“Ora Mercurio ha un Cratere Intitolato a Ruth Asawa”

Intitolare con il nome di una figura celebre un elemento celeste, come un asteroide, una stella o, addirittura, un cratere su un pianeta, può sembrare un’idea strana, ma si tratta di una pratica piuttosto comune nell’ambito dell’astronomia. Proprio in questo ambito, la notizia che ha entusiasmato l’intero mondo artistico internazionale riguarda il pianeta Mercurio e la scultrice Ruth Asawa.

Il 4 dicembre 2024, come riportato dalla prestigiosa piattaforma Artnet, è stato comunicato che uno dei crateri del pianeta Mercurio porta ora il nome di Ruth Asawa, un’artista che con la sua scultura ha profondamente influenzato il mondo dell’arte moderna e contemporanea.

Mercurio, per chi non lo sapesse, è il pianeta del nostro Sistema Solare che conta il più alto numero di crateri. Questi elementi geologici, formati dalla collisione di meteoriti con la superficie del pianeta, rappresentano una sorta di ferita sulla pelle di Mercurio, un segno indelebile della sua storia e della sua interazione con l’universo circostante.

Da quando, negli anni ’70, la sonda spaziale Mariner 10 della NASA ha iniziato ad inviare sulla Terra le prime immagini dettagliate di questo pianeta, l’Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha deciso di dedicare i nomi dei crateri a figure di artisti mettendo così in relazione, in modo davvero singolare e affascinante, arte e astronomia.

Ruth Asawa è solo l’ultima di una lunga lista di artisti a cui sia stato dedicato un cratere su Mercurio. Scultrice di origine giapponese-americana, Asawa è nota per le sue magnifiche sculture in filo di ferro che sembrano sfidare la legge di gravità e che hanno impreziosito molti musei e collezioni private in tutto il mondo. Ora, il suo nome risalta sulla mappa di uno dei luoghi più remoti e misteriosi del nostro Sistema Solare.

Ciotole sospese, forme organiche che emergono da reti di filo intrecciate, delicate immagini che sembrano fluttuare nell’aria: questo è ciò che ha reso famosa Ruth Asawa nel mondo dell’arte. Ma come può questo genere di arte dialogare con la fredda e remota superficie di Mercurio?

In fondo, l’arte di Asawa è un inno alla leggerezza, alla libertà, all’immaginazione. Il suo stesso modo di usare il filo di ferro, un materiale duro e industriale, per creare forme leggere ed eteree, può essere considerato un simbolo di come l’arte possa trasformare e reinterpretare la realtà. Ed è forse questo il messaggio nascosto dietro la scelta di intitolare un cratere su Mercurio alla memoria di Ruth Asawa.

Un universo lontano e inodore, che sembra così estraneo alla nostra esperienza umana, viene in questo modo collegato all’arte, alla creatività, all’immaginazione. Così come la scultura di Asawa trasfigura il filo di ferro in forme leggere e volanti, così il nome di un artista trasfigura un freddo cratere su un remoto pianeta in un emblema di arte e bellezza.

Certamente, l’arte e la scienza sembrano due mondi lontani e contrapposti, ma in realtà entrambe mirano a svelare il mistero del mondo in cui viviamo. In questo senso, dedicare i nomi dei crateri di Mercurio a grandi artisti è un modo per ricordare che l’arte e la scienza possono, e devono, dialogare per arricchire la nostra comprensione del cosmo.

Il cratere dedicato a Ruth Asawa è solo uno dei tanti esempi di come l’arte spaziale stia diventando sempre più popolare. Oltre ai crateri nominati, le missioni spaziali della NASA stanno diventando sempre più un palco per artisti, fotografi e designer. In effetti, l’arte può contribuire a rendere il cosmo più accessibile e comprensibile, trasformando la fredda e distante superficie di un pianeta in un luogo di bellezza e ispirazione.

In conclusione, quando guardiamo al cielo, e in particolare a Mercurio, possiamo ora immaginare che un pezzo di cultura terrestre, un pezzo della nostra arte, risieda anche lì. Questo cratere intitolato a Ruth Asawa è un’importante affermazione della connessione tra arte e scienza, una connessione che può ispirare nuove scoperte e nuova apprezzamento per entrambi i campi. E’ un ricordo, inciso sulla pietra — o meglio, sul terreno di un pianeta — che l’arte, come la scienza, può aiutarci a esplorare e comprendere l’universo in cui viviamo.

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