Non una mostra, ma un campo d’azione. Con UNEXPECTED FOLDING, Pierluigi Slis abita le tredici sale di Villa Brandolini d’Adda a Pieve di Soligo, trasformandole in uno spazio aperto, vivo, continuamente riscrivibile. A partire dall’11 aprile 2025 e fino all’11 maggio, il progetto – curato da Amerigo Mariotti e Giorgia Tronconi dell’associazione bolognese Adiacenze – si presenta come opera in divenire, dove il confine tra artista, pubblico e spazio si dissolve, lasciando emergere un processo condiviso, attivo, profondamente umano.
Slis non espone: lavora in mostra. Installa il suo studio all’interno di Villa Brandolini e dà vita, giorno dopo giorno, a tredici installazioni inedite, pensate come dispositivi di scambio più che come oggetti finiti. Il visitatore è chiamato a partecipare, a modificare, a restituire. L’opera, dunque, non si contempla: si attraversa, si influenza, si trasforma. In un tempo in cui la distanza tra autore e pubblico è spesso codificata e rassicurante, Slis rompe la scena, mescola i ruoli e invita a un gesto radicale: fare insieme.
UNEXPECTED FOLDING non si affida alla retorica della partecipazione, ma ne indaga la forma attraverso la pratica. Il suo titolo, evocativo e tecnico al tempo stesso, richiama le “piegature strutturali” tipiche dell’architettura e del design, ma soprattutto le pieghe imprevedibili dell’esperienza condivisa, gli snodi nascosti nei rapporti umani, nei gesti, nei tempi dell’incontro. Ogni opera è una superficie che si adatta, si modella, si piega – appunto – nel contatto con l’altro. L’arte si fa traccia di passaggio, enzima relazionale, documento visivo di un’esperienza che non finisce nell’oggetto, ma continua nel vissuto.
Il progetto è sostenuto dalla Pro Loco Revine Lago, da Piattaforma Lago, con il contributo del Comune di Pieve di Soligo, il patrocinio del Comune di Revine Lago, e il supporto delle aziende Miti, Evologica e Xera, attori territoriali che amplificano il valore di una mostra profondamente radicata nel contesto.
Slis lavora sul quotidiano: gesti minimi, oggetti semplici, materiali familiari diventano strumenti di attenzione e ascolto. Ogni installazione è pensata come interfaccia emotiva, come occasione per generare significati a partire dalla presenza. La sua pratica, seppur visivamente essenziale, si nutre di una dimensione politica implicita, in cui la forma è sempre anche una questione di relazione, disponibilità, apertura.
Centrale sarà l’evento di restituzione, previsto per sabato 3 maggio, durante il quale il pubblico potrà condividere il processo creativo e interrogarsi, insieme all’artista e ai curatori, sulle dinamiche che hanno attraversato la mostra. Un momento che non chiude, ma rilancia: ciò che si crea, ciò che si perde, ciò che rimane – tutto confluisce in un’opera che non si cristallizza, ma continua a vivere come memoria esperita.
UNEXPECTED FOLDING è, in definitiva, una proposta curatoriale e artistica che sceglie la fragilità del divenire rispetto alla sicurezza del compiuto. Slis non propone risposte ma innesca domande: cosa resta dell’arte se togliamo l’oggetto? Dove si colloca l’autorialità se il gesto è condiviso? Come si misura il valore di ciò che accade tra le cose, piuttosto che nelle cose?