avanti.

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