Pietrasanta: l’arte che include. Il progetto “Rebirth from waste” di Filippo Tincolini

“REBIRTH FROM WASTE/Rinascita dagli Scarti” si inserisce all’interno della mostra “Human Connections”, la grande personale di Filippo Tincolini che trasforma Pietrasanta in un museo a cielo aperto fino al 2 giugno. Un percorso che tocca più sedi – Piazza del Duomo, Piazza Carducci, la Chiesa e il Chiostro di Sant’Agostino, il Giardino Barsanti – e che vuole rendere l’arte accessibile, non solo dal punto di vista fisico, ma anche concettuale.

Filippo Tincolini racconta il progetto con l’entusiasmo di chi ha visto un’idea prendere forma oltre le aspettative: “Rebirth from Waste / Rinascita dagli Scarti” non è stato solo una sfida artistica, ma un’esperienza umana profonda, che ha cambiato chi vi ha partecipato. Non si tratta solo di sculture, né solo di inclusione, ma di un processo che ha dato una nuova voce a materiali dimenticati e a persone spesso lasciate ai margini.

Filippo Tincolini raccolta sassi cava Michelangelo Carrara ph Laura Veschi courtesy Flippo Tincolini studio

L’idea nasce nelle cave, tra le montagne di ravaneti – quei piccoli frammenti di marmo scartati dalla lavorazione, destinati a diventare ghiaia o a rimanere ammassati in enormi distese bianche. Tincolini, scultore con lo sguardo rivolto al futuro, ha sempre pensato che si potesse fare di più: «Non partire dal pieno, ma ricostruire un volume con tanti pezzi». Un’idea visionaria che, però, aveva bisogno di un’anima, di mani che modellassero questi scarti con una storia nuova.

L’incontro con ANFFAS Onlus Massa Carrara (Associazione di famiglie e di persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo) è stato la scintilla. Sei partecipanti hanno affiancato Tincolini nel dare vita a due sculture monumentali: “Satiro di Sassi” e “Venere di Sassi”, alte più di due metri e oggi esposte nel Giardino Barsanti di Pietrasanta. Il processo è stato tanto fisico quanto emozionale. I ragazzi hanno selezionato i materiali direttamente nelle Cave Michelangelo, guidati da Franco Barattini, un cavatore ottantatreenne che ha raccontato loro la storia della pietra e del mestiere. Hanno poi costruito i blocchi con il cemento e visto, con meraviglia, le tecnologie robotiche fresare la loro opera prima di rifinirla a mano. «Si sono divertiti da morire – racconta Tincolini – e il bello è stato vederli parlare per settimane dell’esperienza nei corridoi della Casa Famiglia».

Costruzione struttura ph Laura Veschi courtesy Flippo Tincolini studio

Queste sculture sono un ribaltamento delle regole tradizionali della scultura in marmo: qui non si toglie materia, ma la si aggiunge, proprio come si fa nella costruzione delle relazioni umane. I corpi della Venere e del Satiro emergono da un agglomerato di sassi cementati, creando un cortocircuito visivo tra antico e contemporaneo. Il risultato è potente, ma la vera forza sta nella sua genesi: un lavoro collettivo che ha trasformato il concetto stesso di scarto, rendendolo essenza di bellezza e inclusione.

Il progetto, infatti, non si ferma alla sola dimensione artistica. È un’esperienza di autodeterminazione per chi ha partecipato, un’occasione per far emergere talenti e creatività in un mondo che spesso vede la disabilità come un limite, anziché come una differenza. «Si parla tanto di inclusività – dice ancora Tincolini – ma a volte basta poco per farla davvero».

Fresatura scultura ph Laura Veschi courtesy Flippo Tincolini studio

Per Tincolini, questa iniziativa è qualcosa di più di un semplice esperimento artistico. È un dialogo con il territorio che lo circonda, con la sua storia, con la sua materia prima. «Questo progetto parla proprio del territorio – racconta – io ho lo studio nelle cave, quindi questa materia, ovunque mi giro, ce l’ho sotto i piedi. Vedere che può far rinascere una scultura, oltre che dar vita a esperienze con i ragazzi, per me è stato un vero successo. Sono contento di averla pensata e di essere riuscito a metterla insieme».

Le fotografie di Laura Veschi, esposte nel Chiostro di Sant’Agostino, raccontano il dietro le quinte del progetto, mentre un video documenta il viaggio di questi ragazzi tra la polvere delle cave e la soddisfazione di toccare con mano il proprio lavoro.

Il 16 marzo, nella Sala dell’Annunziata del Complesso di Sant’Agostino, si terrà la presentazione ufficiale del progetto, con la partecipazione del Sindaco Alberto Stefano Giovannetti, del Direttore di ANFFAS Giuseppe Mussi, della Presidentessa Fiorella Nari, del curatore Alessandro Romanini e delle operatrici Maura Marchi e Irene Bernardini, che hanno seguito passo dopo passo i partecipanti. Saranno inoltre presenti tutti i partecipanti al progetto: Massimiliano Braida, Riccardo Pogioli, Rita Piccinini, Ilaria Aliboni, Renato Lorenzani e Annalisa Javassis. Un’occasione per parlare di arte, inclusione e futuro, ma soprattutto per dare spazio a chi, con questa esperienza, ha trovato una nuova voce.

Perché, alla fine, è proprio questo il messaggio che le sculture di Tincolini portano con sé: nulla è veramente uno scarto, se gli si dà una seconda possibilità.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Nick Brandt: l’eco dell’umanità sommersa vince il premio BNL BNP Paribas. E ci racconta che…

In un periodo in cui l’immagine è spesso istantanea e superficiale le fotografie di Nick Brandt si prendono tutto il tempo di cui hanno bisogno per diventare denuncia, silenzio, elegia e rimanere impresse nei ricordi di chi le ha osservate. 

Mudec Invasion: il museo come strada, il murale come linguaggio. Alice Cosmai ci racconta la mostra

Abbiamo intervistato Alice Cosmai - esperta di arte urbana e responsabile Ufficio Arte nello Spazio Pubblico del Comune di Milano - per approfondire il senso della mostra e l’approccio dell’amministrazione milanese all’arte urbana.

Antonello Grimaldi e la nuova Ambrosiana: come una storica istituzione milanese parla al presente e progetta il futuro

Con un traguardo storico di 300.000 visitatori nel 2024 — +20% rispetto all’anno precedente — la Pinacoteca Ambrosiana si conferma non solo come il museo più antico di Milano, ma anche come una delle istituzioni culturali più dinamiche e proiettate verso il futuro della città

Artuu Newsletter

Scelti per te

Seguici su Instagram ogni giorno